BARI – Secondo posto al Festival “Corto… ma non troppo” per l’opera “Storie di condomini e di balconi”. La premiazione, avvenuta sabato 19 giugno a Paliano in provincia di Frosinone, è il coronamento del percorso intrapreso dagli utenti del Centro di Salute Mentale 2 Altamura – Gravina in Puglia – Poggiorsini della ASL Bari, in collaborazione con il Centro Diurno “Auxilium” di Altamura e il Centro Diurno “Questa Città” di Gravina in Puglia. Il cortometraggio, del resto, ha già fatto parecchia strada dopo la partecipazione al bando “Menti in corto”, concorso di cortometraggi organizzato in Sicilia da Sentiero per la vita – CTA Calatafimi, ed è già proiettato verso la prossima tappa: la presentazione e la visione all’interno della BIBART, Biennale Internazionale d’Arte di Bari, in programma il prossimo 20 luglio 2021 (dalle ore 18).
Un percorso interiore ma anche nei “tornanti” della vita quotidiana che, nell’ultimo tratto, è coincisa con il difficile anno di pandemia, con lo stravolgimento causato dal coronavirus e dalle misure restrittive per affrontarlo. Il mini-film è il racconto a più voci di questo periodo complesso, naturale tessitura di un lavoro costruito nel tempo, fatto di incontri a distanza, condivisione di emozioni ed elaborazione di vissuti portato avanti strenuamente dal Circolo IN LUCE Stories - Laboratorio Permanente di Narrazione Autobiografica e Fotografia Terapeutica presso l’ambulatorio del C.S.M. di Gravina in Puglia.
E’ qui che il progetto è stato tradotto in percorsi terapeutici dalle più svariate sfaccettature, cogliendo la sollecitazione del dott. Domenico Semisa, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Bari, a cercare tutte le possibili modalità in grado di lenire la solitudine – prima, durante e dopo il lockdown – e di andare incontro alle inevitabili situazioni di marginalità cui il disagio psichico espone.
Il progetto è coordinato dal dott. Maurizio Cimino, Educatore del Centro di Salute Mentale, e fortemente voluto dalla dott.ssa Maria G. Santoro, Dirigente Psichiatra Responsabile del Centro di Salute Mentale, e dall’équipe che vi lavora. “Altrettanto importante - spiega Domenico Semisa - è stata la decisione dei Comuni di Altamura e di Gravina in Puglia di abbracciare e sostenere questa iniziativa, per riconoscere a ciascuno dei partecipanti i propri diritti di cittadinanza e di appartenenza alla comunità”.
Lo short-film “Storie di condomini e di balconi” è stato realizzato con l’obiettivo di condurre uno studio che mira a valutare l’efficacia terapeutica dell’utilizzo delle tecniche espressive, come la cinematografia, nella promozione di processi di cambiamento interno nei percorsi terapeutici-riabilitativi di persone affette da patologie psichiatriche.
“L’attività del laboratorio IN LUCE Stories – commenta l’educatore Maurizio Cimino - è permanente, per cui particolare attenzione va data alla continuità dell’offerta che nasce in maniera concordata con i partecipanti, che ne hanno fatto esplicita richiesta, per mantenerne la stabilità degli incontri, finanche in autonomia con la creazione di un Circolo culturale che concretizza l’interesse e la passione che si è sviluppata per tale attività. Insomma, è il risultato del desiderio di mantenerla stabile e più che mai aperta al Territorio quindi anche al di fuori del circuito del Servizio nella quale nasce. Ma rispecchia anche un ottimo livello di sviluppo delle autonomie dei singoli nel decidere di occuparsi del mantenimento di tale iniziativa, dando libero sfogo a capacità cognitive, organizzative, di problem solving ecc., che li vede protagonisti di questo singolo progetto ma che li aiuta di certo a diventare protagonisti di un progetto ancora più grande che è quello di vita, dove ciascuno possa riconoscere i limiti dettati dalla patologia ma possa anche vedere le proprie potenzialità, innescando un processo di crescita basato sulla responsabilizzazione e sull'incremento della stima di sé, dell'autoefficacia e dell'autodeterminazione”.
Un percorso interiore ma anche nei “tornanti” della vita quotidiana che, nell’ultimo tratto, è coincisa con il difficile anno di pandemia, con lo stravolgimento causato dal coronavirus e dalle misure restrittive per affrontarlo. Il mini-film è il racconto a più voci di questo periodo complesso, naturale tessitura di un lavoro costruito nel tempo, fatto di incontri a distanza, condivisione di emozioni ed elaborazione di vissuti portato avanti strenuamente dal Circolo IN LUCE Stories - Laboratorio Permanente di Narrazione Autobiografica e Fotografia Terapeutica presso l’ambulatorio del C.S.M. di Gravina in Puglia.
E’ qui che il progetto è stato tradotto in percorsi terapeutici dalle più svariate sfaccettature, cogliendo la sollecitazione del dott. Domenico Semisa, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Bari, a cercare tutte le possibili modalità in grado di lenire la solitudine – prima, durante e dopo il lockdown – e di andare incontro alle inevitabili situazioni di marginalità cui il disagio psichico espone.
Il progetto è coordinato dal dott. Maurizio Cimino, Educatore del Centro di Salute Mentale, e fortemente voluto dalla dott.ssa Maria G. Santoro, Dirigente Psichiatra Responsabile del Centro di Salute Mentale, e dall’équipe che vi lavora. “Altrettanto importante - spiega Domenico Semisa - è stata la decisione dei Comuni di Altamura e di Gravina in Puglia di abbracciare e sostenere questa iniziativa, per riconoscere a ciascuno dei partecipanti i propri diritti di cittadinanza e di appartenenza alla comunità”.
Lo short-film “Storie di condomini e di balconi” è stato realizzato con l’obiettivo di condurre uno studio che mira a valutare l’efficacia terapeutica dell’utilizzo delle tecniche espressive, come la cinematografia, nella promozione di processi di cambiamento interno nei percorsi terapeutici-riabilitativi di persone affette da patologie psichiatriche.
“L’attività del laboratorio IN LUCE Stories – commenta l’educatore Maurizio Cimino - è permanente, per cui particolare attenzione va data alla continuità dell’offerta che nasce in maniera concordata con i partecipanti, che ne hanno fatto esplicita richiesta, per mantenerne la stabilità degli incontri, finanche in autonomia con la creazione di un Circolo culturale che concretizza l’interesse e la passione che si è sviluppata per tale attività. Insomma, è il risultato del desiderio di mantenerla stabile e più che mai aperta al Territorio quindi anche al di fuori del circuito del Servizio nella quale nasce. Ma rispecchia anche un ottimo livello di sviluppo delle autonomie dei singoli nel decidere di occuparsi del mantenimento di tale iniziativa, dando libero sfogo a capacità cognitive, organizzative, di problem solving ecc., che li vede protagonisti di questo singolo progetto ma che li aiuta di certo a diventare protagonisti di un progetto ancora più grande che è quello di vita, dove ciascuno possa riconoscere i limiti dettati dalla patologia ma possa anche vedere le proprie potenzialità, innescando un processo di crescita basato sulla responsabilizzazione e sull'incremento della stima di sé, dell'autoefficacia e dell'autodeterminazione”.