E’ una fascinosa declinazione del ricco dna della donna nata in riva al Mediterraneo, ma anche un po’ distanti: le sumere, le assiro-babilonesi, le fenicie, greche e romane, ecc. Dee e mortali, ninfe e naiadi sono spesso colte al telaio dai narratori.
Ma anche ad altre latitudini e longitudini: le donne latinoamericane (dal Messico al Perù dalla Bolivia, etc.), nelle coperte anche loro tessevano le storie mitologiche apprese dall’affabulazione degli avi, ma anche le loro vite quotidiane e quelle delle loro famiglie.
Nell’altro secolo, le nostre nonne e mamme tessevano i canovacci, le coperte della dote, le lenzuola di cotone e canapa. Basta essere nati nei villaggi del Sud per avere ancora nelle orecchie il rumore della spoletta (“sciuscitta”) che nelle mattine correva da un lato all’altro del telaio. Chiudi gli occhi e rivedi orditi, arcolai, matasse, etc.
Anche Teresa Puzzello, la nonna di Anna Lucia Rizzello, a Taurisano (Lecce) fu una brava tessitrice del Novecento. Per lei, millennial nata nel 1996, ha una vera e propria adorazione.
L’occasione della mostra a S. Maria di Leuca (Pro Loco, Villa Fuortes) dei suoi bellissimi manufatti – assai apprezzati dai turisti - è stata buona per ripercorrere la sua storia, ma con uno sguardo aperto al futuro: potrebbe incubare una start-up per auto-occuparsi, crearsi da sola un lavoro: il telaio potrebbe essere la sua strada, lei quando ne parla ha lo sguardo acceso e lo legge come un orizzonte possibile: “Vivo e lavoro – confida - nell’intimità del mio studio-atelier”. Determinata, aggiunge: “Fin da piccola avevo le idee chiare e sapevo già cosa avrei voluto fare nella vita”.
Ma ci sono gli step, nulla si improvvisa. Anna Lucia ha studiato prima all’Istituto d’arte “Giannelli” di Parabita, frequentando i corsi di design e moda.
Il talento era già in nuce: terminato il corso di studi, è stata selezionata per svolgere uno stage in alcune aziende di Rimini. “Questa esperienza – spiega la ragazza - è stata alquanto formativa, poiché ho appreso varie conoscenze tecniche del settore”.
Dopo Rimini, ha deciso di iscriversi alla “Calcagnile Academy” di Lecce fondata anni fa da Rosanna Calcagnile, un’istituzione seria e all’avanguardia nel settore moda dove il talento si svela e si affina. Infatti Anna Lucia riconosce: “Lì ho maturato il concetto di moda”.
Nello specifico, ha frequentato i corsi di fashion design e modellistica integrati: “Mi hanno permesso di ampliare le mie conoscenze e le mie vedute in un percorso di analisi che partiva dallo studio, la progettazione, fino ad arrivare alla realizzazione conclusiva del progetto”.
Con un sorriso aggiunge: “Ero felice e mi sentivo appagata: ero sempre più convinta di essere sulla strada giusta”.
Ma la vita è fatta anche di incontri decisivi, che arricchiscono e chiariscono a noi stessi gli obiettivi possibili, senza voli di Icaro, restando coi piedi a terra. Per lei è stato determinante quello con la docente di fashion design Santa Scioscio, una maestra barese nello staff della “Calcagnile Academy”. “Mi ha incoraggiato – spiega la ragazza - a prendere parte a un concorso sulla Fiber Art internazionale”.
E a questo punto, dopo Rimini, la creatività esce di nuovi dai confini dov’è incubata per navigare in mare aperto: “Mi piace mettermi in gioco, così decisi di partecipare”.
Ma per la vita di Anna Lucia della era un momento difficile: l’amata nonna Teresa (“colonna portante della mia vita”), che, come già accennato, fu un’abile tessitrice rinomata nella zona, è malata: “Stavo male, soffrivo per lei – sottolinea con un velo di tristezza la ragazza - da sempre sono legata ai valori essenziali della vita, la famiglia in primis”.
Come quei fiori che spuntano fra i sassi, dove nessuno se lo aspetta, da quel passaggio esistenziale così delicato e doloroso, nacque un’ispirazione: “Al concorso, presi la vecchia cornice di un quadro che per me fungeva da piccolo telaio con l’ordito e realizzai la mia prima opera d’arte, un ‘cuore tessuto’ realizzato con la tecnica del fiocco leccese, con spago e cotone e una ramificazione di garza aperta che simboleggiano le radici, la resistenza, l’esistenza”.
Anna Lucia consegnò il progetto l’ultimo giorno “all’ultima ora, anzi all'ultimo secondo – osserva con una nota malinconica nella voce e lo sguardo - lo feci per mia nonna, perché sapevo che lei avrebbe voluto così”. Le radici e l’identità fanno parte del nostro patrimonio genetico, guai a sottovalutarlo: sono forza, ricchezza, certezze.
A un mese esatto dalla morte di nonna Teresa, Anna Lucia fu contattata dalla giuria del concorso con una bellissima notizia: quel fiocco così denso di significati, nato in un periodo così triste, aveva vinto il prestigioso concorso internazionale. “Il mio primo concorso, il mio primo lavoro: non ci credevo, non avevo parole...”.
Successivamente ha partecipato ad altri concorsi, progetti e residenze d’artista, tra cui uno per rappresentare l’Italia in Montenegro.
Terminati gli studi accademici, decise di acquistare un telaio moderno manuale e realizzare successivamente la sua prima collezione, partendo dal progetto al tessuto, fino ad arrivare al lavoro conclusivo.
Se gli incontri ci segnano e ci aprono squarci, opzioni, un altro di quelli che contano per Anna Lucia è stato con la Fondazione “Le Costantine” di Casamassella (area idruntina): “Sono grata a questa realtà che mi ha dato la possibilità di realizzare dei tessuti per la sfilata di Dior l'anno scorso a Lecce. Grazie a questa esperienza ho acquisito maggiore sicurezza nell'utilizzo dei telai antichi”.
Misurarsi con mondi vitali, professionali, globali di livello fa crescere e maturare in fretta e porta e anche convinzione dei propri mezzi, possibilità. E’ a questo punto che si ricorda di essere figlia d’arte: in un angolo della sua casa c’è il vecchio telaio della nonna, il suo regalo più bello, l’eredità più preziosa, perché viene dall’altro secolo e ancora può cantare, come quello di Penelope secoli fa.
E conclude: “Ora nel mio piccolo studio ho due telai antichi e uno moderno, dove realizzo le mie collezioni uniche, non riproducibili, estranei all’idea di serialità”. Quelle che hanno incantato i visitatori a Villa Fuortes sul lungomare di Leuca dove, luglio 1959, arrivò Pasolini con la Fiat Millecento, che a mesciu Anciulu (il mitico front della Pro Loco) confidò la sua estasi per la bellezza che stordisce a Finibus Terrae.
Il passato rivive ora nei disegni, ovvero i ‘pinti salentini’ di un tempo sospeso fra passato, presente e futuro, che Anna Lucia rivoluziona e risolve in un design contemporaneo, innovativo, ma solidamente ancorato alla modernità. Di cui sentiremo parlare nel tempo che ci aspetta…