VITTORIO POLITO - Chi è il bugiardo? È colui che inganna dicendo bugie. La bugia è la falsa affermazione fatta intenzionalmente cioè una menzogna, motivo per cui le bugie hanno le gambe corte e prima o poi si scopre la verità. Il bugiardo deve avere anche buona memoria per non cadere in contraddizione sulle cose che ha detto.
Vi sono bugie dette per cortesia, per educazione e quelle necessarie a coprire una verità sconvolgente, infine la bugia come illusione, motore della vita e dei rapporti umani. Difficilmente una bugia va lontano o si riesce a tenere in piedi qualcosa che si fonda sulla menzogna. La bugia serve per andare avanti nella vita.
Dante, nella sua “Commedia”, colloca nell’ultima bolgia dell’ottavo cerchio i falsari che in vita falsificarono cose, persone, denaro o parole; essi sono afflitti da orrende malattie che li sfigurano: i falsificatori di cose dalla lebbra, quelli di persona dalla rabbia, quelli di monete dall’idropisia e quelli di parola dalla febbre.
“Il bugiardo” è anche un’opera teatrale in tre atti in prosa di Carlo Goldoni, andata in scena con successo per la prima volta a Mantova nella primavera del 1750. Il protagonista Lelio, funambolo della parola e maestro di “spiritose invenzioni”, ha la strepitosa e terribile dote di costruire immensi, complicatissimi castelli di bugie grazie ai quali riesce a ingannare chiunque gli capiti a tiro. La sua fervida e perfida fantasia innesca un crescendo di esilaranti equivoci che fanno de “Il Bugiardo” una delle commedie più divertenti di Goldoni, ma forse anche una tra le più inquietanti e incredibilmente moderne.
Nella lingua italiana si è instaurato un equivoco sul doppio significato della parola “bugia”, mi riferisco a quel piccolo candeliere casalingo, costituito da un piattino col manico che aveva gambe o piedini cortissimi e si spostava da una stanza all’altra.
Ed ora vediamo che dicono i numerosi proverbi.
“Le bugie fanno allungare il naso”. Solitamente ai bambini si fa credere che ai bugiardi si allunghi il naso e loro cadono nel tranello, toccandoselo per verificare se risponde al vero. Collodi, com’è noto, trattò questo gioco in un capitolo di “Pinocchio”, facendo allungare al burattino il suo naso ogni volta che diceva una bugia.
“Non c’è colla per tenere insieme le bugie”. Quando le bugie si sommano non stanno più insieme. Difficilmente il bugiardo riesce a costruire un sistema coerente di menzogne. Prima o poi qualche maglia non tiene facendo crollare il castello di bugie.
“Per sapere la verità ci vogliono due bugiardi”. Mettendo a confronto quanto dicono due bugiardi si ottengono tante contraddizioni che possono mettere sulla giusta via per capire quale sia la verità.
“Ogni uomo è bugiardo”. Nessuno nella vita riesce ad essere limpido, veritiero e chiaro in ogni occasione. C’è sempre qualcosa che si vuole tenere segreta o che sia creduta in un certo modo. L’espressione viene dalla Bibbia: “Ogni uomo è bugiardo” (Salmi 116.11).