La superstizione: credenze di marinai


VITTORIO POLITO - I marinai sono gente superstiziosa, anche i romani ritenevano che alcune cose non andassero fatte, come ad esempio: tagliarsi i capelli e le unghie con il tempo buono, per non arrecare cattivo augurio alla navigazione; era prudente non starnutire salendo a bordo, non ballare o bestemmiare, non avere rapporti sessuali. Era anche sconsigliato morire (?), divieto quanto mai opportuno essendo la morte a bordo il peggiore dei presagi. Non portare banane a bordo, è forse una delle superstizioni marinare più antiche. Per qualcuno è una superstizione marinara senza senso, per altri una regola da rispettare sempre. Alle isole Hawaii alcuni capitani vietano addirittura di caricare sulle proprie imbarcazioni cibi e altri prodotti a base di banana. Per i marinai inglesi gli avvocati e i preti non sono graditi a bordo, i primi definiti dai marinai inglesi “squali di terra”, mentre i secondi rappresentavano una sfida a Satana e portavano male.

Anche Giacomo Leopardi riteneva che la superstizione fosse una errata visione della realtà, come si legge nel suo “Saggio sopra gli errori popolari degli antichi”.

Marinai e pescatori, nonostante il progresso dell’istruzione e della civiltà, conservano le loro credenze e le loro superstizioni, quale residuo di tempi andati. Essi credono, infatti, in esseri soprannaturali, i folletti, creati dal demonio per insidiare gli uomini.

Il folletto è il nome generico attribuito a una categoria di esseri fiabeschi, creature della fantasia popolare, raffigurato come piccolo di statura, burlone, bizzarro. Ritenuto responsabile di sorprese, fatti inverosimili, tiri pericolosi, a volte benefici, assume nomi diversi nei vari paesi e nelle differenti regioni: ’salvanello’ nel Veneto, ‘monacello’ in Calabria, ‘farfareddu’ in Sicilia, ecc.

“U munaciedde e u scazzamurriedde”: sono folletti di nostra conoscenza, nano il primo, scende di notte dal fumaiolo, non poggia i piedi per terra e si sostiene in mezzo alla camera in equilibrio. Il secondo, uno spiritello, poco diverso dal primo, si tratta di un fanciullo bizzarro e capriccioso, che compie mille stranezze, apparendo durante l’infuriare delle bufere. Suscita i venti, rende vorticoso il mare, è ritenuto responsabile di scricchiolii insoliti, della rete che si impiglia e così via.

Anche i maghi sono oggetto di credenza da parte della gente di mare, o dell’esistenza di sirene ingannatrici o di iettatori. Per neutralizzare le loro malefiche azioni, alcuni marinai hanno l’abitudine di indossare il cosiddetto ‘abitino’ della Madonna del Carmine, o la ‘fettuccia’ benedetta della Madonna del Pozzo, oppure pietre triangolari e marmoree dette di San Michele. Secondo Virgilio, l’antagonista principale nel poema dell’Eneide, Turno, per sfuggire alle navi troiane, si immerse nel Tevere, ma prima attinse un po’ d’acqua nel cavo della mano votandosi al genio del fiume. Anche i nostri marinai ed i bagnanti, prima di calarsi in mare si fanno il segno della croce dopo aver attinto la mano nel mare.

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