VITTORIO POLITO – Ogni anno (il 23 aprile), si celebra la “Giornata Mondiale del Libro e del diritto d’autore”, evento organizzato dall’UNESCO per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale.
Il libro è il complesso di pagine dello stesso formato, contenenti testi e illustrazioni, cuciti o incollati, tenuti insieme dalla copertina e rappresenta il veicolo più diffuso del sapere. L’insieme delle opere stampate viene definito letteratura.
L’utilità dei libri sta nel fatto che alcuni di essi tramandano saggezza e conoscenza mentre altri lasciano il tempo che trovano
La Giornata fu istituita ufficialmente nel 1995, in occasione della 28ª edizione della Conferenza Generale dell’UNESCO, riunita a Parigi, durante la quale 12 Paesi proposero di lanciare l’iniziativa.
L’obiettivo della Giornata mondiale del libro è di incoraggiare a scoprire il piacere della lettura e a valorizzare il contributo degli autori al progresso sociale e culturale dell’umanità. La lettura allarga gli orizzonti fa scoprire nuovi mondi e ci predispone alla libertà di pensiero e di opinione.
Perché il 23 aprile? Perché in questa giornata nel 1616 sono morti tre scrittori di rilevanza mondiale: lo spagnolo Miguel de Cervantes (1547-1616), l’inglese William Shakespeare (1564-1616) e il peruviano Inca Garcilaso de la Vega (1539-1616), autori di grande rilievo per la letteratura mondiale.
Nello stesso giorno, sono nati il francese Maurice Druon (1918-2009), il russo Vladimir Nabokov (1899-1977), il colombiano Manuel Mejía Vallejo (1923-1998) e il premio Nobel islandese Halldór Laxness (1902-1998).
Anche molti proverbi sono stati dedicati ai libri tra cui mi piace ricordarne alcuni.
“I libri devono essere come gli amici: pochi e buoni”, cioè devono essere scelti con cura e non numerosi per essere assimilati perfettamente.
“Il miglior amico è un libro”, perché insegna e tiene compagnia nei momenti di solitudine e tace quando è di troppo. Insomma è discreto come un vero amico.
“Libri e anni fanno gli uomini di oggi”. L’esperienza e la cultura donano saggezza.
“Libro prestato, libro perduto”. Difficilmente vengono restituiti i libri dati in prestito, poiché sono collocati in scaffali ove diventano stabili per la discrezione.
“I libri e le donne non sono da prestare”, facilmente non tornano indietro.
“Chi perde il suo libro, perde metà della scienza”, poiché la sapienza che disponiamo è metà nella nostra mente e metà nei libri che continuamente consultiamo.
Pertanto leggete, leggete, leggete, poiché la lettura amplia la conoscenza e ci consente di vedere la realtà così com’è, indipendentemente dai nostri interessi e dai nostri preconcetti. Insomma allarga gli orizzonti!
Il libro è il complesso di pagine dello stesso formato, contenenti testi e illustrazioni, cuciti o incollati, tenuti insieme dalla copertina e rappresenta il veicolo più diffuso del sapere. L’insieme delle opere stampate viene definito letteratura.
L’utilità dei libri sta nel fatto che alcuni di essi tramandano saggezza e conoscenza mentre altri lasciano il tempo che trovano
La Giornata fu istituita ufficialmente nel 1995, in occasione della 28ª edizione della Conferenza Generale dell’UNESCO, riunita a Parigi, durante la quale 12 Paesi proposero di lanciare l’iniziativa.
L’obiettivo della Giornata mondiale del libro è di incoraggiare a scoprire il piacere della lettura e a valorizzare il contributo degli autori al progresso sociale e culturale dell’umanità. La lettura allarga gli orizzonti fa scoprire nuovi mondi e ci predispone alla libertà di pensiero e di opinione.
Perché il 23 aprile? Perché in questa giornata nel 1616 sono morti tre scrittori di rilevanza mondiale: lo spagnolo Miguel de Cervantes (1547-1616), l’inglese William Shakespeare (1564-1616) e il peruviano Inca Garcilaso de la Vega (1539-1616), autori di grande rilievo per la letteratura mondiale.
Nello stesso giorno, sono nati il francese Maurice Druon (1918-2009), il russo Vladimir Nabokov (1899-1977), il colombiano Manuel Mejía Vallejo (1923-1998) e il premio Nobel islandese Halldór Laxness (1902-1998).
Anche molti proverbi sono stati dedicati ai libri tra cui mi piace ricordarne alcuni.
“I libri devono essere come gli amici: pochi e buoni”, cioè devono essere scelti con cura e non numerosi per essere assimilati perfettamente.
“Il miglior amico è un libro”, perché insegna e tiene compagnia nei momenti di solitudine e tace quando è di troppo. Insomma è discreto come un vero amico.
“Libri e anni fanno gli uomini di oggi”. L’esperienza e la cultura donano saggezza.
“Libro prestato, libro perduto”. Difficilmente vengono restituiti i libri dati in prestito, poiché sono collocati in scaffali ove diventano stabili per la discrezione.
“I libri e le donne non sono da prestare”, facilmente non tornano indietro.
“Chi perde il suo libro, perde metà della scienza”, poiché la sapienza che disponiamo è metà nella nostra mente e metà nei libri che continuamente consultiamo.
Pertanto leggete, leggete, leggete, poiché la lettura amplia la conoscenza e ci consente di vedere la realtà così com’è, indipendentemente dai nostri interessi e dai nostri preconcetti. Insomma allarga gli orizzonti!