BARI - Depositato questa mattina, presso la Procura della Repubblica di Taranto, l’esposto contro l’adeguamento impiantistico e l’insediamento di una attività di deposito preliminare, messa in riserva e recupero di rifiuti speciali pericolosi (tra i quali amianto) a ridosso del centro abitato di Pulsano, autorizzato a febbraio scorso dalla Provincia di Taranto. Così Cosimo Borraccino, Consigliere del Presidente della Regione Puglia Per l'attuazione del Piano Taranto.
Si tratta - prosegue Borraccino - di una vicenda preoccupante, della quale ci siamo interessati già alcuni mesi fa, mettendo a nudo le criticità e le ripercussioni per la salute, legate a questo tipo di adeguamento impiantistico.
A nostro avviso infatti, a monte dell’autorizzazione, non si sono tenuti presenti diversi aspetti che rendono incompatibile, e per molti cittadini incomprensibile, in quel sito, lo stoccaggio di queste sostanze.
L’impianto già esistente, del quale si chiede di fatto una modifica sostanziale dell’insediamento, dista appena 250 metri dal centro abitato di Pulsano, da vie densamente popolate, come via Matteotti e via Costantinopoli e relative parallele, ed esporrebbe potenzialmente centinaia di cittadini residenti all’inalazione di particelle pericolose per la propria salute.
L’aspetto della distanza, che noi rimarchiamo con forza, è molto importante e rappresenta l’elemento su cui si basa anche la ASL di Taranto che, nel parere chiamata a rilasciare, si è dichiarata “Non Favorevole” all’adeguamento per l’impatto negativo dell’impianto sulla salute pubblica di cittadini e lavoratori. Ricordiamo che l’impianto giace nella zona artigianale del paese, dove sono insediate una dozzina di altri capannoni, oltre al deposito della CTP (Consorzio Trasporti pubblici) che potrebbero essere anch’essi esposti a polveri nocive per le vie respiratorie e per l’organismo.
Inoltre, altro aspetto da considerare, che richiama anche la ASL di Taranto nel suo verbale, è la incompatibilità con la normativa regionale.
Il Piano di Gestione dei Rifiuti pericolosi della Regione Puglia ha previsto una distanza minima di questi impianti di 2.000 metri dai centri abitati.
Inoltre in data 15.5.2021 anche il Consiglio Comunale di Pulsano ha votato all’unanimità una delibera, già proposta precedentemente dall' opposizione, nella quale si chiede alla Provincia di Taranto di rivedere la procedura autorizzativa dell’Azienda proponente.
Ho presentato questo esposto nella speranza che, poiché i lavori ancora non sono cominciati, l’Autorità giudiziaria possa intervenire e indurre a riaprire la procedura autorizzativa in capo alla Provincia di Taranto, cosa peraltro richiesta oltre che dal Consiglio Comunale di Pulsano a maggio scorso, anche da un consigliere provinciale in una nota inviata al Presidente ed al Dirigente del Settore Ambiente della Provincia di Taranto.
Come ho ribadito in altre occasioni pubbliche, non vi è alcuna preclusione ideologica sull’impianto a patto che sia molto distante dal paese, e che sia oggetto di una necessaria e rigorosa valutazione in sede di rilascio autorizzativo, per non compromettere un territorio con una lunga tradizione ed una vocazione che guardano altrove, ovvero nella direzione dello sviluppo turistico, agricolo, commerciale della sua economia.
Con l’esposto, ho avanzato la mia disponibilità ad essere ascoltato dall’Autorità giudiziaria competente per fornire elementi sulla vicenda.
Pulsano non può ospitare a poche centinaia di metri dal suo centro abitato un impianto di rifiuti speciali pericolosi!
Il mio impegno su questa battaglia di civiltà , all’insegna del rispetto per la salute e per l’ambiente, sarà massimo.
Si tratta - prosegue Borraccino - di una vicenda preoccupante, della quale ci siamo interessati già alcuni mesi fa, mettendo a nudo le criticità e le ripercussioni per la salute, legate a questo tipo di adeguamento impiantistico.
A nostro avviso infatti, a monte dell’autorizzazione, non si sono tenuti presenti diversi aspetti che rendono incompatibile, e per molti cittadini incomprensibile, in quel sito, lo stoccaggio di queste sostanze.
L’impianto già esistente, del quale si chiede di fatto una modifica sostanziale dell’insediamento, dista appena 250 metri dal centro abitato di Pulsano, da vie densamente popolate, come via Matteotti e via Costantinopoli e relative parallele, ed esporrebbe potenzialmente centinaia di cittadini residenti all’inalazione di particelle pericolose per la propria salute.
L’aspetto della distanza, che noi rimarchiamo con forza, è molto importante e rappresenta l’elemento su cui si basa anche la ASL di Taranto che, nel parere chiamata a rilasciare, si è dichiarata “Non Favorevole” all’adeguamento per l’impatto negativo dell’impianto sulla salute pubblica di cittadini e lavoratori. Ricordiamo che l’impianto giace nella zona artigianale del paese, dove sono insediate una dozzina di altri capannoni, oltre al deposito della CTP (Consorzio Trasporti pubblici) che potrebbero essere anch’essi esposti a polveri nocive per le vie respiratorie e per l’organismo.
Inoltre, altro aspetto da considerare, che richiama anche la ASL di Taranto nel suo verbale, è la incompatibilità con la normativa regionale.
Il Piano di Gestione dei Rifiuti pericolosi della Regione Puglia ha previsto una distanza minima di questi impianti di 2.000 metri dai centri abitati.
Inoltre in data 15.5.2021 anche il Consiglio Comunale di Pulsano ha votato all’unanimità una delibera, già proposta precedentemente dall' opposizione, nella quale si chiede alla Provincia di Taranto di rivedere la procedura autorizzativa dell’Azienda proponente.
Ho presentato questo esposto nella speranza che, poiché i lavori ancora non sono cominciati, l’Autorità giudiziaria possa intervenire e indurre a riaprire la procedura autorizzativa in capo alla Provincia di Taranto, cosa peraltro richiesta oltre che dal Consiglio Comunale di Pulsano a maggio scorso, anche da un consigliere provinciale in una nota inviata al Presidente ed al Dirigente del Settore Ambiente della Provincia di Taranto.
Come ho ribadito in altre occasioni pubbliche, non vi è alcuna preclusione ideologica sull’impianto a patto che sia molto distante dal paese, e che sia oggetto di una necessaria e rigorosa valutazione in sede di rilascio autorizzativo, per non compromettere un territorio con una lunga tradizione ed una vocazione che guardano altrove, ovvero nella direzione dello sviluppo turistico, agricolo, commerciale della sua economia.
Con l’esposto, ho avanzato la mia disponibilità ad essere ascoltato dall’Autorità giudiziaria competente per fornire elementi sulla vicenda.
Pulsano non può ospitare a poche centinaia di metri dal suo centro abitato un impianto di rifiuti speciali pericolosi!
Il mio impegno su questa battaglia di civiltà , all’insegna del rispetto per la salute e per l’ambiente, sarà massimo.