Il fiore nei proverbi


VITTORIO POLITO
– Il fiore? Un tocco di bellezza che rallegra la vita. Ve ne sono bellissimi senza profumo e fiori miseri, come ad esempio quelli dell’ortica, che mostrano inaspettatamente lati gentili.

Il fiore è il simbolo universale della giovane vita, in virtù della disposizione a stella dei suoi petali, divenuto presso molti popoli il simbolo del sole. Molti fiori sono apprezzati e ammirati per la loro bellezza, ma anche per la capacità di influenzare la psiche. Oggettivamente il fiore simboleggia anche l’energia vitale, la gioia di vivere, la fine dell’inverno e, perché no, la vittoria sulla morte.

Nella Bibbia il fiore è il segno della benevolenza di Dio, come provano le storie di Giuseppe e Aronne, che narrano di una verga fiorita per volontà divina. Si tratta di un bastone di legno secco che torna a produrre germogli freschi e si incontra in molte leggende popolari. Nei dintorni di Salisburgo si usa ancora, durante le cerimonie religiose, portare in processione bastoni adorni di fiori. Trattasi di uno dei tanti modi per esprimere la gioia nei confronti della vita che rinasce a primavera.

Perché i fiori sono colorati? Il colore è dovuto alla necessità di attrarre insetti impollinatori che trasportando il polline provvedono alla fecondazione e quindi alla nascita dei frutti. Se gli impollinatori sono animali diurni i fiori manifesteranno colori sgargianti, se invece i fiori si affidano ad animali notturni saranno poco colorati ma molto profumati. Le piante che vengono invece fecondate dal vento, come le graminacee, non hanno fiori né vistosi, né profumati.

In molte occasioni ci serviamo dei fiori per esprimere ammirazione, amore o semplicemente per congratularci per un traguardo importante. Ogni fiore quindi ha un suo significato particolare e comunica un vero e proprio linguaggio non verbale chiamato “florigrafia”, secondo il quale, il fiore, è in grado di trasmettere emozioni, sentimenti o idee. La poetessa Lady Mary Wortley Montagu, sposata con l’ambasciatore inglese a Costantinopoli, nel ’700 ideò un codice dei fiori. Ma queste sono altre storie.


Passiamo ai proverbi.

“Un fiore è sempre bello, ma non sta bene a tutti”. Ogni cosa, oltre ad essere bella, deve essere appropriata alla persona, al luogo, alla circostanza, per cui non è facile scegliere gli opportuni ornamenti, anche se preziosi o splendidi.

“Ogni bel fiore perde l’odore”. Per quanto bella ogni cosa ha il proprio ciclo vitale. Dopo lo splendore viene la decadenza e il declino.

“Anche l’ortica ha il suo fiore”. Anche le cose nocive o brutte partecipano alla vita come tutte le altre. Anche i malvagi hanno momenti di tenerezza e gentilezza.

“I fiori più belli non hanno odore”. I fiori che si presentano splendidi alla vista spesso non dicono niente all’odorato. La grande bellezza manca di spirito, di anima, di attrattiva. Si dice sovente della bellezza femminile o maschile, cioè di persone di grande avvenenza che si rivelano insipide.

“Chi porta il fiore in petto fa l’amore per dispetto”. Vuol dire che ostenta un sentimento per far rabbia a qualcuno.

“Anche se manca un fiore si fa comunque il mazzo”. Un insieme di cose belle e di valore, non perde la sua importanza e la sua bellezza, per il fatto che manca un elemento. Un gruppo è costituito anche se manca un componente.

“Chi non fa fiori non fa frutti”. Chi nel corso del proprio operare non dà buoni segni non arriverà a un felice risultato. Chi non prepara il lavoro con attività teoriche (apparentemente inutili) non giunge mai a un risultato concreto.

Curiosità. Sapete come nacquero le rose rosse? La leggenda narra che le rose erano in origine tutte bianche e un giorno Venere, correndo incontro ad uno dei suoi innamorati, calpestò un cespuglio di rose e le spine la punsero facendola strillare dal dolore. Le rose, bagnate dal suo sangue per la vergogna dell’offesa recata a Venere, arrossirono all’istante, rimanendo così per sempre. La floricoltura poi ne ha create di diversi altri colori. La rosa gialla che simboleggia infedeltà e gelosia è nella storia del profeta Maometto e della sua favorita Aisha. Si narra che ella lo tradiva e Maometto chiese all’Arcangelo Gabriele di aiutarlo a scoprire la verità. L’Angelo gli disse di bagnare le rose, e se avessero cambiato colore i suoi dubbi sarebbero stati fondati. Infatti Maometto offrì alla sua Aisha delle rose rosse e le ordinò di lasciarle cadere nel fiume. Le rose divennero gialle.