“Il mare degli dèi”, e degli uomini
Possiamo affermare che nell’Ellade ogni pietra e specchio d’acqua sono parte d’una cosmogonia e una teogonia, portatrici di una ricca affabulazione, di un solido epos, innervata di una seducente semantica.
<<…a dispetto di quanto dichiara Arianna scrivendo a Teseo nella lettera di Ovidio, Dioniso non se n’era mai andato dall’isola>>.
Potrebbe essere materia di un saggio su come ciò sia accaduto nel tempo, senza tuttavia arrivare al cuore della questione: la ricchezza dell’Olimpo? L’ossessiva speculazione dei simposi? Gli uomini che in arme e nel logos toccarono vette sublimi? Mille altre sinergie.
<<Quest’isola meravigliosa fu scolpita dal vento e dalle onde dell’Egeo in attesa che l’uomo arrivasse…>>.
Con buona approssimazione, da europei usiamo dire che il pensiero dell’Occidente incuba fra le aspre scogliere della Polis e muove i primi passi nelle sue calcinate agorà, ma ben sappiamo che si è contaminato e intrecciato con le complesse architetture delle culture indoeuropee: Sumeri, Assiro-Babilonesi, Egizi e altre etnie. Perché i popoli viaggiano mossi da mille ragioni e i Greci del viaggio hanno fatto un topos con Ulisse eroe di Omero.
<<Dopo aver pianto la sorella, le Gorgoni corsero all’inseguimento, ma Perseo era invisibile per il suo elmo magico…>>.
Il viaggio è il mainstream de “Il mare degli dei” (Guida mitologica alle isole della Grecia), di Giulio Guidorizzi e Silvia Romani, Raffaello Cortina Editore, Milano 2021, pp. 306, € 20,00, con le sapide illustrazioni di Michele Tranquillini, un sontuoso corredo fotografico e la stampa preziosa di Italgrafica (Novara).
<<Agli iniziati di ultimo grado il sacerdote comunicava dottrine segrete all’iniziando nella grotta sacra durante un’impressionante processione notturna…>>.
Se vogliamo è la continuazione de “In viaggio con gli dèi” (Guida mitologica della Grecia), firmato 2 anni fa sempre da Guidorizzi/Romani. Un’autorevolezza solare, che è nei cv (il primo ha insegnato Letteratura greca e Antropologia del mondo antico a Milano e Torino, la seconda è professore associato di Mitologia, Religioni del mondo classico e Antropologia del mondo classico a Milano) ma soprattutto nello sviluppo seducente e polisemico delle tematiche, poiché, diciamolo: ci provano in tanti a frugare nella classicità più ricca e complessa della modernità, ma pochi ci riescono per condurre il lettore per mano nei topoi indagati condividendone l’intensa emozione provata con una scansione dotta e ricca di riferimenti, quanto divulgativa.
<<Per ricordare questo eccidio, sull’isola si celebrava un rito particolare, noto come “i fuochi di Lemno”…>>.
Sfatti dai lockdown, i divieti, il terrore sparso a piene mani dai media, virologi e politici da bar sport, il saggio è una brezza d’aria fresca che si insinua nella quotidianità e invita al viaggio, a solcare le onde dove superbi, coraggiosi eroi (onore e virtù) e divinità antropomorfe interagirono, spesso scambiandosi i ruoli, i sentimenti, gli oracoli, amori e tradimenti, odi e vendette e tutto quel che ribolle nell’animo dell’uomo (e degli dèi).
<<Vero è che fin da Omero Ikaria era conosciuta come una delle zone più tempestose dell’Egeo…>>.
Il libro è diviso in sezioni (La ghirlanda dell’Egeo, Sotto il vento del Nord, Andando verso il largo, Il ponte verso Oriente, Le dodici isole, Isole di ninfe e di battaglie, Nel greco mar) ed è un viaggio sulle onde e le falesie là dove il mito si trasfigura nella narrazione giunta a noi, disincantati e volgari contemporanei, di bocca in bocca, depurata dal superfluo che tanto intriga le accademie, ma annoia i popoli.
<<A un passo dal porto di Cnosso, Minosse fronteggia con la sua nave l’imbarcazione di Teseo…>>.
Reale o fantasioso che sia, buon viaggio!