Polittica, Emiliano: “Il civismo è conseguenza della perdita di identità dei partiti"


BARI - “Il civismo è una conseguenza inevitabile alla perdita di ruolo e di identità dei partiti, che non è responsabilità dei movimenti civici ma dei partiti stessi”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, partecipando nel teatro Margherita di Bari a uno degli incontri di “Polittica”, la scuola di formazione politica organizzata dall’associazione La Giusta Causa.

All’incontro dal titolo “Civismo o trasformismo?”, condotto da Anna Maria Candela, hanno partecipato anche due ospiti inattesi, l’assessore regionale allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci e il sindaco di Lecce Carlo Salvemini. “I partiti purtroppo non danno l’opportunità di ragionare sul futuro della politica – ha detto Emiliano - e quindi con uno spirito civico questa scuola di politica riparte fuori dai contenitori che noi chiamiamo partiti e restituisce la parola ai cittadini. Questo è il civismo al quale dobbiamo moltissimo in Puglia, al quale io devo moltissimo. Sono cittadini impegnati, come Michele Laforgia, come il sindaco di Lecce Carlo Salvemini, che hanno una radice politica molto forte ma hanno difficoltà a farsi rappresentare dai partiti e questa difficoltà è diventata in Puglia una opportunità. Staremo a vedere se questo fenomeno saremo in grado di ricondurlo alla struttura della Costituzione, che dice che sono i partiti il luogo fondamentale che individua il percorso che le istituzioni devono svolgere, oppure se saremo costretti ad aspettare ancora questi partiti che non arrivano mai”. 

Secondo Emiliano “La Giusta Causa è un patrimonio importante che potrebbe fare da detonatore di una aggregazione di forze civiche” e rispondendo, a margine dell’incontro, alle domande dei giornalisti, il presidente ha detto che nel percorso che ha portato alla sua ultima candidatura “La Giusta Causa ha posto una serie di questioni che io ho guardato dritto negli occhi. Alla fine abbiamo vinto le elezioni e il contributo che LGC ha dato al rafforzamento del progetto politico io l’ho considerato una cosa molto positiva sia per me come persona, sia per tutto il complesso che ha portato nuovamente alla vittoria delle forze del progresso, quella che io chiamo la coalizione della Puglia, perché siamo andati ben oltre il concetto di centrosinistra, come anche il governo nazionale sta facendo”. Il presidente Emiliano ha ripercorso la sua storia politica, dalla tessera al Partito comunista dopo la morte di Enrico Berlinguer alla candidatura a sindaco di Bari nel 2004 con una lista civica “consapevole che dei partiti, dove la contesa di potere è fortissima, non ci si poteva fidare”. 

Quindi la sua esperienza alla guida del Pd regionale fino a dover rinunciare alla tessera del partito perché incompatibile con il ruolo di magistrato. “Da 18 anni sono un capo politico, il fatto che io abbia o no la tessera del Pd non cambia nulla – ha detto - . Influenzo la politica in maniera enorme a prescindere dai partiti”. E oggi, anzi, si definisce “un post-partiti. Ho sempre votato comunista – dice - , poi Pds, Ds, Pd, ho sempre fatto programmi di governo molto di sinistra, dal reddito di dignità alla legge sulla partecipazione, abolito palazzi abusivi, fatto battaglie ambientali sull’Ilva, politiche per l’accoglienza dei migranti. Mantenere i propri principi è una questione di forza d’animo. Io sono un uomo di sinistra e lo sarà sempre. Ma il mio ruolo come uomo politico, il fatto che mi definisca un uomo di sinistra senza se e senza ma, non vuol dire che non possa lavorare ad un progetto con persone che non sono di sinistra. Questo non cambia nulla della mia identità”. Il presidente Emiliano ha ricordato la storia del Trattamento di fine mandato, che era stato abolito dal governo Vendola e che è stato reintrodotto dal Consiglio regionale ad agosto scorso, poi nuovamente cancellato un mese dopo, definendola “una cosa inopportuna che per fortuna siamo riusciti a fermare” fatta “in un pomeriggio di ordinaria follia”.

Tornando sul ruolo dei partiti, Emiliano ha detto che “il Pd, per esempio, su una delle questioni più importanti per la Puglia che è l’Ilva, ha sostenuto varie posizioni, tutto il contrario di tutto, fino alla fine, fino a giustificare decreti incostituzionali e il sacrificio della salute da parte dei tarantini per far funzionare una fabbrica, sia pure considerata strategica. Per fortuna adesso il Pd ha ripreso il filo della Costituzione e ha rimesso la salute al centro. Un partito politico oggi – ha ribadito Emiliano - non è sempre in grado di garantire un profilo che dia affidamento ai cittadini. Quello che invece dà affidamento ai cittadini sono i programmi di governo. Il programma oggi dà garanzie di identità molto superiori a quelle di un partito che, a seconda delle maggioranze e delle leadership, l’identità alle volte non riesce a garantirla. La garanzia dei progetti politici non può essere data dai contenitori, ma dall’impegno di uomini e donne”.

Rispondendo, questa volta, ai corsisti di Polittica sul suo recente sostegno al sindaco di destra di Nardò Pippi Mellone, Emiliano ha assicurato: “Non lo mollo, non lo lascio ai fascisti. La sua capacità di dire la parola antifascista sarà centrale per il futuro della nostra relazione politica. Mellone nella sostanza è sempre stato nel centrosinistra e speriamo di riuscire a spiegargli perché è necessario che quella parola venga detta. Nel frattempo lo sto spingendo dannatamente in quella direzione. Se non ci dovessi riuscire, non sarà la prima volta che fallisco, ma ho fiducia nell’umanità e in questo ragazzo”.

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