Venezia 78, il ritorno del cinema

FREDERIC PASCALI - L’edizione 78 della Biennale del Cinema di Venezia ha incoronato, neanche tanto a sorpresa, la regista francese Audrey Diwan per il suo “L’Evénément”. Dalle mani del Presidente della Giuria internazionale, il regista coreano Bong Joon Ho, ha ricevuto l’ambito Leone d’Oro. Un riconoscimento importante per una pellicola con al centro una tematica molto complessa e delicata come l’aborto.

Già vincitore del premio assegnato dalla Fipresci, la federazione internazionale dei critici e dei giornalisti cinematografici, il film è l’adattamento per il grande schermo del libro autobiografico della scrittrice Annie Ernaux. È interpretato egregiamente da tutto il cast e in particolare dalla bravissima protagonista Anamaria Vartolomei che, nei panni di “Anne”, una giovane studentessa universitaria della Francia del 1963, ripercorre le difficoltà dell’epoca nell’affrontare una gravidanza indesiderata in funzione dei costumi sociali e dell’automatica denuncia penale in caso di aborto volontario.

Una storia sicuramente non facile da raccontare, la sceneggiatura è firmata della stessa regista con Marcia Romano, ben girata e illuminata dai chiaroscuri dell’efficace fotografia di Laurent Tangy. Una piccola preziosa testimonianza di libertà e di lotta di affermazione dei propri diritti che non mancherà di alimentare nuovi dibattiti e qualche polemica ma che merita assolutamente, soprattutto per la qualità generale del lavoro, di essere vista.

La vittoria de “L’Evénément” ha messo un po’ in secondo piano il personale successo di Paolo Sorrentino che con “È stata la mano di Dio”, un film autobiografico e fortemente intriso delle sue passioni, compresa quella per il mai dimenticato Diego Armando Maradona, è tornato a trasmettere la sua poetica costruita sulla profondità d’analisi della condizione umana. Un successo confermato anche dal premio Mastroianni per il miglior attore emergente al giovane Filippo Scotti, l’eccellente protagonista del film, e dal calore del pubblico che fin dalla proiezione nella sala Grande della Mostra ne ha acclamato il lavoro e l’interpretazione dell’intero cast capeggiato da Toni Servillo e da Luisa Ranieri.

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