Confcommercio: Italia divisa in due con il Sud indietro a livello economico
ROMA - La cosiddetta "questione meridionale" è un tema di cui si dibatte da decenni. Tra il 1995 e il 2020 il peso percentuale della ricchezza prodotta dal Mezzogiorno sul totale del paese si è ridotto, passando da poco più del 24% al 22%, mentre il prodotto interno lordo (Pil) pro capite è sempre rimasto intorno alla metà di quello del Nord: nel 2020 è risultato pari a 18'200 euro, contro 34'300 euro nel Nord-Ovest e 32'900 euro nel Nord-Est.
Nello stesso periodo il Sud ha registrato una crescita dell'occupazione quattro volte inferiore alla media nazionale (4,1% contro il 16,4%).Secondo Confcommercio, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, a determinare questo quadro è stata la riduzione degli occupati, come conseguenza della perdita di popolazione (soprattutto giovanile), e i deficit di lungo corso, in particolare eccesso di burocrazia, illegalità diffusa, carenze infrastrutturali e minore qualità del capitale umano.
Tuttavia nel 2020 l'impatto della crisi da Covid-19 al Sud è stato più contenuto rispetto alle altre aree del paese, che hanno patito maggiormente il blocco delle attività produttive durante la pandemia (Pil -8,4% contro il -9,1% al Nord rispetto al 2019).