Spot con Maneskin e mozzarella falsi: la denuncia di Coldiretti
ROMA - E’ scandaloso lo spot lettone che per vendere mozzarella italiana taroccata sfrutta anche dei falsi Maneskin, la band tricolore del momento in tutto il mondo. E’ quanto denuncia la Coldiretti nel chiedere un intervento dell’Unione europea per bloccare la pubblicità dei prodotti di una ditta lettone che non si fa scrupolo di sfruttare l’italian sounding in tutti i sensi, sia alimentare che musicale.
Se da un lato si tratta della dimostrazione del crescente prestigio che l’Italia sta conquistando in Europa e nel mondo grazie alla creatività, resilienza ed estro dimostrati durante la pandemia, dall’altro – sottolinea la Coldiretti – le imitazioni banalizzano il successo nazionale e provocano un grave danno di immagine, oltre che economico.
Sui tabelloni pubblicitari dove campeggiano i falsi Maneskin si legge lo slogan “Tik labi ka Italija Formagia mokarellas siers padara visu labaku!…. pat saldetu picu” che tradotto significa: “La mozzarella Formagia buona come quella italiana rende tutto speciale!….Anche la pizza surgelata”. Non solo si storpiano i nomi ma – denuncia la Coldiretti – si sfruttano i colori identitari della bandiera italiana insieme ai simboli del made in Italy per vendere tarocchi che fanno concorrenza sleale alle produzioni nazionali. Una speculazione commerciale che – denuncia Coldiretti – sfrutta non solo la mozzarella, ma anche un altro simbolo del Made in Italy come l’arte della pizza, patrimonio immateriale dell’Unesco.
Per colpa del cosiddetto “italian sounding” nel mondo – stima la Coldiretti – spinti dalla frenata del commercio internazionale causata dall’emergenza Covid più due prodotti agroalimentari Made in Italy su tre sono falsi senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese per un valore che ha superato i 100 miliardi di euro nel mondo sottraendo risorse e opportunità di occupazione all’Italia per circa 300mila posti di lavoro.
Fra le brutte copie dei prodotti caseari nazionali nel mondo, in cima alla classifica c’è proprio la mozzarella, seguita dal Parmesan, dal provolone, dalla ricotta e dal Romano realizzato però senza latte di pecora. La pretesa di chiamare con lo stesso nome prodotti profondamente diversi è – afferma Coldiretti – inaccettabile e rappresenta un inganno per i consumatori ed una concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori.
A taroccare il cibo italiano – evidenzia la Coldiretti – non sono sollo i Paesi europei ma soprattutto i Paesi emergenti o i più ricchi dalla Cina all’Australia, dal Sud America agli Stati Uniti. Negli USA il 99% dei formaggi di tipo italiano sono “tarocchi” nonostante il nome richiami esplicitamente le specialità casearie più note del Belpaese, dalla Mozzarella alla Ricotta, dal Provolone all’Asiago, dal Pecorino Romano al Grana Padano, fino al Gorgonzola. Ma sul mercato dell’italian sounding – continua la Coldiretti – si è buttata anche la Russia dove l’embargo ai prodotti italiani per il braccio di ferro con l’Unione europea ha favorito la nascita e la proliferazione di brutte copie russe del Made in Italy.
La Corte Ue ha già fermato la falsa mozzarella di bufala dop catalana e l’utilizzo del simbolo del Gallo per vini diversi dal Chianti, ma i falsari – evidenzia Coldiretti – sono sempre in agguato per questo serve una efficace azione di contrasto a livello europeo e internazionale. Ed è strategico – conclude Coldiretti – arrivare all’obbligo di indicazione di origine dei prodotti in etichetta a livello nazionale ed europeo senza etichette fuorvianti come il Nutriscore o il semaforo.