(da Sterpellone "Orecchi naso… e un po’ di gola” Delfino Ed.) |
Nei proverbi c’è una visione piuttosto negativa del prete. Forse deriva dal fatto che nel corso dei secoli agli insegnamenti spesso non faceva seguito, un comportamento altrettanto edificante, e la grettezza, l’egoismo, il vizio sono risultati particolarmente rilevabili nella persona che avrebbe dovuto essere di guida e di esempio. C’è anche la componente anticlericale che ha segnato il nostro Paese, il quale ha passato secoli sotto il controllo dell’autorità ecclesiastica, non sempre all’altezza del suo ruolo ed anche eccessiva e pesante nelle sue imposizioni.
Qual è il pensiero di Papa Francesco sull’argomento? In occasione dell’udienza ai sacerdoti del Convitto San Luigi dei Francesi in Roma, tra le esortazioni ha detto: «Nella vita comunitaria, c'è sempre la tentazione di creare dei piccoli gruppi chiusi, di isolarsi, di criticare e di parlare male degli altri, di credersi superiori, più intelligenti. Il chiacchiericcio è un’abitudine dei gruppi chiusi, abitudine dei preti che diventano zitelloni... non aiuta, lascia perdere... E questo ci insidia tutti! Non va bene. Possiate sempre accogliervi gli uni gli altri come un dono. In una fraternità vissuta nella verità, nella sincerità delle relazioni e in una vita di preghiera possiamo formare una comunità in cui si respira l’aria della gioia e della tenerezza. Vi incoraggio a vivere i momenti preziosi di condivisione e di preghiera comunitaria in una partecipazione attiva e gioiosa». Ma questa è un’altra storia.
E i proverbi che dicono?
“La casa dove son buon dottore e ricco prete non si sente né la fame né la sete”. Nelle case che ospitano un medico o un prete c’è ogni ben di Dio, in abbondanza. Un tempo si usava da parte delle gente semplice pagare in natura i servigi dei professionisti e fare oblazioni alle persone del culto, per cui nelle loro case abbondavano prodotti dei campi.
“Dove c’è un domine vobisco c’è pane frisco”. Detto abruzzese che documenta un uso molto conosciuto anche nei dialetti di usare frasi della liturgia per creare forme espressive, spesso ironiche e divertenti.
“L’entrata del prete vien cantando e va via zufolando”. I soldi che arrivano al prete si disperdono in mille spese e non formano un patrimonio, sia quando è vivo, sia quando è morto.
“Prete con la gran cappella: una novità bella (buona novella)”. Incontrare un prete con il suo cappellone annuncia una bella notizia. Un tempo i preti portavano un gran cappello rotondo, detto “teglia”. Può essere usato anche con un maligno doppio senso.
“Il prete prende l’anima, il medico la vita e l’avvocato la sostanza”. Del pover’uomo il prete prende la parte spirituale, il medico gli toglie quella materiale e l’avvocato si appropria dei suoi beni.
Curiosità. Non esistono che tre esseri rispettabili: il prete, il guerriero, il poeta. Sapere, uccidere e creare. Gli altri uomini sono soggetti a taglia e a lavoretti, fatti per la scuderia, cioè per esercitare quelle che si chiamano professioni. (Charles Baudelaire).