Di Rama a Brindisi, Emiliano: "30 anni fa abitavo qui, vidi migliaia di persone che sapevano di trovare accoglienza"

BRINDISI - È proseguita oggi la visita in Puglia del primo ministro dell’Albania Edi Rama, nell’ambito delle iniziative per il trentennale dell’immigrazione albanese.

Dopo la cerimonia di ieri nella sede del Consiglio regionale, questa mattina la delegazione albanese, insieme al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e alla presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, ha fatto tappa prima nella sala consiliare del Comune di Bari, dove è stata ricevuta dal sindaco Antonio Decaro, poi a Brindisi. Il premier albanese, accolto dalle autorità locali nei pressi della scalinata Virgilio, ha visitato i luoghi in cui i suoi concittadini sbarcarono a migliaia il 7 marzo del 1991.

“Volevo veramente ringraziare - ha detto il presidente Emiliano - la città di Brindisi. Quel 7 marzo io abitavo qui. Quando scesi da casa, poche decine di metri dal porto, non si poteva camminare perché c’era gente ovunque che sorrideva. Erano venuti qui con fiducia, già prima di partire sapevano che sarebbero stati accolti. Evidentemente questa città era stata capace di trasmettere questo spirito, lo ha trasmesso tutti i giorni, lo ha trasmesso nella sua storia, lo ha trasmesso nell’identità religiosa, civile che fa di Brindisi un punto di riferimento nella storia di Italia.

La sordina va bene, però i simboli, e le medaglie sono dei simboli, secondo me fanno bene all’Italia non solo alla città di Brindisi. Perché ricordarsi di quel gesto è un modo per dare un indirizzo alle future generazioni.

Immaginate che c’è ancora qualcuno che non ha capito quanto è utile e intelligente accogliere. C’è qualcuno che pensa che sia un problema, che sia un sacrificio, che sia un danno. Invece noi ne abbiamo avuto un vantaggio grandissimo.

Oggi girare per l’Albania, arrivare a Tirana, arrivare a Valona e dire di essere italiani, ancor di più pugliesi, significa fare tutto più semplicemente. Sei parte di quella comunità, di una comunità che nel frattempo, sorprendendo tutti ma non noi, è cresciuta immensamente.

È faticoso far crescere i territori, io ne so qualcosa, è faticoso fare la rivoluzione pacifica e democratica, è faticoso rendere efficiente ciò che non lo era, è complicato soprattutto quando hai i luoghi comuni contro.

Luoghi comuni che vengono utilizzati sovente senza sapere che in realtà stai parlando di te stesso, stai parlando dei limiti dell’umanità, non dei limiti di un popolo o di una nazione.

E noi abbiamo abbattuto tutti questi limiti. Qui, alla fine della via Appia, che è un termine ma anche un inizio, noi abbiamo ricominciato a vivere con saggezza, secondo una prospettiva che adesso mi auguro l’Unione europea tenga da conto, che l’Italia tenga da conto.
Ci siamo accorti, anche grazie all’epidemia del Covid, che ragionare tutelando i confini è patetico, nella migliore delle ipotesi. Ci sono invece gesti, come quello che l’Italia e la Puglia hanno fatto nei confronti dell’Albania durante l’emergenza del terremoto, ma anche come quello che noi abbiamo ricevuto dall’Albania durante l’emergenza Covid, in cui tutto quello che è stato possibile inviare dall’Albania in Lombardia è arrivato. Sappiamo che in futuro questa cosa continuerà, si moltiplicherà e più l’Albania crescerà, più l’Italia crescerà e più noi saremo capaci di essere forti insieme. Non per prevalere, ma per unirci e creare una maggiore resistenza umana alle disavventure e maggiori opportunità.

Brindisi era il simbolo di un grande impero, il simbolo della capacità di superare i suoi limiti e ha mantenuto questa vocazione. Noi siamo qui col sindaco Riccardo Rossi, con l’amministrazione comunale con gran parte del governo albanese, con i rappresentanti del governo albanese e italiano, con i sindaci del territorio, a ribadire che Brindisi sente questa vocazione, di essere il termine di una grande strada che partiva da Roma e che però è anche l’inizio di un cammino che noi intendiamo proseguire abbracciando l’intera umanità, partendo da Brindisi.

La capacità di organizzare i flussi migratori con intelligenza farà la ricchezza di tutti coloro che si misureranno con questo compito e farà grande la memoria dei popoli che assumeranno questa responsabilità.

Qui, davanti alla colonna, io ribadisco il giuramento di fedeltà alla Costituzione, che il tricolore dei sindaci mi ricorda. Fare quel giuramento non è un atto formale, significa poi comportarsi di conseguenza, quindi se giuri sulla Costituzione, e a me è successo diverse volte nei vari incarichi che ho ricoperto, devi poi essere coerente. E noi quel giorno, quel giorno dell’accoglienza di Brindisi, abbiamo applicato la Costituzione della Repubblica italiana, abbiamo applicato le nostre leggi e abbiamo ribadito il nostro ruolo nella storia e nella civiltà del mondo”.

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