FOGGIA - "Il Policlinico Riuniti è pronto per il secondo dei tre studi a cui ha avuto accesso per testare diverse modalità di intervento sanitario nella prevenzione della diffusione del virus Covid-19 e nell’evoluzione della malattia con un importante dispiego di professionalità e mezzi tecnologici – illustra il prof. Sergio Lo Caputo, della clinica di Malattie infettive e responsabile delle sperimentazioni del Policlinico Riuniti di Foggia -: l’azienda ospedaliera è in assetto per il ‘via’ alla sperimentazione degli anticorpi monoclonali come da cronoprogramma e quindi dal primo giugno il dipartimento di Malattie infettive sarà impegnato in questo ulteriore contributo alla lotta alla Sars Cov-2".
"Siamo tra i centri partecipanti ad uno studio sull'utilizzo degli anticorpi monoclonali per via intramuscolo – sottolinea il direttore generale del Policlinico Riuniti Vitangelo Dattoli -: una via di somministrazione che potrebbe semplificare il lavoro dei medici e la vita dei pazienti grazie alle cure domiciliari in pazienti affetti da Covid di recente insorgenza e con sintomi lievi-moderati. Proprio per questo sarà decisivo rafforzare la collaborazione ospedale-territorio, quindi l'allerta del medico impegnato a mantenere il contatto con il paziente positivo in modo da somministrare la terapia quanto più possibile in fase precoce in ambiente protetto. Credo sia un elemento da valutare per confermare esiti interessanti".
COSA SONO - Parliamo degli anticorpi monoclonali intramuscolo, proteine create in laboratorio che hanno le stesse caratteristiche di quelle prodotte dal nostro organismo e che si legano ad un solo antigene dell’agente che si vuole combattere. L’ultima frontiera della terapia presenta una evoluzione delle prime ore perché prevede uno studio su persone Covid positive appena infette ma non limitato a soggetti con gravi patologie come previsto in un primo momento: il Policlinico si concentrerà anche su pazienti che non presentano gravi comorbilità e che quindi possono restituire dati più completi rispetto al primo gruppo di volontari. Si tratta di medicinali endovenosi da somministrare in ospedale in un processo piuttosto lungo, circa due ore, che avrà bisogno di molta organizzazione dal punto di vista logistico: al Policlinico è stata individuata come sede un’ala del reparto Covid al primo piamo sopra il Pronto Soccorso.
COME FUNZIONANO - Gli anticorpi monoclonali hanno principalmente tre diversi meccanismi di azione: neutralizzare, forare la superfici dei patogeni e richiamare altre cellule del sistema immunitario per attaccare virus e batteri. Il nostro anticorpo neutralizza il virus legando e bloccando la ormai nota proteina “spike”, posta sulla superficie del virus ed utilizzata da quest’ultimo per entrare ed infettare le cellule dell’ospite. Una volta bloccata la spike, il virus non è più in grado di infettare il nostro organismo.
I VANTAGGI - "Questa nuova somministrazione abbraccia tutti i potenziali pazienti che possono sottoporsi alla sperimentazione purché appena infettate – prosegue Lo Caputo -: i pazienti saranno seguiti principalmente a domicilio e con controlli meno frequenti in ospedale in regime di day service. Lo scopo degli anticorpi monoclonali è evitare la progressione della malattia e accorciare i tempi di guarigione". Somministrati in fase precoce ci si aspetta un netto calo dei ricoveri confermando il trend che fortunatamente registriamo nelle ultime settimane.
CHI PUÃ’ PARTECIPARE ALLO STUDIO – Possono far parte della sperimentazione persone appena infettate con tampone positivo da massimo 24 ore e maggiorenni.
COME CANDIDARSI – I pazienti possono contattare il numero 0881.736326 o mandare una mail all’indirizzo: monoclonalicovid@ospedaliriunitifoggia.it
FUTURO PROSSIMO: ANTIVIRALE IN COMPRESSE - Contestualmente, sempre nella seconda metà di giugno, il Policlinico Riuniti sarà impegnato nella terza sperimentazione di studi afferenti il Covid-19: si tratta di una novità assoluta in Puglia, un nuovo antivirale in compresse. Si dovrà assumere per 5 giorni ed è indicato per persone il cui tampone ha dato esito positivo in un arco temporale di massimo 3 giorni. Lo scopo dell’antivirale è simile alla sperimentazione per anticorpi monoclonali, ossia rallentare l’evoluzione della malattia e indurre nel volontario una forma blanda di virus rendendo i soggetti paucisintomatici. I partecipanti dovranno assumere il primo giorno le compresse in ospedale e successivamente a domicilio dove riceveranno delle visite periodiche. Sono previsti controlli ematici per valutare efficacia e tollerabilità del nuovo farmaco.