BARI - “Il turismo di qualità, lo ‘slow travel’ attraverso percorsi suggestivi da ammirare in carrozze d’epoca su tratte ferroviarie in disuso, rappresenta un crescente business per i territori interessati, e un’opportunità concreta di destagionalizzazione e di riscoperta dell’entroterra e di località meno note rispetto a quelle diventate meta di turismo di massa; - la Puglia può essere ancora più attrattiva, in ogni sua provincia, sia sul piano turistico che culturale, attraverso il recupero di tratte ferroviarie da dedicare allo ‘slow travel’ in periodi dell’anno che vadano oltre i mesi estivi, e i costi andrebbero considerati come investimenti, alla luce del ritorno economico e del considerevole indotto". Così in una nota il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Renato Perrini.
"Per questo - prosegue Perrini - ho presentato un’interrogazione con la quale chiedo al presidente Michele Emiliano, all’assessore alla Cultura Massimo Bray e all’assessore ai Trasporti Anita Maurodinoia, se esiste la volontà di investire sullo ‘slow travel’ su tratte ferroviarie in disuso, e nel restauro di materiale rotabile, per aprirsi a un mercato in crescita costante che potrebbe garantire alla Puglia un significativo ritorno economico e un considerevole indotto. E se ritengono degna di considerazione la tratta Taranto- Bari e l’itinerario storico lungo la Valle d’Itria, che esalterebbe ancor più un entroterra suggestivo e poco conosciuto non solo dai turisti provenienti da altre regioni italiane e dall’estero, ma dagli stessi pugliesi. L’interrogazione, per altro, mi è stata ‘suggerita’ indirettamente proprio dall’assessore Bray che di recente ha manifestato, nel corso di una Commissione, il proprio parere favorevole alla riapertura della ferrovia turistica Rocchetta Sant’Antonio-Gioia del Colle, in disuso da oltre 11 anni, una tratta di 142 chilometri costruita nel 1892 ad opera di Giustino Fortunato. Il restauro della linea è previsto da una legge quadro del 2017, ha spiegato l’Assessore, con un accordo di programma tra le Ferrovie dello Stato e i ministeri dei Trasporti, della Cultura e del Turismo, e per questo è stato richiesto uno studio di fattibilità all’assessore Maurodinoia. A tutto questo si aggiunge che il Museo Ferroviario di Lecce è diventato da qualche anno un riferimento per il territorio salentino, non solo per l’esposizione permanente di rotabili storici perfettamente restaurati e funzionanti – il ‘Salento Express’ -, ma per l’organizzazione di iniziative di ‘slow travel’ che hanno registrato un numero di adesioni sempre crescente. La tratta Taranto-Bari percorsa con carrozze d’epoca lungo la Valle d’Itria, reperibili tra il materiale in disuso delle Ferrovie del Sud Est, e altre vetture sottoposte a manutenzione da parte dell’Associazione Ionico-Salentina Amici delle Ferrovie, offrirebbe degli scorci incantevoli attraverso Locorotondo, Alberobello, Noci, Conversano, Rutigliano, Noicattaro, Capurso, Ceglie Messapica, Cisternino, Taranto, Statte, Crispiano. Sempre nel territorio jonico, infine, all’altezza della frazione di San Simone, in agro di Crispiano, insiste un casello ferroviario rientrante in un Parco naturalistico, nel quale si sono già sviluppati percorsi didattici e itinerari nei boschi. Quello che voglio dire è che lo ‘slow travel’ in Puglia andrebbe affrontato con una visione d’insieme, e una strategia e regia complessiva, in grado di cogliere le opportunità e di valorizzare ed esaltare le peculiarità e ricchezze dei vari territori”, concoude Perrini.
"Per questo - prosegue Perrini - ho presentato un’interrogazione con la quale chiedo al presidente Michele Emiliano, all’assessore alla Cultura Massimo Bray e all’assessore ai Trasporti Anita Maurodinoia, se esiste la volontà di investire sullo ‘slow travel’ su tratte ferroviarie in disuso, e nel restauro di materiale rotabile, per aprirsi a un mercato in crescita costante che potrebbe garantire alla Puglia un significativo ritorno economico e un considerevole indotto. E se ritengono degna di considerazione la tratta Taranto- Bari e l’itinerario storico lungo la Valle d’Itria, che esalterebbe ancor più un entroterra suggestivo e poco conosciuto non solo dai turisti provenienti da altre regioni italiane e dall’estero, ma dagli stessi pugliesi. L’interrogazione, per altro, mi è stata ‘suggerita’ indirettamente proprio dall’assessore Bray che di recente ha manifestato, nel corso di una Commissione, il proprio parere favorevole alla riapertura della ferrovia turistica Rocchetta Sant’Antonio-Gioia del Colle, in disuso da oltre 11 anni, una tratta di 142 chilometri costruita nel 1892 ad opera di Giustino Fortunato. Il restauro della linea è previsto da una legge quadro del 2017, ha spiegato l’Assessore, con un accordo di programma tra le Ferrovie dello Stato e i ministeri dei Trasporti, della Cultura e del Turismo, e per questo è stato richiesto uno studio di fattibilità all’assessore Maurodinoia. A tutto questo si aggiunge che il Museo Ferroviario di Lecce è diventato da qualche anno un riferimento per il territorio salentino, non solo per l’esposizione permanente di rotabili storici perfettamente restaurati e funzionanti – il ‘Salento Express’ -, ma per l’organizzazione di iniziative di ‘slow travel’ che hanno registrato un numero di adesioni sempre crescente. La tratta Taranto-Bari percorsa con carrozze d’epoca lungo la Valle d’Itria, reperibili tra il materiale in disuso delle Ferrovie del Sud Est, e altre vetture sottoposte a manutenzione da parte dell’Associazione Ionico-Salentina Amici delle Ferrovie, offrirebbe degli scorci incantevoli attraverso Locorotondo, Alberobello, Noci, Conversano, Rutigliano, Noicattaro, Capurso, Ceglie Messapica, Cisternino, Taranto, Statte, Crispiano. Sempre nel territorio jonico, infine, all’altezza della frazione di San Simone, in agro di Crispiano, insiste un casello ferroviario rientrante in un Parco naturalistico, nel quale si sono già sviluppati percorsi didattici e itinerari nei boschi. Quello che voglio dire è che lo ‘slow travel’ in Puglia andrebbe affrontato con una visione d’insieme, e una strategia e regia complessiva, in grado di cogliere le opportunità e di valorizzare ed esaltare le peculiarità e ricchezze dei vari territori”, concoude Perrini.