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Il mondo della musica è sempre stato legato a quello del gioco e delle scommesse. Autori e cantautori hanno spesso paragonato i sentimenti ai giochi più famosi e hanno utilizzato le esperienze al tavolo verde come metafore per parlare della vita. È arrivato il momento di ripercorrere le tappe più importanti del binomio musica-gaming e di scoprire quali sono gli artisti che hanno dedicato almeno un brano della propria carriera a casinò, scommesse, roulette e simili.
Uno dei primi in assoluto a parlare di gioco nelle sue canzoni è stato Frank Sinatra. “The Voice” conosceva bene l’ambiente di Las Vegas e ne è stato un protagonista indiscusso per molti anni, sia come performer che come semplice giocatore di casinò. Forse è per questi motivi che decise di dedicare la canzone “Luck be a lady” del 1950 proprio alla sorte, alla fortuna e al gioco. In più il cantante fu anche tra gli attori di “Colpo Grosso” del 1960, uno dei primi film sul mondo dei casinò.
Oggi le sale da gioco si sono spostate soprattutto online e raccolgono un enorme successo grazie ai bonus di benvenuto casinò ma ai tempi di Elvis Presley il gaming era un’esperienza da fare in prima persona. Un’esperienza che il Re del Rock and Roll ha raccontato in uno suoi pezzi più celebri, ovvero “Viva Las Vegas”. “Viva Las Vegas” è stata registrata da Elvis nel 1964 e gli autori sono Mort Shuman e Doc Pomus. Nel 1965 ha fatto parte della colonna sonora dell’omonimo film con il Re protagonista e parla di quasi tutti i giochi da casinò ancora esistenti. I Dead Kennedys, Bruce Springsteen e gli ZZ Top ne hanno realizzato una cover.
Tre anni dopo fu l’immortale bluesman BB King a dedicare una canzone al mondo del gioco e delle scommesse. La sua “Gambler’s Blues” ha versi come “Non pretendo di essere un giocatore. Ti dico che non so molto dei dadi. Oh, ma aspetto e il mio bambino lo sa, lei sa che non sono il tipo che farà schifo due volte” e parla di come l’amore possa tramutarsi in un vero e proprio lancio di dadi, trasformandosi improvvisamente da paradiso a inferno. Parole e musica struggenti come solo King e la sua “Lucille” sapevano regalare.
Passiamo ai mitici anni ‘70 per parlare di uno dei pezzi della rock band per eccellenza: i Rolling Stones. Tra i brani del famosissimo “Exile on Main Street” c’era anche “Casino Boogie”. La canzone fu scritta in Francia ma non ha a che fare con i temi dei casinò. È il processo stesso di scrittura ad aver suggerito il titolo. Leggenda narra che il testo sia semplicemente un insieme di frasi prese a caso dai fogli presenti negli studi di registrazione. Un meccanismo che ricorda quello della pallina che nella roulette gira a caso fermandosi in numeri di volta in volta diversi.
Più strettamente legata a casinò e scommesse è invece “The Gambler” di Kenny Rogers. Brano scritto nel 1978, “The Gambler” racconta l’incontro su un treno con un giocatore che trasmette la saggezza e gli insegnamenti appresi nelle lunghe notti passate al tavolo. Immagini di sale da gioco prese come metafora per raccontare le possibilità e le scelte che la vita ci mette davanti ogni giorno.
Due anni più tardi toccò ai Motorhead di Lemmy Kilmister entrare nella lunga storia delle canzoni dedicate al tema. Uscì infatti nel 1980 il brano “Ace Of Spades”. Tratto dall’omonimo disco, il pezzo rappresenta sia la carta da gioco che il simbolo di un gruppo alle prese con la difficoltà dell’ingresso nel mondo della musica che conta. Il testo è estremamente diretto: “il gioco è per i folli, ma è questo il mondo che mi piace, baby, e non voglio vivere per sempre!”. Una frase che simboleggia bene la filosofia di vita di Lemmy e soci. Ovvero vivere al massimo, senza freni e senza aver paura di rischiare, a prescindere dalle sconfitte e dai passi falsi.
Saltiamo direttamente negli anni ‘90, e più precisamente nel 1993 per parlare di “Shape of my Heart”, brano di Sting tratto dal suo quarto lavoro solista, “Ten Summoner’s Tales”. La canzone è stata scritta dallo stesso Sting in collaborazione con il chitarrista Dominic Miller ed è stata scelta anche dal regista Luc Besson per i titoli di coda del suo capolavoro “Léon”. Nel testo si narrano le vicende di un grandissimo giocatore di carte costretto però a vivere senza amore. Un pezzo che unisce in maniera unica eleganza e malinconia.
Gli ultimi due brani di cui parleremo appartengono al mondo del pop più moderno degli anni 2000. Impossibile trattare di canzoni dedicate al gioco senza citare “Poker Face” di Lady Gaga. Secondo singolo di “The Fame”, album di debutto della cantante italo-americana, “Poker Face” arrivò nei negozi e negli store digitali il 26 settembre 2008. E fu immediatamente un successo planetario. Il brano è ricco di versi con immagini che rimandano a molteplici interpretazioni. Secondo i fan parlerebbe della fine della storia d’amore tra la cantante e Luc, grande amante del tavolo verde. La “faccia da poker” sarebbe sia quella di Luc, abile a bluffare e a nascondere i suoi sentimenti sia quella di Lady Gaga. Ma al di là delle interpretazioni più o meno letterali, “Poker Face” resta un bellissimo brano pop che parla di incomunicabilità e di difficoltà a comprendere i sentimenti e le dinamiche dei rapporti di coppia.
Ultimo pezzo in ordine di tempo dedicato al gaming è “Roulette” di Katy Perry, presente nell’album “Witness” datato 2017. Ovviamente il brano parla della ruota della fortuna ma in senso metaforico. “Roulette” è una canzone d’amore in cui la cantante invita il partner a girare la ruota per tentare la sorte in coppia. Il pezzo è in realtà il secondo che l’artista statunitense dedica al mondo del gioco. Nel 2008 raccontò la magica atmosfera di Las Vegas nella canzone “Wake up in Vegas”, contenuta nel disco “One of the Boys”.