BARI - “Da trent’anni incombe con i suoi veleni su un’area salentina di 140mila abitanti, identificata dall'Istituto Superiore di Sanità come zona rossa per tumori polmonari. Il cementificio Colacem di Galatina è una bomba ecologica su cui è necessario ed urgente fare un punto, per analizzare i dati del monitoraggio ambientale in capo ad Arpa Puglia e per rivedere le autorizzazioni concesse. Così in una nota il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de 'La Puglia Domani'.
"Per questo - ha aggiunto - ho richiesto un’audizione urgente, nelle commissioni Ambiente e Sanità, degli assessori al ramo, dei direttori di Arpa e Aress Puglia e del dipartimento Prevenzione salute dell’Asl Lecce, e dei vertici dell’azienda. Bisogna liberare i cittadini di Galatina e dei comuni vicini dall’incubo di questa fabbrica, che minaccia attività produttive, abitazioni, scuole, impianti sportivi e zone agricole con le sue 600mila tonnellate di ossido di carbonio emesse ogni anno, responsabili di danni ambientali e sanitari per un costo stimato fra 37 e 67 milioni di euro. Secondo uno studio sull’impatto della qualità dell’aria, condotto dall’Università del Salento su un campione di bambini di Galatina, nel 42% dei casi esaminati sono stati riscontrati micronuclei, indice di esposizione ad inquinanti ambientali in valore doppio rispetto a quello rilevato nella città di Lecce. Non a caso il cementificio è stato inserito al 586esimo posto nella graduatoria delle industrie a maggior impatto ambientale e sanitario stilata dall’European Environmental Agency (EEA). Il 4 giugno si aprirà alla Provincia di Lecce un procedura importante: la conferenza di servizi per il riesame dell’AIA, l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata alla cementeria Colacem nel 2018 per altri dodici anni. Un’autorizzazione già riesaminata nel 2019, e rimessa in discussione a seguito di ricorso al Tar Lecce, la cui sentenza è attesa per ottobre prossimo. Nell’appello vengono denunciate violazioni delle prescrizioni del provvedimento autorizzativo del 2018 per la tutela dell'ambiente e della salute, mancati monitoraggi da parte di Arpa Puglia, ed un quadro sanitario allarmante. L’Osservatorio Ambiente e salute istituito nel dipartimento di Prevenzione dell’ASL Lecce ha scritto all’Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale, chiedendo di procedere alla valutazione dei danni e dell’impatto sanitario e ambientale nell’area inclusa nei distretti sociosanitari di Galatina e Maglie. Richiesta sollecitata anche da undici sigle mediche per ridurre la pressione ambientale, subordinando l’autorizzazione a Colacem alla Valutazione di impatto sanitario (VIS). A luglio scorso l’ARPA Puglia ha eseguito un sopralluogo da cui sono emerse irregolarità e anomalie. È necessario che l’azione di monitoraggio sia più pressante e continua, e che i risultati vengano comunicata ai cittadini in modo trasparente, sul modello del bollettino settimanale di Arpa Umbria sulle emissioni del cementificio Colacem di Gubbio, analogo a quello di Galatina. Fare un punto sui monitoraggi e sui provvedimenti autorizzativi di questa bomba ecologica è improcrastinabile. La salute dev’essere messa al primo posto", conclude Pagliaro.
"Per questo - ha aggiunto - ho richiesto un’audizione urgente, nelle commissioni Ambiente e Sanità, degli assessori al ramo, dei direttori di Arpa e Aress Puglia e del dipartimento Prevenzione salute dell’Asl Lecce, e dei vertici dell’azienda. Bisogna liberare i cittadini di Galatina e dei comuni vicini dall’incubo di questa fabbrica, che minaccia attività produttive, abitazioni, scuole, impianti sportivi e zone agricole con le sue 600mila tonnellate di ossido di carbonio emesse ogni anno, responsabili di danni ambientali e sanitari per un costo stimato fra 37 e 67 milioni di euro. Secondo uno studio sull’impatto della qualità dell’aria, condotto dall’Università del Salento su un campione di bambini di Galatina, nel 42% dei casi esaminati sono stati riscontrati micronuclei, indice di esposizione ad inquinanti ambientali in valore doppio rispetto a quello rilevato nella città di Lecce. Non a caso il cementificio è stato inserito al 586esimo posto nella graduatoria delle industrie a maggior impatto ambientale e sanitario stilata dall’European Environmental Agency (EEA). Il 4 giugno si aprirà alla Provincia di Lecce un procedura importante: la conferenza di servizi per il riesame dell’AIA, l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata alla cementeria Colacem nel 2018 per altri dodici anni. Un’autorizzazione già riesaminata nel 2019, e rimessa in discussione a seguito di ricorso al Tar Lecce, la cui sentenza è attesa per ottobre prossimo. Nell’appello vengono denunciate violazioni delle prescrizioni del provvedimento autorizzativo del 2018 per la tutela dell'ambiente e della salute, mancati monitoraggi da parte di Arpa Puglia, ed un quadro sanitario allarmante. L’Osservatorio Ambiente e salute istituito nel dipartimento di Prevenzione dell’ASL Lecce ha scritto all’Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale, chiedendo di procedere alla valutazione dei danni e dell’impatto sanitario e ambientale nell’area inclusa nei distretti sociosanitari di Galatina e Maglie. Richiesta sollecitata anche da undici sigle mediche per ridurre la pressione ambientale, subordinando l’autorizzazione a Colacem alla Valutazione di impatto sanitario (VIS). A luglio scorso l’ARPA Puglia ha eseguito un sopralluogo da cui sono emerse irregolarità e anomalie. È necessario che l’azione di monitoraggio sia più pressante e continua, e che i risultati vengano comunicata ai cittadini in modo trasparente, sul modello del bollettino settimanale di Arpa Umbria sulle emissioni del cementificio Colacem di Gubbio, analogo a quello di Galatina. Fare un punto sui monitoraggi e sui provvedimenti autorizzativi di questa bomba ecologica è improcrastinabile. La salute dev’essere messa al primo posto", conclude Pagliaro.