BARI - Su iniziativa dell’assessorato comunale alle Culture, si è riunito questa mattina online il coordinamento antifascista di Bari, composto da rappresentanti di CGIL, A.N.P.I., ARCI, Libera, Link, Zona Franka e IPSAIC, per rendere permanente la discussione sulla memoria antifascista della città e per realizzare un percorso partecipato che porti alla realizzazione di un'opera murale su Benedetto Petrone, ucciso da una squadraccia fascista in piazza Prefettura il 28 novembre del 1977, in vista del 45° anniversario che si celebrerà il prossimo anno. Obiettivo del progetto è quello di raccontare la storia attraverso opere pubbliche dal forte valore simbolico che restino nel tempo.
“L’idea discussa questa mattina al tavolo - commenta l’assessora alle Culture Ines Pierucci - è quella di dar vita a un percorso di ricerca, studio e partecipazione in grado di attualizzare una riflessione condivisa su un evento che ha cambiato la storia di questa città , affinché la memoria di Benedetto venga restituita alle nuove generazioni attraverso nuovi linguaggi e trasformi la cultura della memoria in consapevolezza della storia antifascista che ha sempre caratterizzato la nostra città .
Nel percorso di realizzazione dell’opera saranno coinvolte associazioni, scolaresche e singoli cittadini, tra cui testimoni del tempo, così che il murale possa dar voce a una pluralità di soggetti diversi, per età anagrafica e vissuto, ma accomunati da una stessa tensione alla conoscenza e alla tutela della memoria.
La vita di Benedetto Petrone, morto appena diciottenne, è stata segnata infatti da un fortissimo impegno ideale e politico, e in questo senso sia il muralismo sudamericano sia il graffitismo americano incarnano forse la forma artistica più adeguata ad esprimere in modo potente un sentimento o un’idea condivisa.
La nostra città sta cambiando rapidamente, e molte cose rischiano di scomparire: questo progetto condiviso con il coordinamento antifascista cittadino vuol essere un antidoto all’isterilimento della memoria e un impegno a lasciare una traccia viva, declinata nel linguaggio del contemporaneo”.