Proseguono le sospensioni degli operatori sanitari non vaccinati
ROMA - Finora nessun tribunale ha accolto i
ricorsi del personale sospeso dalle
proprie funzioni per la renitenza al
vaccino. Per i giudici l'interesse pubblico prevale
sul diritto del singolo a rifiutare
l'immunizzazione.
Per questa ragione non sembrano esserci possibilità di vittoria per le tante altre cause presentate da medici e infermieri, operatori sociosanitari, farmacisti, biologi, psicologi, veterinari, massofisioterapisti non vaccinati che vorrebbero comunque lavorare e ricevere lo stipendio.
Le sospensioni degli operatori sanitari non vaccinati erano iniziate dopo l’approvazione del relativo decreto legge lo scorso 1 aprile.
In particolare il decreto prevedeva, già nella prima fase di accertamento di mancata vaccinazione, l'esenzione degli operatori da lavori che prevedevano contatti interpersonali o comportavano il rischio di diffusione del contagio. Se ciò non fosse stato possibile, era prevista la sospensione della retribuzione fino al 31 dicembre 2021.
Tuttavia non sempre le cose sono andate nei tempi previsti dal decreto, e molte Regioni sono ancora nella fase delle verifiche e dell’invio dei primi avvisi, come nel caso della medica di Brindisi, in cui l’azienda sanitaria locale aveva iniziato optato per spostarla in un posto di lavoro non a contatto con le persone e con altri operatori, ma non era stato possibile trovare una soluzione, ed era quindi stata decisa la sospensione.
Per questa ragione non sembrano esserci possibilità di vittoria per le tante altre cause presentate da medici e infermieri, operatori sociosanitari, farmacisti, biologi, psicologi, veterinari, massofisioterapisti non vaccinati che vorrebbero comunque lavorare e ricevere lo stipendio.
Le sospensioni degli operatori sanitari non vaccinati erano iniziate dopo l’approvazione del relativo decreto legge lo scorso 1 aprile.
Tuttavia non sempre le cose sono andate nei tempi previsti dal decreto, e molte Regioni sono ancora nella fase delle verifiche e dell’invio dei primi avvisi, come nel caso della medica di Brindisi, in cui l’azienda sanitaria locale aveva iniziato optato per spostarla in un posto di lavoro non a contatto con le persone e con altri operatori, ma non era stato possibile trovare una soluzione, ed era quindi stata decisa la sospensione.