Incidenti e coltivazioni distrutte, Cia Due Mari: “Cinghiali emergenza irrisolta”


TARANTO – L’appello e la richiesta d’intervento è indirizzata alle massime autorità istituzionali provinciali e regionali: il Prefetto di Taranto, Demetrio Martino; il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano; l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia; il presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Gugliotti; il Commissario dell’Ambito Territoriale di Caccia per Taranto, Vincenzo De Canio. Nella lettera ufficiale firmata da Pietro De Padova e Vito Rubino, presidente e direttore di CIA Due Mari (Taranto-Brindisi), la denuncia della situazione inerente all’emergenza cinghiali è ancora una volta circostanziata con dovizia di particolari e con le proposte di cui la declinazione provinciale e la dirigenza regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia si stanno facendo promotrici da anni.

Attraverso la missiva, CIA Due Mari torna a segnalare la gravità di quanto accaduto il 18 ottobre lungo la provinciale 13, strada che collega Castellaneta a Castellaneta Marina, dove l’improvviso attraversamento della carreggiata da parte di un cinghiale di grossa taglia ha causato un incidente stradale nel quale è rimasto coinvolto, per fortuna senza gravi conseguenze, un giovane lavoratore agricolo. “Vogliamo far rilevare – si legge nella missiva - che l’arteria stradale citata, alle prime luci dell’alba, è percorsa dagli operai agricoli con ogni mezzo, persino biciclette e ciclomotori, per raggiungere il proprio posto di lavoro. Se per un attimo immaginiamo cosa sarebbe potuto accadere se, anziché investire un auto, il cinghiale avesse travolto un ciclomotore o una bicicletta, è facile comprendere che sicuramente il guidatore avrebbe avuto la peggio, poiché si tratta di esemplari di grandi dimensioni fino a due quintali di peso”. Sin dal 2018, con documenti e iniziative, CIA Puglia ha fatto emergere che tale criticità legata alla presenza dei cinghiali sul territorio è diventata pericolosissima. I cinghiali, sempre più numerosi, hanno causato decine di incidenti. I branchi di questi voraci animali, inoltre, hanno distrutto e continuano a danneggiare interi campi coltivati. “La situazione non può più essere sottovalutata, in quanto si tratta di una vera e propria emergenza. Senza parlare poi delle richieste risarcitorie inviate alla Regione e alla Provincia che ammontano a somme rilevanti e aumentano di anno in anno.

L’attuale sistema normativo non sembra garantire un reale bilanciamento tra la fauna selvatica e l’agricoltura: negli ultimi trent’anni, le specie animali della fauna selvatica sono cresciute notevolmente dal punto di vista numerico, creando una situazione pericolosa e insostenibile. E’ importante agire subito per scongiurare che possa accadere l’irreparabile.

Occorre la costituzione di una task-force regionale, affinché si giunga all’abbattimento selettivo e controllato dei capi, in alternativa possono essere utili la sterilizzazione degli stessi e la eventuale realizzazione della filiera della carne di cinghiale. Una misura, quest’ultima, che potrebbe servire a ridurre la presenza di esemplari in circolazione e che viene già utilizzata in regioni come Toscana e Umbria. Potrebbe essere adottata in forma controllata e coordinata con le Asl, prevedendo anche l'autorizzazione della filiera corta della carne con la macellazione delocalizzata. Ormai assistiamo a uno strano fenomeno che a nostro avviso deve farci riflettere, un eccesso di protezione verso la specie animale e la sottovalutazione dei pericoli verso l’uomo e l’agricoltura che il proliferare di certe specie sta determinando”.

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