NICOLA ZUCCARO - Il 24 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Impero austro-ungarico. Bari, come tutte le altre città italiane, fu travolta dall'ondata di entusiasmo con una folla radunatasi in piazza Roma XX settembre (l'attuale piazza Aldo Moro) e che, lungo un corteo capeggiato dal sindaco Giuseppe Bottalico, dagli assessori, dal Prefetto Angelo Pesce, acclamò al Re e al presidente del Consiglio dei Ministri.
Nelle chiese fu cantato il "Te Deum" e gli studenti disertarono le aule per recarsi in piazza Umberto dove aveva sede il Consolato austriaco. Qui fu rimosso il rispettivo stemma degli Asburgo, per essere portato in trionfo nelle vie cittadine. Dalla stazione ferroviaria partivano i lunghi convogli che conducevano i soldati destinati al fronte. Sui binari giovani donne offrivano ai militari pacchetti di sigarette, cioccolatini e mazzi di fiori.
Di contro le povere madri baciavano i loro figli in divisa e i sacerdoti offrivano santini e medaglie benedette, in cambio di veloci confessioni. Uno scenario che introdusse un triennio di lutti e di devastazioni che non risparmiò neanche la città di Bari, ugualmente attraversata da cannoneggiamenti dal mare e dai bombardamenti. Secondo le ricostruzioni storiche effettuate negli anni successivi alla fine della Prima Guerra Mondiale, essi si svilupparono il 1° giugno, il 17 luglio e l'11 agosto 1915, il 27 luglio 1916 e l'11 aprile 1917.