BiArch 2021: 700 presenze per l’inaugurazione di The Game


BARI - Dopo il grande successo dei primi giorni di apertura al pubblico, con una media di 700 visitatori e spettatori nel solo Teatro Margherita per l’inaugurazione di “The Game”, BiArch - Bari International Archifestival propone un fine settimana di appuntamenti che si annuncia ricco e intenso. Le lectio e le conferenze sono già sold out, in tanti si stanno iscrivendo nelle liste di attesa.

Sabato 4 settembre (ore 18:30) al Teatro Margherita è in programma la prima Lectio Magistralis di BiArch con l'architetto libanese Bernard Khoury, curatori Luca Molinari Studio e Città Metropolitana di Bari.

Classe 1968, Bernard è figlio di Khalil Khoury, esponente della corrente architettonica del modernismo. Dopo aver trascorso l’adolescenza a Beirut durante il periodo della guerra civile (1975-1990), Bernard Khoury completa gli studi negli USA, laureandosi nel 1991 alla School of Design di Rhode Island. «Non ho avuto un ruolo nella ricostruzione del nostro Paese - ha dichiarato - ma mi sono rifiutato di conformarmi, avventurandomi nella creazione delle mie opportunità. Volevo che la mia architettura fosse un organismo vivente, in grado di ispirare le persone».

L'ingresso è su prenotazione, con green pass; l'incontro è in lingua inglese con traduzione simultanea in italiano. Link per la prenotazione > https://biarch.org/event/bernard-khoury/

Per gli appassionati di cinema e architettura, domenica 5 settembre (ore 18:30), il Teatro Margherita ospita una conversazione con Amos Gitai (collegato in streaming), personalità di spicco della cinematografia internazionale, celebrato da diverse retrospettive istituzionali, dal Centre Pompidou di Parigi al NFT e ICA di Londra, dal Lincoln Center di New York fino al Festival di Venezia.

Figlio del noto architetto Munio Weinraub, studente della Bahuaus costretto a fuggire dalla Germania nazista, Gitai è egli stesso architetto. Dopo un dottorato alla Berkeley si è concentrato sulla produzione di immagini, prima come documentarista e poi con film di finzione sempre ai limiti della sperimentazione. Nel 2012 ha fondato il primo museo di architettura di Israele, dedicandolo a suo padre.

La lectio magistralis sarà moderata da Simonetta Dellomonaco, presidente di Apulia Film Commission. L'ingresso è su prenotazione, con green pass; l'incontro si terrà in lingua inglese con traduzione simultanea in italiano. Link per la prenotazione > https://biarch.org/event/cinema-e-architettura-conversazione-con-amos-gitai-interviene-simonetta-dellomonaco/

Fino al 20 settembre (orari 18:00-20:30) prosegue il progetto «Interfaccia comune», esito di un processo di coprogettazione di giovani designer, ingegneri e architetti per la realizzazione di 3 azioni di urbanistica tattica nello spazio pubblico.

La prima si svolgerà in Corso Mazzini a cura di CELLULE CREATIVE, LAN e MAKING SOON e prevede la realizzazione di una serie di arredi urbani a partire dai New Jersey, moduli stradali in cemento utilizzati come barriera di sicurezza che, grazie a dei laboratori di autocostruzione (il 6 e 11 settembre), si trasformeranno in sedute, piani d’appoggio e aiuole. L’intervento, che coinvolgerà anche il writer Skolp, intende stimolare una riflessione sui temi della separazione e dell’accessibilità, trasformando una barriera di sicurezza in un dispositivo di incontro e di dialogo.

La seconda, l'installazione «Giardino Temporaneo» a cura di ADUA e SUHD, creerà nelle giornate di BiArch un’oasi di verde nello "spazio in attesa" di Largo Sorrentino: cittadini e viaggiatori potranno sostare e godere di uno spazio protetto dal traffico cittadino, assistere a proiezioni dedicate alla rigenerazione urbana e partecipare ad iniziative di quartiere.

Piazza Diaz e largo Giannella sono pronti ad accogliere la «Marea», terza azione di urbanistica tattica cura di Archistart, Basso Profilo, Biro+, La Capagrossa: l'intervento si concentra sull’idea di riattivare uno spazio sottoutilizzato attraverso un pattern al suolo e l'arredo dello spazio con sedute e fioriere. «Marea» è catalizzatore di un processo di rigenerazione urbana che coinvolgerà attivamente le comunità che vivono il lungomare e abitano il quartiere grazie a momenti di autocostruzione e di confronto con esperti internazionali di urban social design. Il primo appuntamento è in programma sabato 4 settembre con i Coloco.

Il progetto «Interfaccia comune» è curato da Inarch Puglia (coordinamento) ADUA, Archistart, SUHD, Basso Profilo, biro+, Cellule Creative, La Capagrossa, LAN, Making Soon con la partecipazione di Nicolò Loprieno-Skolp, Coloco, Guerrilla Architect, Orizzontale, Gravalosdimonte, Ground Action, HPO, Lo Stato Dei Luoghi, Post Disaster, Salvatore Peluso, Bianca Felicori.

MOSTRE

Molto ricco anche il calendario delle mostre allestite nei venti giorni di BiArch.

Non poteva trovare location più adatta la mostra «Borderlands. Sguardi e conversazioni sui confini», inaugurata ieri e allestita "sul mare" al Fortino S. Antonio, curata da SMALL, Luca Gaeta (DAStU PoliMi), Alice Buoli (DAStU PoliMi), Micol Rispoli (Università Federico II, Napoli).

Il cuore dell'esposizione è una installazione site-specific costituita da un grande «Nastro di Möbius», superficie geometrica chiusa ad anello, ma nota in topologia per la sua sorprendente caratteristica di avere una sola faccia e un solo bordo, il che rende impossibile distinguerne l’esterno dall’interno. L’installazione accoglie il lavoro di tre fotografi: Chiara Arturo e il duo Roberto Conte e Stefano Perego; completano l’esposizione l’indagine video di Paolo Patelli e Freja Kir, che abiterà una delle nicchie del Fortino.

È possibile visitare la mostra tutti i giorni fino al 19 settembre (orari: 16:30-20:30); ingresso libero con green pass.

Sabato 4 settembre (ore 17:30, Teatro Margherita) verrà presentata al pubblico la mostra «Moderno desiderio. Fotografia e immaginario popolare. Terra di Bari 1945/2021», curata da Luca Molinari Studio con Michela Frontino.

La mostra raccoglie i lavori fotografici di almeno tre generazioni che, a partire dal secondo dopoguerra, hanno documentato e raccontato la città di Bari e il suo territorio attraverso le profonde trasformazioni di quegli anni. Insieme a questi materiali d’autore, arricchiscono il racconto album di famiglia, fotografie private e documentari; tutti materiali capaci di raccontare quel paesaggio complesso rappresentato da Bari e dal suo territorio. Non si tratta di una semplice narrazione di un fenomeno locale, ma della metafora del Sud Italia e di come il nostro territorio nazionale sia cambiato sotto la spinta di un desiderio sociale inarrestabile.

In esposizione i lavori di Domenico Notarangelo, Cecilia Mangini, Carlo Garzia, Francesco Colella, Ilaria Ferrara, Teresa Giannico e Piero Percoco.

È possibile visitare la mostra tutti i giorni, fino al 19 settembre (orari: 10-13:30 e 16:30-20); ingresso libero con green pass.

Sempre fino al 19 settembre il Teatro Margherita ospita «The Game», curata da Joseph Grima e Space Caviar: una meditazione sull'ipotesi di un mondo senza restrizioni alla libertà di movimento che segue le orme di un sociologo fittizio, inviato in missione di ricerca a Longyearbyen, la capitale delle Svalbard, una regione artica appartenente alla Norvegia unico territorio rimasto sulla Terra che non richiede alcun visto di residenza o lavoro, indipendentemente dalle proprie origini. Attraverso una serie di interviste a residenti sia temporanei che permanenti, il protagonista registra instancabilmente riflessioni e reazioni all’idea di estendere il Trattato delle Svalbard , e quindi libera circolazione, all'intera superficie del pianeta, e le conseguenze che ne deriverebbero.

È possibile visitare la mostra tutti i giorni (orari: 10-13:30 e 16:30-20); ingresso libero con green pass.

Nel Palazzo della Provincia è stata allestita la mostra «Margini», curata da DICAR del Politecnico di Bari, Città Metropolitana di Bari, che indaga i fenomeni urbani delle città poste lungo le rive del Mediterraneo. Particolare attenzione è rivolta a quelle condizioni di crisi determinate da cesure interne alla città come infrastrutture, condizioni di irrisolutezza dei margini urbano-rurali e dagli insediamenti urbani sulla costa, spesso caratterizzati da urbanizzazioni di tipo informale. Inoltre, dal 18 settembre fino alla sua chiusura, la mostra si arricchirà degli esiti progettuali del workshop ad essa collegato.

È possibile visitare la mostra tutti i giorni fino al 26 settembre (orari: 9:00 - 21:00); ingresso libero con green pass.

Fino al 25 settembre, Spazio Murat ospita «Forensic Architecture. Pratiche di verifica», una selezione di indagini di forensic architecture che si concentra su quattro regioni che si affacciano sul sempre più militarizzato bacino del Mediterraneo: Melilla (Spagna); il delta del fiume Evros/Meriç (Grecia/Turchia); la Striscia di Gaza occupata (Palestina); il Mar Mediterraneo. Con questa mostra si intende continuare a esporre a Spazio Murat non solo la variabilità̀ delle forme di vita, ma anche le possibilità̀ offerte dalla cooperazione sociale affinché la conoscenza di tali esperienze porti alla potenziale ridefinizione degli orizzonti del nostro vivere.

È possibile visitare la mostra tutti i giorni fino al 25 settembre (orari: 10-20); ingresso libero con green pass.

Per tutta la durata di BiArch, dal 1 al 20 settembre, l'intera città sarà coinvolta dagli eventi del Fuorifestival, autopromossi e autoprodotti dagli esercizi commerciali, il tessuto associativo locale, le gallerie, gli studi professionali, i comitati di quartiere e i privati cittadini che hanno partecipato alla call.

L'intero programma del Fuorifestival è disponibile su biarch.org/fuorifestival.