La Manna di San Nicola: curiosità


VITTORIO POLITO – In occasione della sagra di San Nicola, nella giornata del 9 maggio, la festa dei baresi, viene prelevata la Manna, il liquido che si forma dove sono presenti le ossa del Santo. Va precisato che l’acqua che viene distribuita nelle boccettine non è interamente manna, dal momento che si raccoglie solo una modesta quantità, che viene versata in grandi boccioni di acqua benedetta.

La presenza a Bari delle reliquie di San Nicola, e quindi del miracoloso “sacro licor” (manna o myron nel mondo greco o miro per i russi), ha influito non solo sulla storia della città, ma ha alimentato notevolmente l’interesse, la devozione ed il pellegrinaggio verso la Tomba del Santo, sia dei baresi e degli italiani, che del mondo ortodosso e soprattutto del popolo russo, che riconosce in Nicola “il Santo”. È arcinoto che San Nicola è patrono di Bari, protettore del mare, dei bambini, degli operatori commerciali, e quindi della Camera di Commercio. In sostanza il Santo di Mira (anzi di Bari), rappresenta per la nostra città, e non solo, un punto di riferimento per l’incontro tra i popoli, per gli scambi culturali, commerciali e per l’ecumenismo. Ma è anche motivo di avvicinamento della Chiesa cattolica a quelle Ortodosse.

Nel maggio 2011 si svolse a Bari nel Salone principale della Camera di Commercio, per iniziativa dello stesso Ente camerale, presieduto da Alessandro Ambrosi, l’interessante manifestazione culturale “I maestri dei vetri dipinti”, una mostra, curata da Alfredo Conte, dedicata soprattutto ai contenitori della sacra manna di San Nicola. I vetri dipinti in tutto il XIX secolo, rientrano nella categoria dei vetri soffiati secondo la tecnica delle “forme aperte”, cioè quando il bollo vitreo, soffiato con la canna dell’artista vetraio, veniva da quest’ultimo manipolato e modellato. Nel Catasto onciario di Bari del 1753 erano registrati e tassati come “pittori di caraffine”, Donato Giustiniani e Gaetano Donatelli, senza ulteriori indicazioni per l’identificazione delle loro opere. I vetri principalmente prodotti a Murano, erano ultimati a Bari, accuratamente rifiniti, decorati, riempiti della Santa Manna e sigillati, pronti per essere affidati alla conservazione devota.

Vediamo in sintesi cos’è la manna. Il periodico “Nicolaus – Studi storici” (fascicolo 1, 2004), diretta da padre Gerardo Cioffari o.p., riporta, un interessante capitolo firmato dallo stesso Cioffari «La manna di S. Nicola. Testimonianze storiche di una devozione». Nel capitolo citato, padre Cioffari tratta della devozione per la “Manna di S. Nicola”, attraverso testimonianze storiche, riportando nelle sue note alcune curiosità. San Nicola, ad esempio, non è l’unico Santo a cui è connessa la devozione della manna, quel liquido variamente designato, ma che in realtà è acqua pura, come certificato nel 1925 dal prof. Riccardo Ciusa dell’Istituto di Igiene dell’Università di Bari. Prima di Lui fu celebre San Menas, un soldato romano di stanza in Palestina e in Siria, che rimase folgorato dall’insegnamento di Gesù e si convertì al cristianesimo; ma con l’avanzare della devozione nicolaiana gli cedette il passo e San Nicola divenne il Santo della manna per eccellenza.

Le testimonianze in tal senso non si contano e vengono da molto lontano e certamente l’attrattiva della sua figura, come sostiene padre Cioffari, è legata proprio a questo fenomeno. Cioffari parla anche della manna nel mondo greco, come fattore trainante per i pellegrinaggi, dell’antica liturgia ed anche di alcuni componimenti poetici sull’argomento. Non va dimenticato che la manna, spesso, rappresenta l’ultima ancora a cui i malati ricorrono dopo l’esaurimento dei metodi della medicina scientifica, «prescindendo dal problema se si tratti di miracolo o meno, quest’acqua ha le caratteristiche della reliquia. Il fedele nel berla o nell’ungere la parte malata del corpo, crea una vicinanza del proprio corpo a quello di San Nicola. A questo punto tutto passa in secondo piano, scienza, arte, letteratura, per dare spazio alla fede; non la fede cristiana in quanto tale, che non viene messa in discussione dal credere o meno ai miracoli connessi alle reliquie, ma la fede come fiducia nell’aiuto del Santo».

Il prelievo della manna, anche quest’anno sarà effettuato il giorno 9, attraverso una particolare operazione che prevede l’utilizzo di una sofisticata apparecchiatura per il recupero del miracoloso liquido, predisposta dal maestro orafo barese Felice Caradonna, che ha anche decorato le ampolle con montature in argento e particolari tappi in oro.