La lenta ripresa del gioco legale

(Pixabay)
Il gioco legale in Italia prova a ripartire. E a tornare sugli standard degli anni passati. L’obiettivo, in particolar modo, è quello di tornare ai numeri del 2019, un vero e proprio anno d’oro per il gambling, prima dello stop mondiale legato al covid 19.

Dati e statistiche messe in luce dalla Relazione della Corte dei conti al Parlamento su Sogei – il lato informatico del MEF, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, e dell’ADM, l'Agenzia delle dogane e dei monopoli di Stato. E il 2019 del gioco legale era questo: 7 milioni di conti di gioco aperti, 321.477 apparecchi Awp e Vlt, 76.817 esercizi con offerta di gioco fisico, 1,4 miliardi di biglietti scommesse all'anno e 5,8 miliardi di giocate su giochi numerici. A volare è soprattutto il comparto dei casinò online italiani, che continua giocare un ruolo da traino per tutto il mondo dell’azzardo.

Numeri da capogiro, che mettono bene in luce quanto sia importante per l’economia italiana poter contare su un segmento florido come quello dell’azzardo. All’interno del report si legge in particolare come siano oltre 65 mila gli esercenti e gli operatori registrati, 10 miliardi le transazioni in un anno e i 350mila eventi sportivi ed ippici gestiti.

Nel corso del 2019 e all’inizio del 2020, inoltre, sono stati realizzati lavori di aggiornamento per l’allineamento alle variazioni organizzative e per il recepimento delle novità legislative introdotte nel catalogo dei reati. Innanzitutto l'ampliamento del quadro normativo con l’area dei reati tributari e di frode in competizioni sportive, poi l’esercizio abusivo di gioco o di scommessa e giochi d’azzardo esercitati a mezzo di apparecchi vietati.

Eppure quello del gioco legale è uno dei settori meno aiutati e meno finanziati in Italia. Lo sa bene Francesco Scardovi, commercialista esperto in gambling: “Sono 10 anni che ogni volta aspettiamo la Finanziaria chiedendoci di quanto sarà l’aumento di Preu e dell’imposta. Ogni volta che c’è una calamità o un buco di bilancio si mettono le mani sul gioco. Sotto quel punto di vista il settore fa molto comodo, c’è una tassazione sui margini che supera il 75% dietro l’ipocrisia di dire che l’aliquota è del 24% ma è su quello che si inserisce, non riguarda il margine. Quindi qui o c’è equivoco o malafede”, commenta Scardovi a margine di un incontro con gli operatori di gioco.

Insomma, bisogna continuare a investire nel gambling e ad aiutare il settore del gioco. L’economia italiana del post covid 19 passa anche di qui.