ROMA - C'è chi mostra diffidenza verso un vaccino
anti-Covid o l'altro, ma secondo gli esperti confrontare test diversi
non serve. E anche una più bassa
percentuale dell'efficacia potrebbe trarre
in inganno.
Uno degli errori chiave secondo gli esperti è quello di mettere a confronto diretto test clinici diversi e per specifici vaccini: ogni sperimentazione è per molti aspetti un mondo a sé. Gli individui che partecipano al test clinico per dei vari vaccini sono diversi ed eterogenei e le stesse quantità dei volontari possono cambiare, così come la loro distribuzione geografica, l’ambiente e le condizioni in cui essi vivono.
I vaccini Pfizer e Moderna, ad esempio, sono stati sperimentati per lo più negli Usa l'anno scorso, nelle prime fasi della pandemia, in un periodo in cui non erano ancora emerse le varianti del Sars-COV-2, mentre quello di AstraZeneca è stato sperimentato lo scorso anno in diversi paesi come il Regno Unito, il Brasile e il Sudafrica, anche in questo caso in condizioni diverse tra loro. Gli scienziati hanno inoltre ritenuto utile provare vari scenari, per valutare tempi e dosaggi per ottenere migliori risultati dal punto di vista dell’efficacia, una strategia che ha comportato come è noto qualche imprevisto.
A ciò va aggiunto anche che i vaccini autorizzati sinora utilizzano principi diversi di funzionamento. Quelli di Pfizer-BioNTech e di Moderna sono a base di RNA messaggero, un sistema relativamente nuovo e che fino alla pandemia non era stato sperimentato su così larga scala, mentre quello di AstraZeneca utilizza l'adenovirus, un virus sostanzialmente innocuo che viene modificato per insegnare al sistema immunitario a riconoscere il coronavirus, in modo da bloccarlo nel caso in cui si venisse contagiati.
Analizzando poi l'efficacia dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna hanno fatto rilevare una del 95% nei test clinici nel prevenire la Covid, mentre AstraZeneca ha raggiunto 'solo' il 62%.
Facendo una comparazione tra i dati si potrebbe arrivare alla facile conclusione che i due vaccini oltre il 90% siano migliori rispetto a quello di AstraZeneca, ma non è per forza così. Tra gli scopi principali di un vaccino contro la Covid c’è quello di evitare che si sviluppino sintomi gravi, che potrebbero rendere necessario un ricovero in ospedale o provocare persino il decesso del paziente. Dunque non è importante che il vaccino impedisca in assoluto di ammalarsi di Covid, ma che impedisca di avere una forma grave e altamente rischiosa della malattia.
I vaccini Pfizer e Moderna, ad esempio, sono stati sperimentati per lo più negli Usa l'anno scorso, nelle prime fasi della pandemia, in un periodo in cui non erano ancora emerse le varianti del Sars-COV-2, mentre quello di AstraZeneca è stato sperimentato lo scorso anno in diversi paesi come il Regno Unito, il Brasile e il Sudafrica, anche in questo caso in condizioni diverse tra loro. Gli scienziati hanno inoltre ritenuto utile provare vari scenari, per valutare tempi e dosaggi per ottenere migliori risultati dal punto di vista dell’efficacia, una strategia che ha comportato come è noto qualche imprevisto.
A ciò va aggiunto anche che i vaccini autorizzati sinora utilizzano principi diversi di funzionamento. Quelli di Pfizer-BioNTech e di Moderna sono a base di RNA messaggero, un sistema relativamente nuovo e che fino alla pandemia non era stato sperimentato su così larga scala, mentre quello di AstraZeneca utilizza l'adenovirus, un virus sostanzialmente innocuo che viene modificato per insegnare al sistema immunitario a riconoscere il coronavirus, in modo da bloccarlo nel caso in cui si venisse contagiati.
Analizzando poi l'efficacia dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna hanno fatto rilevare una del 95% nei test clinici nel prevenire la Covid, mentre AstraZeneca ha raggiunto 'solo' il 62%.
Facendo una comparazione tra i dati si potrebbe arrivare alla facile conclusione che i due vaccini oltre il 90% siano migliori rispetto a quello di AstraZeneca, ma non è per forza così. Tra gli scopi principali di un vaccino contro la Covid c’è quello di evitare che si sviluppino sintomi gravi, che potrebbero rendere necessario un ricovero in ospedale o provocare persino il decesso del paziente. Dunque non è importante che il vaccino impedisca in assoluto di ammalarsi di Covid, ma che impedisca di avere una forma grave e altamente rischiosa della malattia.