BARI - “Forza Taranto”: con questa esortazione di Michele Emiliano e di Enrico Letta si è conclusa la lunga giornata del segretario nazionale del PD e del presidente della Regione Puglia interamente dedicata a Taranto, insieme al sindaco Rinaldo Melucci.
In mattinata hanno incontrato a Palazzo di Città i commissari provinciali del partito Nicola Oddati e Giovanni Chianese e a seguire in Arcivescovado con Monsignor Filippo Santoro. Nel pomeriggio sopralluogo sul cantiere dell’Ospedale San Cataldo e un confronto con la rete dei circoli Pd che ha segnato dei passaggi politici molto significativi.
“Sono veramente felice di essere qui - ha detto Emiliano nel corso del suo intervento - Sono felice di vedervi in serenità e uniti. Io capisco che non è semplice e che non si può cancellare tutto ciò è che stato con la gomma. Però vi prego di provare a farlo perché mi sono reso conto, nel tempo, che il metodo migliore rimane provare a rilanciare in positivo gli obiettivi, le cose da fare. È difficile, voi capirete, lo è anche per quanto mi riguarda, perché per le vicende tarantine io ho rischiato l’osso del collo sempre. Nel senso che ci sono stati momenti in cui quello che la Regione Puglia esprimeva sembrava avere contro tutti quanti. Colgo invece stasera uno spirito nuovo e vi ringrazio tutti per aver dato atto anche della sofferenza che ho patito per queste vicende. A volte, in assoluto silenzio, senza replicare. Qualche volta, di fronte ad una guida nazionale piuttosto brutale, mi sono ribellato. Però è arrivato un momento in cui ho capito che il partito stava cominciando questa riflessione, perché il lavoro che hanno fatto Giovanni e Nicola è un lavoro di straordinaria amicizia oltre che un lavoro politico. Loro hanno preso questo partito in provincia di Taranto e compreso che aveva bisogno di fare ‘fisioterapia’, di ricominciare a comprendere che è normalissimo avere dei punti di vista diversi, anche opposti, perché viviamo dentro un organismo reale, dove non c’è uno che comanda e altri che ubbidiscono, a nessun livello. Non c’è a livello nazionale, non c’è a livello regionale, non c’è a livello comunale. Tutti hanno diritto di parola. E proprio per questo dobbiamo utilizzare questo diritto e questa dialettica con cautela, altrimenti rischiamo di sfasciare tutto ogni volta e questo non ce lo possiamo permettere. Anche perché siamo l’unica cosa che questo Paese ha. Come abbiamo svolto questo ruolo in Puglia e lo abbiamo svolto in 20 anni, cambiando da così a così, possiamo farlo anche per l’Italia, ma abbiamo bisogno di dare una mano a tutti quelli che si misurano con questo compito. Enrico è qui, non per le solite storie che avete visto in passato, ma perché ha voglia di darci tutto, comprende che qui c’è sofferenza. Ha parlato adesso con i genitori e lo ha fato senza retorica. Sono certo che da quel colloquio dedurrà molte di quelle ragioni che ci hanno portato su questa posizione politica piuttosto che su altre: perché noi siamo quelli che hanno bisogno dello stato di diritto, delle regole, della costituzione, perché chi è forte non ha bisogno di noi. Non abbiamo nulla contro i forti, ma noi siamo nati per un altro motivo, siamo dalla parte di chi è discriminato, dalla parte di chi subisce la negazione dei diritti, di chi non ha il diritto alla mobilità , alla salute, all’istruzione, al benessere, alla vita. Il nostro programma di governo in Puglia si chiama ‘una lunga vita felice’, che sembra una favola però la verità è quella. Abbiamo una aspettativa di vita piuttosto lunga noi pugliesi e ce la vogliamo godere, perché abbiamo la fortuna di lavorare e sacrificarci in un Paese bellissimo che è l’Italia e in una regione bellissima che è la Puglia. Ora pensiamo in positivo. Proviamo a sorridere, anche di noi stessi. Smettiamo di drammatizzare le cose che non vanno drammatizzate. Proviamo a dimostrare all’Italia di essere quell’ottimismo intelligente, propositivo che sa anche far finta di non sentire, specie a fronte di un intervento sgraziato. Però noi siamo ancora qui, siamo andati a visitare il cantiere del nuovo ospedale, siamo andati a vedere quello che succederà e che stiamo progettando con i Giochi del Mediterraneo, possiamo presentare il nuovo mezzo di mobilità urbana che ci siamo inventati su due piedi cogliendo l’opportunità dei finanziamenti ministeriali. Abbiamo scelto Taranto perché stiamo uscendo sulla scena turistica e abbiamo bisogno di questo mezzo, perché quest’area ha una mobilitò gigantesca. Lavoriamo così, sulle piccole cose quotidiane, dentro una strategia generale. Il Segretario è qui per tracciare una strada con noi, ci ha ascoltato, e vedrete che insieme si comporrà il ragionamento, perché è in corso una mediazione importantissima e strategica con il Governo. Adesso siamo tornati. Come dice Biden per gli Stati Uniti, PD is back, è tornato e quindi noi pensiamo davvero di poter dare tantissimo per questo territorio”.
Nel corso del suo intervento, Enrico Letta ha detto parole molto significative: “L’Italia deve risarcire Taranto. L’Italia sta cominciando a vedere Taranto in un altro modo. Innanzitutto perché la Regione lo fa. E io voglio dire, veramente con qualcosa di molto più di un ragionamento istituzionale o politico, che mi sento profondamente, intimamente, sostanzialmente amico di Michele Emiliano, e credo che la Puglia e l’Italia gli debbano molto oggi. Perché Michele ha fatto e sta facendo un grandissimo lavoro. Cosa sarebbe, se fossero gli altri a governare, la Puglia? Cosa sarebbe stato? Non staremmo certo qui a ragionare di queste cose, ci sarebbe tutt’altro scenario”.
Enrico Letta ha ribadito che “per noi il futuro è quello della decarbonizzazione totale dello stabilimento dell’ex Ilva”, parole nitide che incontrano la posizione di Michele Emiliano che a sua volta ha ribadito: “La nostra posizione, quella del Comune di Taranto e della Regione Puglia è chiara: la chiusura degli impianti a caldo subito e la prosecuzione dell’attività con lavorazione a freddo fino a quando non sarà attuata la totale decarbonizzazione”.
Per la prima volta la voce del Partito democratico, dai circoli territoriali sino al livello nazionale, è stata una sola e si è attestata su questa posizione e su questa prospettiva. Una unità di intenti e di visione che probabilmente rappresenta la principale novità di questa giornata.
In mattinata hanno incontrato a Palazzo di Città i commissari provinciali del partito Nicola Oddati e Giovanni Chianese e a seguire in Arcivescovado con Monsignor Filippo Santoro. Nel pomeriggio sopralluogo sul cantiere dell’Ospedale San Cataldo e un confronto con la rete dei circoli Pd che ha segnato dei passaggi politici molto significativi.
“Sono veramente felice di essere qui - ha detto Emiliano nel corso del suo intervento - Sono felice di vedervi in serenità e uniti. Io capisco che non è semplice e che non si può cancellare tutto ciò è che stato con la gomma. Però vi prego di provare a farlo perché mi sono reso conto, nel tempo, che il metodo migliore rimane provare a rilanciare in positivo gli obiettivi, le cose da fare. È difficile, voi capirete, lo è anche per quanto mi riguarda, perché per le vicende tarantine io ho rischiato l’osso del collo sempre. Nel senso che ci sono stati momenti in cui quello che la Regione Puglia esprimeva sembrava avere contro tutti quanti. Colgo invece stasera uno spirito nuovo e vi ringrazio tutti per aver dato atto anche della sofferenza che ho patito per queste vicende. A volte, in assoluto silenzio, senza replicare. Qualche volta, di fronte ad una guida nazionale piuttosto brutale, mi sono ribellato. Però è arrivato un momento in cui ho capito che il partito stava cominciando questa riflessione, perché il lavoro che hanno fatto Giovanni e Nicola è un lavoro di straordinaria amicizia oltre che un lavoro politico. Loro hanno preso questo partito in provincia di Taranto e compreso che aveva bisogno di fare ‘fisioterapia’, di ricominciare a comprendere che è normalissimo avere dei punti di vista diversi, anche opposti, perché viviamo dentro un organismo reale, dove non c’è uno che comanda e altri che ubbidiscono, a nessun livello. Non c’è a livello nazionale, non c’è a livello regionale, non c’è a livello comunale. Tutti hanno diritto di parola. E proprio per questo dobbiamo utilizzare questo diritto e questa dialettica con cautela, altrimenti rischiamo di sfasciare tutto ogni volta e questo non ce lo possiamo permettere. Anche perché siamo l’unica cosa che questo Paese ha. Come abbiamo svolto questo ruolo in Puglia e lo abbiamo svolto in 20 anni, cambiando da così a così, possiamo farlo anche per l’Italia, ma abbiamo bisogno di dare una mano a tutti quelli che si misurano con questo compito. Enrico è qui, non per le solite storie che avete visto in passato, ma perché ha voglia di darci tutto, comprende che qui c’è sofferenza. Ha parlato adesso con i genitori e lo ha fato senza retorica. Sono certo che da quel colloquio dedurrà molte di quelle ragioni che ci hanno portato su questa posizione politica piuttosto che su altre: perché noi siamo quelli che hanno bisogno dello stato di diritto, delle regole, della costituzione, perché chi è forte non ha bisogno di noi. Non abbiamo nulla contro i forti, ma noi siamo nati per un altro motivo, siamo dalla parte di chi è discriminato, dalla parte di chi subisce la negazione dei diritti, di chi non ha il diritto alla mobilità , alla salute, all’istruzione, al benessere, alla vita. Il nostro programma di governo in Puglia si chiama ‘una lunga vita felice’, che sembra una favola però la verità è quella. Abbiamo una aspettativa di vita piuttosto lunga noi pugliesi e ce la vogliamo godere, perché abbiamo la fortuna di lavorare e sacrificarci in un Paese bellissimo che è l’Italia e in una regione bellissima che è la Puglia. Ora pensiamo in positivo. Proviamo a sorridere, anche di noi stessi. Smettiamo di drammatizzare le cose che non vanno drammatizzate. Proviamo a dimostrare all’Italia di essere quell’ottimismo intelligente, propositivo che sa anche far finta di non sentire, specie a fronte di un intervento sgraziato. Però noi siamo ancora qui, siamo andati a visitare il cantiere del nuovo ospedale, siamo andati a vedere quello che succederà e che stiamo progettando con i Giochi del Mediterraneo, possiamo presentare il nuovo mezzo di mobilità urbana che ci siamo inventati su due piedi cogliendo l’opportunità dei finanziamenti ministeriali. Abbiamo scelto Taranto perché stiamo uscendo sulla scena turistica e abbiamo bisogno di questo mezzo, perché quest’area ha una mobilitò gigantesca. Lavoriamo così, sulle piccole cose quotidiane, dentro una strategia generale. Il Segretario è qui per tracciare una strada con noi, ci ha ascoltato, e vedrete che insieme si comporrà il ragionamento, perché è in corso una mediazione importantissima e strategica con il Governo. Adesso siamo tornati. Come dice Biden per gli Stati Uniti, PD is back, è tornato e quindi noi pensiamo davvero di poter dare tantissimo per questo territorio”.
Nel corso del suo intervento, Enrico Letta ha detto parole molto significative: “L’Italia deve risarcire Taranto. L’Italia sta cominciando a vedere Taranto in un altro modo. Innanzitutto perché la Regione lo fa. E io voglio dire, veramente con qualcosa di molto più di un ragionamento istituzionale o politico, che mi sento profondamente, intimamente, sostanzialmente amico di Michele Emiliano, e credo che la Puglia e l’Italia gli debbano molto oggi. Perché Michele ha fatto e sta facendo un grandissimo lavoro. Cosa sarebbe, se fossero gli altri a governare, la Puglia? Cosa sarebbe stato? Non staremmo certo qui a ragionare di queste cose, ci sarebbe tutt’altro scenario”.
Enrico Letta ha ribadito che “per noi il futuro è quello della decarbonizzazione totale dello stabilimento dell’ex Ilva”, parole nitide che incontrano la posizione di Michele Emiliano che a sua volta ha ribadito: “La nostra posizione, quella del Comune di Taranto e della Regione Puglia è chiara: la chiusura degli impianti a caldo subito e la prosecuzione dell’attività con lavorazione a freddo fino a quando non sarà attuata la totale decarbonizzazione”.
Per la prima volta la voce del Partito democratico, dai circoli territoriali sino al livello nazionale, è stata una sola e si è attestata su questa posizione e su questa prospettiva. Una unità di intenti e di visione che probabilmente rappresenta la principale novità di questa giornata.