MIMMO ROTOLO - Quando non si tiene conto delle difficolta' di una parte di una popolazione che non ha dimestichezza con le nuove tecnologie e quando una app funziona solo per apparecchi avanzati, ecco che i risultati sono sicuramente scarsi. L'app Immuni doveva contribure al tracciamento del virus e degli infetti non ha dato i risultati sperati: una volta che un utente viene riconosciuto come positivo viene inviata una notifica a tutti gli utenti dell'app che sono stati in contatto con il positivo per un tempo e una distanza tale da permettere al virus di insediarsi nel loro organismo.
Su circa 10 milioni di download ha tracciato solo 20 mila segnalazioni,
numeri che certificano un fallimento di Immuni. A contribure a tutto questo, ci hanno pensato anche le Regioni che
non hanno piu' comunicato i dati della app rendondo di fatto un
insuccesso un sistema che gia' dall' inizio comunque presentava dei
dubbi da parte di molti.
Ricordiamo che Immuni non poteva essere scaricata dai minori di 14 anni (che si sono dimostrati un grave serbatoio dell' infezione), molti
modelli di cellulari davano problemi, molti l'hanno scaricata ma pochi
l'avevano "attiva" (bisogna tenere sempre accesa la geolocalizzazione). Ad un certo momento verso ottobre sembrava che il contagio stesse
calando e molti non l'hanno attivata; grossi dibattiti in tv per quanto
rigurdava la privacy che hanno aumentato la diffidenza e per concludere
la grossa difficolta' nell'inserire un lungo codice alfanumerico ad un
operatore sanitario, che inviava un altro codice che arrivava poi agli
altri utenti.
Concludiamo con le parole del ministro Arcuri: "L’App Immuni non ha
sortito i risultati attesi,i download sono oltre i dieci milioni –
spiega – ma per adesso non abbiamo avuto la risposta che ci aspettavamo
in termini di scoperta dei contagiati. Penso che sia uno strumento
molto importante, ma per renderlo efficace c’è bisogno di un rapporto
di mutua collaborazione tra la App e chi la scarica. Probabilmente il
nostro messaggio non è stato sufficientemente potente».