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Una considerazione che, scevra da una posizione di parte a favore della Uefa, trova, nella burrascosa involuzione che ha provocato l'aborto della Superlega, quel punto di partenza costituito dal progetto di allargamento della Champions League che dal 2024 vedrà estendere a 36, rispetto alle attuali 32, il numero delle squadre partecipanti.
Se alla massima competizione per club, erede della storica Coppa di Campioni, si aggiunge l'eventuale allargamento del numero delle squadre per l'Europa League e la nascita della Conference League quale competizione che ripristina la Coppa della Coppe, alla luce di queste ultime innovazioni la tesi sulla creazione di un progetto europeo calcisticamente unitario diventa realistica.
Ma la prima delle 2 e puntuali domande, dettate più dal timore di una eventuale quanto radicale riforma, piuttosto che dalla curiosità è la seguente: come strutturarlo? La risposta proviene dalla vastità territoriale dell'Europa che consente di poter strutturare un Campionato Europeo per Club, sulla base delle aree geografiche, suddivise nei quadranti Nord Est, Nord Ovest, Sud Est e Sud Ovest.
Grazie a questo supporto polare si potranno istituire dei Gironi sulla falsa riga di quelli per le qualificazioni all'Europeo e al Mondiale per Nazioni ed in un numero pari. La seconda domanda, a metà fra la perplessità che potrebbero esprimere sulla fattibilità del progetto alcuni degli addetti ai lavori, e la preoccupazione da parte di alcuni club di perdere la propria visibilità, è la seguente: che ne sarà dei campionati nazionali?
La risposta è contenuta nella riforma degli stessi, con l'impiego delle seconde squadre. Esse, nel fungere da prolungamento della filiera del settore giovanile, ed in particolare di quella fascia anagrafica compresa fra i 16 e i 20 anni, potrebbero essere composte da calciatori attinti dal serbatoio delle squadre Primavera con età media fra i 22 e i 23 anni.
Ragion per cui, con la costituzione di un Campionato Europeo per Club, si potranno costituire delle rose con un'età anagraficamente superiore e si valorizzerebbero, al tempo stesso, i settori giovanili. Su di essi, si è parlato e scritto molto, ma poco se non nulla è stato concretamente realizzato in loro favore.
Per questo motivo la creazione di un Campionato europeo per Club è l'occasione propizia per una contestuale riforma dei primi tornei nazionali a partire dalla Serie A italiana.