PIERFRANCESCO AGOSTINI - I vertici del mondo della salute, tutti baresi, hanno incontrato l’Arcivescovo di Bari Mons. Satriano. L’occasione è stata offerta dall’Associazione medici cattolici rappresentata dai presidenti europeo dr. Vincenzo De Filippis, dal nazionale prof. Filippo Boscia e di Bari dr. Pierfrancesco Agostini per esprimere in persona il saluto a nome dei medici baresi e dal presidente nazionale della Federazione degli ordini dei Medici, dr Filippo Anelli che ha sottolineato come in questo momento storico Bari rappresenti un vero e proprio laboratorio di idee per la sanità rappresentata ai massimi livelli italiani ed europei.
E’ stato ricordato il sacrificio dei medici scomparsi per la Covid, il ruolo fondamentale della professione medica e il primato della coscienza nelle scelte difficili che in questo periodo i medici sono chiamati ad assumere, ma anche, su suggerimento del prof. Boscia, la drastica riduzione delle libertà individuali, l’esclusione di umanizzazione, vicinanza psicologica, accompagnamento morale e spirituale, necessità di “care” ed i medici e gli operatori sanitari.
La pandemia da Covid 19 ha detto Boscia - ha ridotto drasticamente le libertà individuali, ha messo in crisi i sistemi di assistenza, ha alimentato in modo esagerato un burocratico sitteraggio dello Stato nei confronti di tutti i cittadini.
Dramma nel dramma la iperburocratizzazione ha reso complicata la vita quotidiana, la vita dei medici, i processi assistenziali che vedono ridotte le attività di soccorso anche per patologie gravi quali i tumori, con riduzione delle attività chirurgiche e assistenziali. In sofferenza poi, anche gli aspetti economici e le attività produttive nonché gli aspetti globali della vita personale.
La paura trasmessa a tutti include la collettività, i medici, gli operatori socio sanitari, i ministri di culto, presbiteri , soccorritori , care givers, e quanti chiamati ad avere rapporti di prossimità anziché di distanziamento.
In questo momento si è aggravata quella eclissi totale che, pur tipica del nostro tempo è diventata ancor più virale del virus.
Umanizzazione, vicinanza psicologica, accompagnamento morale e spirituale, necessità di “care” sono state pesantemente escluse da tutti quegli obbligatori percorsi virtuosi con rischi di “gnosticismo”, ed eclissi della fede e della communio. Boomerang dolorosi sono risultate tutte le conseguenze sanitarie, sociali della pandemia; di fatto sono mancate la benevolenza, la speranza e la visione cristiana della sofferenza che sono misura e criterio di ogni manifestazione umana.
Tutte le identità – ha continuato Boscia - sono state ferite, quella biografica fisica, cognitiva, sociale e spirituale della persona; la fede religiosa, sorgente di molte risorse interiori, è stata completamente dimenticata ed esclusa.
I confini della vita al nascere e al morire sono stati completamente ignorati. La paura trasmessa dai media e dalla comunicazione di massa ha costretto a vivere l’esperienza della pandemia in modo brutale, facendo emergere incertezze, egoismi e facendo perdere in molti la responsabilità di poter essere co-autori di un aiuto globale da offrire alla comunità.
Certamente abbiamo bisogno di aiuti materiali ed economici, ma non possiamo continuare ad essere privati di quegli aiuti spirituali che i curatori della emergenza hanno voluto cancellare.
In realtà quello che è mancato è l’aiuto per l’anima cosi come è mancata la attenzione complessiva a ogni possibile umano sostegno nelle specifiche dolorose esperienza di perdita dei congiunti che si sono allontanati da noi senza conforto, senza carezze e senza dirette preghiere, lasciando un dolore sordo, inarrestabile, che purtroppo continuiamo a vivere.
Oggi stiamo passando dalla acuta emergenza, alla cosiddetta fase 2 che certamente non può escludere una ripresa dei contagi, non essendosi completata la fase vaccinale.
In questo memento i medici e gli operatori sanitari, desiderano sottolineare a gran voce di non dimenticare mai più che tra i servizi essenziali alla persona v’è da includere il sostegno spirituale e religioso.
La Chiesa rivendichi la pienezza della sua autonomia i suoi spazi di libertà e di speranza, i suoi luoghi di aiuto di solidarietà di sussidiarietà di carità e misericordia.
Ogni persona – ha concluso il presidente Amci - deve essere aiutata a superare anche con la preghiera le tante fragilità e difficoltà: ogni fragilità deve poter fruire degli aspetti terapeutici della fede.
La Chiesa, che si è proposta attivamente in ogni percorso di tutela della vita, lo ha fatto con coerenti interventi etico- solidaristici morali e religiosi e di fede.
Gratitudine è stata espressa per tutte quelle diagnosi e terapie spirituali che non hanno riguardato solo gli ammalati, i fragili, e le periferie esistenziali, ma anche tutti i sani che in abbandono spirituale continuavano ad aver bisogno di aiuto.
Stato e Chiesa siano sempre ordini indipendenti e sovrani, in reciproca azione collaborativa per la salute fisica il primo e per la salvaguardia della salute spirituale. La Chiesa è chiamata alla cura dell’anima per il rispetto dell’unitotalità della persona, fatta di corpo, mente, fede e spiritualità.
I medici presenti hanno rivolto al Vescovo una specifica preghiera :che si vigili affinchè in sanità non compaiano rischi di diseguaglianza e che non si accentui quel divario tra Nord e Sud ormai consolidato. Nella organizzazione sanitaria si fermino le contraddizioni e si escluda nella azione medica la impropria aziendalizzazione che comporta discriminazioni e impropria velocizzazione delle prestazioni professionali nelle quali va privilegiata relazione, ascolto e comunicazione, competenza ,uguale accesso alle cure e alle terapie per tutti. Si tenga infine presente che la cura delle persone è cosa diversa della cura delle malattie.
il Dr. Vincenzo De Filippis, Presidente della Federazione Europea delle Associazioni Mediche Cattoliche (cui aderiscono 18 associazioni nazionali), ha illustrato le azioni in atto: 1. Creazione e sostegno alla Associazione Medica Cattolica d’Albania (con cui la Diocesi di bari ha forti legami); 2. Interventi in sede di Parlamento Italiano ed Europeo e Comunità Europea su tematiche sanitarie e bioetiche; 3. Contributo della FEAMC alla elaborazione del nuovo Codice di Etica Medica dell’Associazione Medica Mondiale (WMA); 4. Incontri periodici sulle tematiche sociale e sanitarie più rilevanti (migrazioni, ecumenismo, nuove povertà, tutela del creato, assistenza alle disabilità e alle fragilità, digitalizzazione, trans-umanesimo, ecc.) in città e capitali europee; 5. Promozione dell’associazioni mediche cattoliche in nazioni ancora prive; 6. Collaborazione con i Dicasteri Vaticani e con la Pontificia Accademia della Vita; 7. Contributi presso organismi internazionali dove accreditati come osservatori (FAO, ONU, OMS); 8. Declinazione nelle organizzazioni sanitarie europee delle Encicliche e degli insegnamenti del Magistero; 9. Promozione di iniziative di assistenza sanitaria e di solidarietà.
Padre Arcivescovo Mons. Satriano ha colloquiato a lungo e ripreso i vari temi augurandosi di poter continuare un proficuo e duraturo colloquio con iniziative di collaborazione e di promozione reciproca.
presenti i Professori: Anelli (Presidente FNOMCEO) Boscia (Presidente Nazionale AMCI) ,De Filippis(Presidente Federazione Europea FEAMC) Agostini(Presidente AMCI Diocesi di Bari), Simonetti e Mons. Nicola Colatorti (Assistente Spirituale).
I medici hanno ringraziato l’Arcivescovo per il servizio che la Diocesi ha reso verso le fragilità e le solitudini. Il dr De Filippis ha sottolineato il contributo dei medici cattolici europei alla elaborazione del nuovo Codice di Etica Medica dell’Associazione Medica Mondiale e la promozione di iniziative di assistenza sanitaria e di solidarietà nei Paesi poveri.
L’Arcivescovo si è interessato ai vari temi ed ha offerto possibilità di interventi orientati alla opportuna soluzione.
La pandemia da Covid 19 ha detto Boscia - ha ridotto drasticamente le libertà individuali, ha messo in crisi i sistemi di assistenza, ha alimentato in modo esagerato un burocratico sitteraggio dello Stato nei confronti di tutti i cittadini.
Dramma nel dramma la iperburocratizzazione ha reso complicata la vita quotidiana, la vita dei medici, i processi assistenziali che vedono ridotte le attività di soccorso anche per patologie gravi quali i tumori, con riduzione delle attività chirurgiche e assistenziali. In sofferenza poi, anche gli aspetti economici e le attività produttive nonché gli aspetti globali della vita personale.
La paura trasmessa a tutti include la collettività, i medici, gli operatori socio sanitari, i ministri di culto, presbiteri , soccorritori , care givers, e quanti chiamati ad avere rapporti di prossimità anziché di distanziamento.
In questo momento si è aggravata quella eclissi totale che, pur tipica del nostro tempo è diventata ancor più virale del virus.
Umanizzazione, vicinanza psicologica, accompagnamento morale e spirituale, necessità di “care” sono state pesantemente escluse da tutti quegli obbligatori percorsi virtuosi con rischi di “gnosticismo”, ed eclissi della fede e della communio. Boomerang dolorosi sono risultate tutte le conseguenze sanitarie, sociali della pandemia; di fatto sono mancate la benevolenza, la speranza e la visione cristiana della sofferenza che sono misura e criterio di ogni manifestazione umana.
Tutte le identità – ha continuato Boscia - sono state ferite, quella biografica fisica, cognitiva, sociale e spirituale della persona; la fede religiosa, sorgente di molte risorse interiori, è stata completamente dimenticata ed esclusa.
I confini della vita al nascere e al morire sono stati completamente ignorati. La paura trasmessa dai media e dalla comunicazione di massa ha costretto a vivere l’esperienza della pandemia in modo brutale, facendo emergere incertezze, egoismi e facendo perdere in molti la responsabilità di poter essere co-autori di un aiuto globale da offrire alla comunità.
Certamente abbiamo bisogno di aiuti materiali ed economici, ma non possiamo continuare ad essere privati di quegli aiuti spirituali che i curatori della emergenza hanno voluto cancellare.
In realtà quello che è mancato è l’aiuto per l’anima cosi come è mancata la attenzione complessiva a ogni possibile umano sostegno nelle specifiche dolorose esperienza di perdita dei congiunti che si sono allontanati da noi senza conforto, senza carezze e senza dirette preghiere, lasciando un dolore sordo, inarrestabile, che purtroppo continuiamo a vivere.
Oggi stiamo passando dalla acuta emergenza, alla cosiddetta fase 2 che certamente non può escludere una ripresa dei contagi, non essendosi completata la fase vaccinale.
In questo memento i medici e gli operatori sanitari, desiderano sottolineare a gran voce di non dimenticare mai più che tra i servizi essenziali alla persona v’è da includere il sostegno spirituale e religioso.
La Chiesa rivendichi la pienezza della sua autonomia i suoi spazi di libertà e di speranza, i suoi luoghi di aiuto di solidarietà di sussidiarietà di carità e misericordia.
Ogni persona – ha concluso il presidente Amci - deve essere aiutata a superare anche con la preghiera le tante fragilità e difficoltà: ogni fragilità deve poter fruire degli aspetti terapeutici della fede.
La Chiesa, che si è proposta attivamente in ogni percorso di tutela della vita, lo ha fatto con coerenti interventi etico- solidaristici morali e religiosi e di fede.
Gratitudine è stata espressa per tutte quelle diagnosi e terapie spirituali che non hanno riguardato solo gli ammalati, i fragili, e le periferie esistenziali, ma anche tutti i sani che in abbandono spirituale continuavano ad aver bisogno di aiuto.
Stato e Chiesa siano sempre ordini indipendenti e sovrani, in reciproca azione collaborativa per la salute fisica il primo e per la salvaguardia della salute spirituale. La Chiesa è chiamata alla cura dell’anima per il rispetto dell’unitotalità della persona, fatta di corpo, mente, fede e spiritualità.
I medici presenti hanno rivolto al Vescovo una specifica preghiera :che si vigili affinchè in sanità non compaiano rischi di diseguaglianza e che non si accentui quel divario tra Nord e Sud ormai consolidato. Nella organizzazione sanitaria si fermino le contraddizioni e si escluda nella azione medica la impropria aziendalizzazione che comporta discriminazioni e impropria velocizzazione delle prestazioni professionali nelle quali va privilegiata relazione, ascolto e comunicazione, competenza ,uguale accesso alle cure e alle terapie per tutti. Si tenga infine presente che la cura delle persone è cosa diversa della cura delle malattie.
il Dr. Vincenzo De Filippis, Presidente della Federazione Europea delle Associazioni Mediche Cattoliche (cui aderiscono 18 associazioni nazionali), ha illustrato le azioni in atto: 1. Creazione e sostegno alla Associazione Medica Cattolica d’Albania (con cui la Diocesi di bari ha forti legami); 2. Interventi in sede di Parlamento Italiano ed Europeo e Comunità Europea su tematiche sanitarie e bioetiche; 3. Contributo della FEAMC alla elaborazione del nuovo Codice di Etica Medica dell’Associazione Medica Mondiale (WMA); 4. Incontri periodici sulle tematiche sociale e sanitarie più rilevanti (migrazioni, ecumenismo, nuove povertà, tutela del creato, assistenza alle disabilità e alle fragilità, digitalizzazione, trans-umanesimo, ecc.) in città e capitali europee; 5. Promozione dell’associazioni mediche cattoliche in nazioni ancora prive; 6. Collaborazione con i Dicasteri Vaticani e con la Pontificia Accademia della Vita; 7. Contributi presso organismi internazionali dove accreditati come osservatori (FAO, ONU, OMS); 8. Declinazione nelle organizzazioni sanitarie europee delle Encicliche e degli insegnamenti del Magistero; 9. Promozione di iniziative di assistenza sanitaria e di solidarietà.
Padre Arcivescovo Mons. Satriano ha colloquiato a lungo e ripreso i vari temi augurandosi di poter continuare un proficuo e duraturo colloquio con iniziative di collaborazione e di promozione reciproca.
presenti i Professori: Anelli (Presidente FNOMCEO) Boscia (Presidente Nazionale AMCI) ,De Filippis(Presidente Federazione Europea FEAMC) Agostini(Presidente AMCI Diocesi di Bari), Simonetti e Mons. Nicola Colatorti (Assistente Spirituale).
I medici hanno ringraziato l’Arcivescovo per il servizio che la Diocesi ha reso verso le fragilità e le solitudini. Il dr De Filippis ha sottolineato il contributo dei medici cattolici europei alla elaborazione del nuovo Codice di Etica Medica dell’Associazione Medica Mondiale e la promozione di iniziative di assistenza sanitaria e di solidarietà nei Paesi poveri.
L’Arcivescovo si è interessato ai vari temi ed ha offerto possibilità di interventi orientati alla opportuna soluzione.
Nella foto: Mons. Satriano con Anelli (Presidente FNOMCEO) Boscia (Presidente Nazionale AMCI), De Filippis (Presidente Federazione Europea) Agostini (Presidente AMCI Diocesi di Bari), Simonetti già presidente e consigliere nazionale Amci e Mons. Nicola Colatorti (Assistente Spirituale).