BRINDISI - Rivive la coppia d’oro della commedia italiana d’eccellenza, formata da Alberto Sordi e Monica Vitti; Maurizio Micheli e Debora Caprioglio ne seguono le tracce e portano in scena «Amore mio aiutami», in programma al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi giovedì 2 dicembre con sipario alle ore 20.30. Liberamente ispirato alla sceneggiatura di Rodolfo Sonego da cui fu tratto il celebre film del 1969, «Amore mio aiutami» è la classica commedia all’italiana degli anni Sessanta che vive nel contrasto e nell’equilibrio tra il grottesco e il reale, o almeno potenzialmente tale.
Biglietti disponibili online alla pagina Vivaticket urly.it/3ghsm e presso il botteghino del Teatro, aperto al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle 13 e dalle 16.30 alle 18.30. Il giorno dello spettacolo dalle ore 11 alle 13 e a partire dalle 19. Ingresso consentito solo con Green Pass.
Giovanni e Raffaella formano una coppia affiatata e rodata da dieci anni di matrimonio; la relazione va però in crisi quando Raffaella si innamora di Valerio Mantovani, un affascinante quarantenne conosciuto durante i concerti di musica da camera cui la donna assiste tutte le settimane con la madre. Raffaella si invaghisce dunque di un altro uomo ma, confidando sulla comprensione del marito che si vanta da sempre del suo essere moderno, aperto e razionale, chiede il suo aiuto per chiarire i sentimenti e decidere se approfondire la relazione con Valerio - peraltro all’oscuro dei sentimenti della donna - o restare al fianco del marito che pensa di amare ancora.
Giovanni, perdutamente innamorato della moglie, ma deciso a restare fedele ai suoi principi, pensa di mostrare comprensione ma intanto si adopera in tutti i modi per impedire che la moglie finisca nelle braccia del nuovo venuto. Tra continui allontanamenti e riavvicinamenti, marito e moglie seguiranno un percorso che li porterà alla definitiva e irreparabile rottura.
«Ãˆ una strana storia - ha scritto il regista Renato Giordano nelle note -, sembra un pamphlet sul mutamento dei costumi e dei valori di una Italia stanca di vecchie ipocrisie e desiderosa di nuove sensazioni, preferibilmente forti. Giovanni, il nostro protagonista, racconta il suo disagio per il repentino e un po’ incomprensibile mutamento delle relazioni umane e dei sentimenti basati sull’ostinazione, non sempre giusta, della verità a tutti i costi. Così si trova ad affrontare le difficoltà e l’ipocrisia di una coppia che vuole aprirsi, farsi moderna, entrare nel tempo che vive senza avere la cultura e il distacco necessario affinché questo accada. Una storia sempre attuale come l’amore, l’amore che inesorabilmente si evolve, muta, cambia senza tener conto di niente e di nessuno, amore che attraversa tutto e tutti, sempre alla ricerca di una passionalità nemica delle abitudini. Lo spettatore sarà portato per mano in un’apparente favola che in realtà rappresenta la vita di tutti i giorni».
La sbandata di Raffaella rompe gli equilibri di un rapporto appiattito sull’abitudine e libera quella verità che la coppia teneva nascosta in fondo al vaso di Pandora. Improvvisamente lo shock, il colpo di frusta su un matrimonio cui restano le apparenze e che manda in frantumi la maschera dell’uomo moderno e controllato. A Micheli e Caprioglio il compito di far rivivere l’amara parabola sul conflitto tra desiderio razionale di scardinare vecchie ipocrisie e sentimenti che non conoscono ragione. Una riflessione sempre attuale sui limiti della coppia aperta. «La commedia racconta di un presunto tradimento - ha detto Maurizio Micheli - che di fatto non si concretizza. È il crollo del castello che la coppia aveva costruito fino a quel momento. Il protagonista, pur tradendo la sua ostentata apertura di pensiero, si comporta da persona matura. Sappiamo quello che a volte accade oggi quando una coppia si rompe e poi fanno seguito atti sconsiderati. Sono situazioni che possono accadere e da cui occorre uscire nel migliore dei modi, con rispetto, anche cercando aiuto e soccorso dal proprio partner».