BARI - “Quando la Politica, in questo Michele Emiliano, costruisce un monumento all’improvvisazione e poi lascia il cerino in mano ai Direttori Generali – della serie: vedetevela voi e il mese di marzo! - siamo di fronte a una politica vile che sfugge alle proprie responsabilità e tenta di addossare il peso dell’improvvisazione ai propri sottoposti". Così in una nota il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo.
"Se i suddetti Direttori Generali - prosegue Zullo - non hanno né forza né coraggio di obiettare sulle responsabilità a loro addossate siamo di fronte ad una sudditanza acritica che si sfoga sui propri sottoposti ovvero sui dipendenti e sui loro rappresentanti sindacali, arrivando anche a minacce querele nei confronti di chi denuncia pubblicamente le inefficienze che mettono a repentaglio la qualità dell’assistenza. Se mentre accade tutto questo, i fedelissimi di Emiliano vengono arruolati per propagandare il monumento all’improvvisazione è evidente che siamo di fronte a un più pericoloso sistema di tirannia. Per questo come Fratelli d’Italia rifacciamo sempre la stessa domanda alla quale da mesi non abbiamo risposta: se l’obiettivo era trasferire pazienti e personale dal Policlinico e dal San Paolo di Bari alla Fiera del Levante, a questo punto, non sarebbe stato più agevole portare letti e attrezzature dalla Fiera ai due ospedali baresi e in altri presidi funzionanti? Invece - spiega - assistiamo ad estenuanti trattative con le organizzazioni sindacali che da tempo, con responsabilità e pazienza, inutilmente denunciano criticità e la risposta qual è stata? Cercare volontari, che di positivo ha solo il termine, perché di fatto significa invitare gli operatori sanitari a lasciare il proprio posto di lavoro e andare a lavorare in Fiera. Così caoticamente, come se si cercassero volontari per andare a raccogliere patate, quando invece c’è la necessità da una parte di non sguarnire le equipe negli ospedali di provenienza e dall’altra di formare in Fiera equipe interprofessionali omogeneamente e professionalmente preparati per l’assistenza. E come le formiamo queste equipe, in base alle disponibilità di volontari? E se rispondono solo gli OSS, per fare un esempio, e nemmeno un anestesista cosa succede? E se si presentano tutti gli anestesisti del San Paolo, al San Paolo cosa succede? Insomma, il volontario che lascia l’ospedale San Paolo di Bari o altro nosocomio lascia o no un vuoto di organico e di assistenza? Oppure dobbiamo far valere la tesi che quei volontari disponibili a spostarsi in Fiera erano a lavoro per modo di dire e che in realtà non avevano carichi di lavoro, tanto che possono lasciare scoperto il posto che occupavano? Ma ci si rende conto della gravità delle azioni che vengono compiute? Da maggio 2020 la Regione avrebbe dovuto implementare i posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva, in agosto Emiliano ha presentato il piano ospedaliero Covid, il 15 gennaio le ditte costruttrici hanno consegnato il monumento all’improvvisazione in Fiera e oggi, in piena recrudescenza dell’epidemia, stiamo ad aspettare i volontari? Roba da non credere per come si sta andando di improvvisazione in improvvisazione!”, conclude Zullo.
"Se i suddetti Direttori Generali - prosegue Zullo - non hanno né forza né coraggio di obiettare sulle responsabilità a loro addossate siamo di fronte ad una sudditanza acritica che si sfoga sui propri sottoposti ovvero sui dipendenti e sui loro rappresentanti sindacali, arrivando anche a minacce querele nei confronti di chi denuncia pubblicamente le inefficienze che mettono a repentaglio la qualità dell’assistenza. Se mentre accade tutto questo, i fedelissimi di Emiliano vengono arruolati per propagandare il monumento all’improvvisazione è evidente che siamo di fronte a un più pericoloso sistema di tirannia. Per questo come Fratelli d’Italia rifacciamo sempre la stessa domanda alla quale da mesi non abbiamo risposta: se l’obiettivo era trasferire pazienti e personale dal Policlinico e dal San Paolo di Bari alla Fiera del Levante, a questo punto, non sarebbe stato più agevole portare letti e attrezzature dalla Fiera ai due ospedali baresi e in altri presidi funzionanti? Invece - spiega - assistiamo ad estenuanti trattative con le organizzazioni sindacali che da tempo, con responsabilità e pazienza, inutilmente denunciano criticità e la risposta qual è stata? Cercare volontari, che di positivo ha solo il termine, perché di fatto significa invitare gli operatori sanitari a lasciare il proprio posto di lavoro e andare a lavorare in Fiera. Così caoticamente, come se si cercassero volontari per andare a raccogliere patate, quando invece c’è la necessità da una parte di non sguarnire le equipe negli ospedali di provenienza e dall’altra di formare in Fiera equipe interprofessionali omogeneamente e professionalmente preparati per l’assistenza. E come le formiamo queste equipe, in base alle disponibilità di volontari? E se rispondono solo gli OSS, per fare un esempio, e nemmeno un anestesista cosa succede? E se si presentano tutti gli anestesisti del San Paolo, al San Paolo cosa succede? Insomma, il volontario che lascia l’ospedale San Paolo di Bari o altro nosocomio lascia o no un vuoto di organico e di assistenza? Oppure dobbiamo far valere la tesi che quei volontari disponibili a spostarsi in Fiera erano a lavoro per modo di dire e che in realtà non avevano carichi di lavoro, tanto che possono lasciare scoperto il posto che occupavano? Ma ci si rende conto della gravità delle azioni che vengono compiute? Da maggio 2020 la Regione avrebbe dovuto implementare i posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva, in agosto Emiliano ha presentato il piano ospedaliero Covid, il 15 gennaio le ditte costruttrici hanno consegnato il monumento all’improvvisazione in Fiera e oggi, in piena recrudescenza dell’epidemia, stiamo ad aspettare i volontari? Roba da non credere per come si sta andando di improvvisazione in improvvisazione!”, conclude Zullo.
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