(credits: Proietto) |
Nella regione tedesca dello Spessart esiste ancora una fitta foresta, difficile da attraversare con i suoi pochi e aspri sentieri, resi ancora più accidentati da giganteschi e ombrosi pini e faggi, i cui rami intralciano il cammino. Per i contadini della zona è “il bosco della strega”, per via di un rudere con i suoi quattro forni e della storia di una donna bellissima che, con i suoi dolci magici, catturava quanti, perdendosi nel bosco, arrivavano nei pressi della sua casa. Sembra essere questa l’origine della fiaba di Hansel e Gretel, racconto “ombroso” come il bosco, reso ancora più inquietante dalla presenza di una donna che appare ai due fratellini bellissima, accogliente e materna, ma strega che inganna e mangia i bambini. Nello spettacolo del Teatro Crest, come nella fiaba, la sua presenza getta una luce mutevole su ogni passaggio della storia: il giornaliero inganno dell’immagine nasconde verità opposte o semplicemente più complicate. La casa, il bosco, il sentiero illuminato dai magici sassolini, le piume lucenti del cigno, tutto gira e si trasforma, per poi ritornare con una luce nuova, come il sole ogni mattina.
Cos’è buono? Cos’è brutto? Ciò è vero o ciò appare? I due bambini abbandonati nel bosco, attraverso la luce, le ombre e il buio, ritrovano la strada per tornare a casa, “felici e contenti”. Lo spettacolo coinvolge i bambini nel viaggio avventuroso dei due protagonisti aiutandoli a trovare le risposte davanti alle difficoltà disseminate nella storia. E creando un ponte tra favola e realtà . Anche le piccole cose possono diventare di grande sostegno, il segreto è discernere, aguzzare l’ingegno fino a guadagnarsi l’indipendenza dai genitori e… dall’abbondanza. Una volta sconfitta la paura di crescere, la vita rivela e regala tutti i suoi tesori.
Perché si raccontano fiabe ai bambini? Perché rappresentano uno dei più bei giochi che bambini e adulti possano giocare insieme. Un gioco che non ha bisogno di oggetti (giocattoli) o di spazi (il cortile, il bosco) per essere svolto. Si sta seduti. Si gioca con le parole, con la mente, con le immagini, con i sentimenti. Gianni Rodari