BARI - Viviamo nell'epoca dell'ostentazione dell'immagine. E da qualche tempo questa ostentazione riguarda non solo i classici status symbol come accessori griffati o costosi capi di moda, ma i corpi stessi. Di cosa parliamo? Chirurgia estetica, non più leggeri interventi di medicina estetica ma veri e propri interventi chirurgici a cui ci si sottopone per migliorare o addirittura stravolgere il proprio aspetto. Il presidente dell'Ordine degli Psicologi di Puglia ammonisce: "Il dato allarmante è che vi si sottopongono anche i giovanissimi, e il numero è in crescita".
Lo psicologo analizza la situazione attuale: "Non solo esteriorità, si rincorre la perfezione, l'irrealtà di corpi e visi a cui non bastano più i ritocchi digitali di filtri e app, sono sempre più i minorenni che chiedono di sottoporsi ad interventi di chirurgia estetica. Chiedono un'immagine che non trova un riscontro nella vita reale, nelle persone che siamo e che incontriamo tutti i giorni, la ricerca del proprio posto nel mondo passa attraverso l'omologazione dei social network".
Il dottor Gesualdo analizza quanto accade alla generazione Z, o ai più giovani della 'generazione Alpha', nate e cresciute nell'era digitale con i social network: "Scoprire la propria personalità e trovare il modo per farla emergere è oggi un viaggio piatto attraverso profili Instagram tutti uguali: stesse foto, stessi vestiti, stesse parole. E come sui social oggetti e accessori trovano una vetrina ideale, lo stesso sta accadendo per gli interventi. Non ci si nasconde più durante il post-operatorio: bende, lividi e protesi fanno bella vista di sé, alla pari di borse, sneakers e gioielli".
Gesualdo prosegue “E' un fenomeno che rivela una profonda insicurezza e una fragilità nascosta dietro l'ostentazione di oggetti ed esteriorità. Dall'adolescenza in poi il cammino per capire se stessi si basa da sempre sull'emulazione, sulla ricerca di punti di riferimento e idoli. L'approccio a queste richieste chirurgiche deve necessariamente diventare multidisciplinare, non vanno trascurate affatto le implicazioni psicologiche e relazionali”. Tutto questo accade nonostante si stia diffondendo il valore della cosiddetta "body positivity", sostenuto anche dalle maggiori influencer che, paradossalmente, fanno largo uso di ritocchi estetici e filtri.
"Un controsenso in essere", spiega Gesualdo, "I personaggi famosi spronano all'accettazione del proprio corpo così com'è ingannando i giovanissimi, instillando nelle loro menti dubbi e insicurezze. Il lockdown ha certamente accentuato questo fenomeno avendo usato pc e smartphone come specchi che hanno amplificato la percezione dei propri difetti. Ma la sfera del reale si evolve arrivando all'immaginario, ci troviamo di fronte ad un fenomeno sociologico che va affrontato sia in termini di comunicazione che in una visione di multidisciplinarietà”.