La campagna vaccinale anti-Covid sta rallentando

ROMA - Sono più di 2 milioni gli over 60 non immunizzati, nonostante gli sforzi per rintracciarli. Anche nella fascia 20-40 anni, per vari motivi, le prenotazioni sono crollate.

Con i contagi in risalita, questo calo diventa un problema.

La diminuzione sinora è stata parzialmente messa in secondo piano anche per il numero totale delle dosi, rimasto sopra la soglia minima fissata dalla struttura commissariale, 500mila somministrazioni al giorno, grazie alle seconde dosi già programmate. Tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, l’apertura delle somministrazioni a tutte le fasce d’età e iniziative come gli open day hanno consentito a tutte le persone che volevano vaccinarsi sia di ricevere la prima dose sia di prenotare la seconda. La necessità di fare i richiami spiega in parte il calo delle prime dosi, ma vi sono anche altre problematiche.

Ma il calo non riguarda solo gli anziani, ma anche le fasce d’età più giovani, tra i 20 e i 40 anni, ed è dovuto principalmente alle limitazioni alla somministrazione del vaccino AstraZeneca, riservato solo a chi ha più di 60 anni. Fino all’11 giugno, quando il Cts ha raccomandato di limitare l’utilizzo agli anziani, in molte regioni erano stati organizzati open day ed eventi notturni aperti ai più giovani a cui era stato somministrato il vaccino AstraZeneca. Da quel momento in poi le iniziative sono state fortemente ridimensionate in tutta Italia.

Tra le cause del calo delle prime dosi troviamo anche i tempi tra le due somministrazioni. Con un’attesa tra i 21 e i 42 giorni tra la prima dose e il richiamo, molte persone non si sono prenotate nemmeno per la prima dose, per non dover programmare il richiamo nel mese di agosto e avere problemi nell’organizzazione delle vacanze.