BARI - “Ci sono categorie escluse dai bandi regionali Custodiamo la Cultura in Puglia 2.0 e Custodiamo il Turismo in Puglia 2.0, che saranno aperti il 21 luglio per dare ristoro alle imprese di questi settori particolarmente colpiti dalla crisi dovuta al Covid. Si tratta delle imprese che organizzano eventi e spettacoli speciali e l’animazione nei villaggi turistici, e delle attività di noleggio impianti e apparecchiature audio video per manifestazioni e spettacoli". Così in una nota il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de ‘La Puglia Domani’.
"Avevamo evidenziato questa esclusione - prosegue Pagliaro - in una precedente audizione, chiedendo che venisse sanata anche in ragione del numero abbastanza circoscritto di queste attività, rimaste praticamente ferme per oltre un anno e tuttora in grande affanno per la lenta ripartenza. Ci era stato aperto uno spiraglio dall’assessore Bray e dal direttore del dipartimento cultura Patruno e, nell’audizione odierna, ci aspettavamo una soluzione positiva. Ma abbiamo dovuto prendere atto che siamo al punto di partenza. L’integrazione che abbiamo richiesto, pur condivisibile nel merito, ha incontrato le resistenze del partenariato economico sociale che si oppone all’allargamento della platea dei beneficiari dei ristori, e c’è poi il problema tecnico già emerso in altre occasioni dei codici Ateco, che non riescono ad inquadrare bene le specificità di settori multi sfaccettati. Difficoltà tecniche e di concertazione che – ne siamo convinti – si possono e si devono superare, per non lasciare fuori dai ristori categorie già duramente penalizzate dalla pandemia. Ora confidiamo che la dotazione attuale per i due bandi, pari a 32 milioni di euro, possa essere integrata con fondi dello sviluppo economico, come ha prospettato il direttore Patruno. Credo che questo sforzo sia necessario per venire incontro alle esigenze di tante attività che faticano a ripartire, dopo il danno subito a causa delle limitazioni imposte dal lockdowd”, conclude Pagliaro.
"Avevamo evidenziato questa esclusione - prosegue Pagliaro - in una precedente audizione, chiedendo che venisse sanata anche in ragione del numero abbastanza circoscritto di queste attività, rimaste praticamente ferme per oltre un anno e tuttora in grande affanno per la lenta ripartenza. Ci era stato aperto uno spiraglio dall’assessore Bray e dal direttore del dipartimento cultura Patruno e, nell’audizione odierna, ci aspettavamo una soluzione positiva. Ma abbiamo dovuto prendere atto che siamo al punto di partenza. L’integrazione che abbiamo richiesto, pur condivisibile nel merito, ha incontrato le resistenze del partenariato economico sociale che si oppone all’allargamento della platea dei beneficiari dei ristori, e c’è poi il problema tecnico già emerso in altre occasioni dei codici Ateco, che non riescono ad inquadrare bene le specificità di settori multi sfaccettati. Difficoltà tecniche e di concertazione che – ne siamo convinti – si possono e si devono superare, per non lasciare fuori dai ristori categorie già duramente penalizzate dalla pandemia. Ora confidiamo che la dotazione attuale per i due bandi, pari a 32 milioni di euro, possa essere integrata con fondi dello sviluppo economico, come ha prospettato il direttore Patruno. Credo che questo sforzo sia necessario per venire incontro alle esigenze di tante attività che faticano a ripartire, dopo il danno subito a causa delle limitazioni imposte dal lockdowd”, conclude Pagliaro.