VITTORIO POLITO - Al compimento del 10° anno del “Dizionario della parlata Conversanese” (Levante), ecco spuntare il “Dizionario della parlata di Conversano” di Pasquale Locaputo (AGA editrice).
Questa volta Don Pasquale ha curato l’edizione Italiano-Conversanese arricchito da note su usanze e tradizioni del secolo XX, segno questo che non è affatto vero che il dialetto sia in fin di vita, ma ancora arzillo e vivace, in considerazione delle pubblicazioni e dei dizionari che vengono diffusi e, in qualche caso godono anche di ristampe, segno questo dell’attenzione che viene dedicata a questa materia.
Le statistiche che di tanto in tanto vengono diffuse sulle percentuali di persone che parlano il dialetto, il più delle volte sono fasulle, nel senso che vengono fatte a campione. Da non dimenticare che “Una lingua è un dialetto che ha fatto carriera con un esercito ed una marina militare”, come sostiene Ugo Vignuzzi, docente di dialettologia all'Università La Sapienza di Roma.
La prova viene proprio dal Dizionario di Locaputo che, a distanza di 10 anni, torna in libreria con il gemello, questa volta nella versione Italiano-Conversanese.
Il Dizionario offre un’ampia gamma di lemmi (oltre seicento) e di frasi idiomatiche (circa quattrocentocinquanta), con oltre cento annotazioni circa usanze e tradizioni che caratterizzano il primo cinquantennio del XX secolo.
L’autore ha fatto di più, ha arricchito il dizionario con note di costume, usi e tradizioni, che ha attinto ai suoi ricordi di infanzia degli Trenta e Quaranta. Non mi trova d’accordo Locaputo sul “naufragio” del dialetto, diversamente non avrebbe divulgato il presente dizionario al solo scopo di lasciare “un manuale per pochi studiosi che vorranno sondare e ricostruire la cultura dei nostri padri, alla stregua dai monumenti architettonici del passato…”.
Un lavoro pregevole, quello di Locaputo, in quanto è un’ampia e variegata documentazione di un mondo colto in un preciso momento storico di Conversano, illustrato nelle voci del dialetto, nei modi di dire, nelle espressioni della saggezza popolare e della cultura contadina ed anche con qualche foto. L’autore, infatti, permette di curiosare nel passato, permettendo ai suoi concittadini ed ai curiosi di sapere “come si diceva” o “come si viveva” nei tempi passati, offrendo alle generazioni future l’occasione per conoscere e recuperare la cultura ed i valori della comunità conversanese dei secolo scorso, ma anche di interpretare il linguaggio che si parla ancora oggi nella bella Conversano.
L’autore ha compiuto una operazione filologica, ispirata dal suo amore per una lingua che, secondo lui, sta per cadere in disuso, un’operazione quindi di salvataggio di un patrimonio in parte dissipato, ma che si tenta in tutti i modi di salvare e conservare come testimonianza di un passato, di una storia e di una cultura.
Pasquale Locaputo, ha una lunga carriera di docente di materie letterarie, in particolare di latino e storia. È stato tra i fondatori dell’Istituto Magistrale Statale “San Benedetto” di Conversano, dove ha insegnato dal 1962 al 1987, redattore dell’Annuario dell’Istituto Magistrale. Per un decennio è stato presidente dell’Associazione Culturale “Luigi Sturzo”, continuando così l’opera del fondatore Matteo Fantasia.
La pubblicazione è stata realizzata grazie al sostegno dell’Amministrazione Comunale di Conversano, guidata dall’avv. Michele Lovascio, dell’emittente televisiva Telenorba e del suo presidente emerito ing. Luca Montrone.
L’illustrazione di copertina è del pittore Tony Prayer.
Questa volta Don Pasquale ha curato l’edizione Italiano-Conversanese arricchito da note su usanze e tradizioni del secolo XX, segno questo che non è affatto vero che il dialetto sia in fin di vita, ma ancora arzillo e vivace, in considerazione delle pubblicazioni e dei dizionari che vengono diffusi e, in qualche caso godono anche di ristampe, segno questo dell’attenzione che viene dedicata a questa materia.
Le statistiche che di tanto in tanto vengono diffuse sulle percentuali di persone che parlano il dialetto, il più delle volte sono fasulle, nel senso che vengono fatte a campione. Da non dimenticare che “Una lingua è un dialetto che ha fatto carriera con un esercito ed una marina militare”, come sostiene Ugo Vignuzzi, docente di dialettologia all'Università La Sapienza di Roma.
La prova viene proprio dal Dizionario di Locaputo che, a distanza di 10 anni, torna in libreria con il gemello, questa volta nella versione Italiano-Conversanese.
Il Dizionario offre un’ampia gamma di lemmi (oltre seicento) e di frasi idiomatiche (circa quattrocentocinquanta), con oltre cento annotazioni circa usanze e tradizioni che caratterizzano il primo cinquantennio del XX secolo.
L’autore ha fatto di più, ha arricchito il dizionario con note di costume, usi e tradizioni, che ha attinto ai suoi ricordi di infanzia degli Trenta e Quaranta. Non mi trova d’accordo Locaputo sul “naufragio” del dialetto, diversamente non avrebbe divulgato il presente dizionario al solo scopo di lasciare “un manuale per pochi studiosi che vorranno sondare e ricostruire la cultura dei nostri padri, alla stregua dai monumenti architettonici del passato…”.
Un lavoro pregevole, quello di Locaputo, in quanto è un’ampia e variegata documentazione di un mondo colto in un preciso momento storico di Conversano, illustrato nelle voci del dialetto, nei modi di dire, nelle espressioni della saggezza popolare e della cultura contadina ed anche con qualche foto. L’autore, infatti, permette di curiosare nel passato, permettendo ai suoi concittadini ed ai curiosi di sapere “come si diceva” o “come si viveva” nei tempi passati, offrendo alle generazioni future l’occasione per conoscere e recuperare la cultura ed i valori della comunità conversanese dei secolo scorso, ma anche di interpretare il linguaggio che si parla ancora oggi nella bella Conversano.
L’autore ha compiuto una operazione filologica, ispirata dal suo amore per una lingua che, secondo lui, sta per cadere in disuso, un’operazione quindi di salvataggio di un patrimonio in parte dissipato, ma che si tenta in tutti i modi di salvare e conservare come testimonianza di un passato, di una storia e di una cultura.
Pasquale Locaputo, ha una lunga carriera di docente di materie letterarie, in particolare di latino e storia. È stato tra i fondatori dell’Istituto Magistrale Statale “San Benedetto” di Conversano, dove ha insegnato dal 1962 al 1987, redattore dell’Annuario dell’Istituto Magistrale. Per un decennio è stato presidente dell’Associazione Culturale “Luigi Sturzo”, continuando così l’opera del fondatore Matteo Fantasia.
La pubblicazione è stata realizzata grazie al sostegno dell’Amministrazione Comunale di Conversano, guidata dall’avv. Michele Lovascio, dell’emittente televisiva Telenorba e del suo presidente emerito ing. Luca Montrone.
L’illustrazione di copertina è del pittore Tony Prayer.