BARI - Un solo paziente su 265 ricoverati in Rianimazione aveva ricevuto il ciclo completo di vaccinazione anti-SARS-CoV-2: è dello 0,38% la percentuale di vaccinati finiti in Terapia intensiva al Policlinico di Bari da febbraio ad agosto del 2021. È quanto emerso dallo studio scientifico condotto da Silvio Tafuri, professore ordinario di Igiene e responsabile della control room Policlinico Bari; Pasquale Stefanizzi, ricercatore di Igiene e Medicina preventiva e medico della control room; Salvatore Grasso, direttore della Rianimazione II del Policlinico di Bari; Lidia Dalfino, medico Rianimazione II, Giacomo Riformato, collaboratore di Igiene, e dagli specializzandi in Igiene e Medicina preventiva Marcello Putignano e Annamaria Lobifaro.
Lo studio ha indagato lo stato vaccinale dei pazienti affetti da infezione da SARS-COV-2 ricoverati presso l’unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione II del Policlinico di Bari, allo scopo di studiare il rapporto tra completamento del ciclo vaccinale e probabilità di ospedalizzazione.
La popolazione di studio è stata costituita dai 265 pazienti ricoverati dal 1° febbraio 2021 al 31 agosto 2021 presso Anestesia e Rianimazione II del Policlinico di Bari, reparto dedicato alle cure intensive dei pazienti positivi al tampone naso-faringeo. I dati relativi ai pazienti ospedalizzati sono stati estratti dal sistema informatizzato di gestione dei ricoveri del Policlinico di Bari, mentre le informazioni circa lo stato vaccinale degli stessi sono state estrapolate dall’anagrafe vaccinale informatizzata regionale GIAVA.
Nel periodo di studio, sono stati ricoverati presso l’unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione II dell’Azienda 265 pazienti, di cui 182 maschi e 83 femmine. L’età media dei pazienti ricoverati era pari a 62,9 anni (range 18- 97). Il numero di nuovi accessi è stato pari a 38 nel mese di febbraio, 116 nel mese di marzo, 74 nel mese di aprile, 15 nel mese di maggio, 8 nel mese di giugno, 3 nel mese di luglio e 11 nel mese di agosto. Un solo paziente (0,38%) aveva ricevuto il ciclo completo di vaccinazione anti-SARS-CoV-2, il 1,5% (4/265) aveva ricevuto un ciclo incompleto e il 98,1% (260/265) non aveva ricevuto alcuna dose di vaccino. Il paziente sottoposto al ciclo vaccinale completo presentava in anamnesi un tumore linfatico maligno; il fallimento vaccinale è pertanto imputabile alla ridotta risposta immunitaria dovuta alla condizione patologica di base.
I pazienti sottoposti alla prima dose di vaccino sono risultati positivi al tampone naso-faringeo in media 12,3 giorni (range 6-21) dopo la vaccinazione. Nel periodo di studio, è deceduto il 37,7% dei pazienti ricoverati presso la Rianimazione, di cui il 72% maschi e il 28% femmine. L’età media dei pazienti deceduti è pari a 69,3 anni (range 44-90). Il numero di decessi è stato pari a 9 nel mese di febbraio, 34 nel mese di marzo, 31 nel mese di aprile, 21 nel mese di maggio, 2 nel mese di giugno, 2 nel mese di luglio e 1 nel mese di agosto. Nessuno dei pazienti deceduti era stato vaccinato prima del ricovero.
I dati, è la conclusione a cui arrivano gli autori dello studio, descrivono una netta prevalenza, nell’unità operativa oggetto di studio, di pazienti non vaccinati. Peraltro, i pazienti precedentemente vaccinati erano stati sottoposti a un ciclo di vaccinazione incompleto o presentavano condizioni tali da inficiare la risposta all’immunizzazione attiva.
“Lo studio dimostra scientificamente l’efficacia del vaccino nella protezione dalla malattia e delle sue gravi conseguenze - commenta il direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore - Solo lo 0,38% dei vaccinati finisce in rianimazione e succede per i soggetti con compromissioni del sistema immunitario. Analizzando dati e numeri del campione preso in considerazione, circa 300 pazienti per un periodo di 8 mesi, inoltre è evidente come la protezione aumenti considerevolmente al completamento del ciclo vaccinale. Si tratta, in realtà, di una conferma degli studi sull’utilità del vaccino ma che speriamo serva a convincere gli ultimi indecisi che ancora sono scettici nei confronti dell’immunizzazione contro il Covid. Le Rianimazioni sono certamente più vuote rispetto a mesi fa ma i pazienti che vi sono ricoverati sono in gravi condizioni. Per questo è necessario ancora continuare a spingere sulla campagna vaccinale: prime dosi per chi ancora non ha aderito, seconde per chi deve completare il ciclo, terze per i pazienti fragili, gli anziani e gli operatori sanitari. Il vaccino è l’unica arma per superare definitivamente la pandemia e per mettere in sicurezza gli ospedali e le strutture sanitarie consentendo di riprendere l’attività ordinaria dei reparti”.
“L’analisi dei fallimenti vaccinali ha da sempre un ruolo importante nella valutazione dell’efficacia della vaccinazione, per questo abbiamo messo la lente di ingrandimento sulle terapie intensive – spiega il professore ordinario di Igiene e responsabile della control room del Policlinico Bari, Silvio Tafuri – i dati sono molto confortanti: solo un soggetto su oltre 200 presenta una storia di corretta vaccinazione e si tratta di un paziente con patologie del sistema immunitario sul quale ci attendevamo che il vaccino funzionasse meno bene. Questo dato è suggestivo di una buona efficacia della vaccinazione ed è in linea con i dati pubblicati nella fase della commercializzazione dei vaccini. Significa, detto in maniera molto semplice, che se ti vaccini non vai a finire in terapia intensiva, se ti vaccini non muori”.
Lo studio ha indagato lo stato vaccinale dei pazienti affetti da infezione da SARS-COV-2 ricoverati presso l’unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione II del Policlinico di Bari, allo scopo di studiare il rapporto tra completamento del ciclo vaccinale e probabilità di ospedalizzazione.
La popolazione di studio è stata costituita dai 265 pazienti ricoverati dal 1° febbraio 2021 al 31 agosto 2021 presso Anestesia e Rianimazione II del Policlinico di Bari, reparto dedicato alle cure intensive dei pazienti positivi al tampone naso-faringeo. I dati relativi ai pazienti ospedalizzati sono stati estratti dal sistema informatizzato di gestione dei ricoveri del Policlinico di Bari, mentre le informazioni circa lo stato vaccinale degli stessi sono state estrapolate dall’anagrafe vaccinale informatizzata regionale GIAVA.
Nel periodo di studio, sono stati ricoverati presso l’unità operativa complessa di Anestesia e Rianimazione II dell’Azienda 265 pazienti, di cui 182 maschi e 83 femmine. L’età media dei pazienti ricoverati era pari a 62,9 anni (range 18- 97). Il numero di nuovi accessi è stato pari a 38 nel mese di febbraio, 116 nel mese di marzo, 74 nel mese di aprile, 15 nel mese di maggio, 8 nel mese di giugno, 3 nel mese di luglio e 11 nel mese di agosto. Un solo paziente (0,38%) aveva ricevuto il ciclo completo di vaccinazione anti-SARS-CoV-2, il 1,5% (4/265) aveva ricevuto un ciclo incompleto e il 98,1% (260/265) non aveva ricevuto alcuna dose di vaccino. Il paziente sottoposto al ciclo vaccinale completo presentava in anamnesi un tumore linfatico maligno; il fallimento vaccinale è pertanto imputabile alla ridotta risposta immunitaria dovuta alla condizione patologica di base.
I pazienti sottoposti alla prima dose di vaccino sono risultati positivi al tampone naso-faringeo in media 12,3 giorni (range 6-21) dopo la vaccinazione. Nel periodo di studio, è deceduto il 37,7% dei pazienti ricoverati presso la Rianimazione, di cui il 72% maschi e il 28% femmine. L’età media dei pazienti deceduti è pari a 69,3 anni (range 44-90). Il numero di decessi è stato pari a 9 nel mese di febbraio, 34 nel mese di marzo, 31 nel mese di aprile, 21 nel mese di maggio, 2 nel mese di giugno, 2 nel mese di luglio e 1 nel mese di agosto. Nessuno dei pazienti deceduti era stato vaccinato prima del ricovero.
I dati, è la conclusione a cui arrivano gli autori dello studio, descrivono una netta prevalenza, nell’unità operativa oggetto di studio, di pazienti non vaccinati. Peraltro, i pazienti precedentemente vaccinati erano stati sottoposti a un ciclo di vaccinazione incompleto o presentavano condizioni tali da inficiare la risposta all’immunizzazione attiva.
“Lo studio dimostra scientificamente l’efficacia del vaccino nella protezione dalla malattia e delle sue gravi conseguenze - commenta il direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore - Solo lo 0,38% dei vaccinati finisce in rianimazione e succede per i soggetti con compromissioni del sistema immunitario. Analizzando dati e numeri del campione preso in considerazione, circa 300 pazienti per un periodo di 8 mesi, inoltre è evidente come la protezione aumenti considerevolmente al completamento del ciclo vaccinale. Si tratta, in realtà, di una conferma degli studi sull’utilità del vaccino ma che speriamo serva a convincere gli ultimi indecisi che ancora sono scettici nei confronti dell’immunizzazione contro il Covid. Le Rianimazioni sono certamente più vuote rispetto a mesi fa ma i pazienti che vi sono ricoverati sono in gravi condizioni. Per questo è necessario ancora continuare a spingere sulla campagna vaccinale: prime dosi per chi ancora non ha aderito, seconde per chi deve completare il ciclo, terze per i pazienti fragili, gli anziani e gli operatori sanitari. Il vaccino è l’unica arma per superare definitivamente la pandemia e per mettere in sicurezza gli ospedali e le strutture sanitarie consentendo di riprendere l’attività ordinaria dei reparti”.
“L’analisi dei fallimenti vaccinali ha da sempre un ruolo importante nella valutazione dell’efficacia della vaccinazione, per questo abbiamo messo la lente di ingrandimento sulle terapie intensive – spiega il professore ordinario di Igiene e responsabile della control room del Policlinico Bari, Silvio Tafuri – i dati sono molto confortanti: solo un soggetto su oltre 200 presenta una storia di corretta vaccinazione e si tratta di un paziente con patologie del sistema immunitario sul quale ci attendevamo che il vaccino funzionasse meno bene. Questo dato è suggestivo di una buona efficacia della vaccinazione ed è in linea con i dati pubblicati nella fase della commercializzazione dei vaccini. Significa, detto in maniera molto semplice, che se ti vaccini non vai a finire in terapia intensiva, se ti vaccini non muori”.