Coldiretti, il Green pass salva Natale da 14,1 miliardi tra viaggi e cibo
Con la promessa di un Natale più normale possono iniziare a programmare le ferie i 10 milioni di italiani che lo scorso anno hanno rinunciato a viaggiare nel periodo delle feste di fine anno per raggiungere parenti, amici o fare vacanze. Tra le destinazioni turistiche a pagare il prezzo più alto – continua la Coldiretti – era stata la montagna con 3,8 milioni di italiani che non avevano potuto raggiungere le piste da sci con effetti sull’intero indotto delle vacanze, dall’attività dei rifugi alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi. Proprio dal lavoro di fine anno dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole che con le attività di allevamento e coltivazione – continua la Coldiretti – svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento.
Sono rassicurati anche i sette italiani su dieci durante le feste di Natale e Capodanno – sottolinea Coldiretti – si recano almeno una volta a mangiare fuori in uno dei circa 360mila tra ristoranti, trattorie, pizzerie, agriturismi presenti nelle regioni. “Una opportunità che salva un milione di posti di lavoro nei circa 360mila ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi, con un effetto valanga sull’intera filiera agroalimentare con 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole impegnate a garantire la forniture di cibo. La ristorazione è tra i settori più danneggiati dalla pandemia con i consumi alimentari degli italiani fuori casa che nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti per bar, ristoranti, trattorie e agriturismi che hanno dimezzato il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro. Ma la situazione si ripercuote a cascata – continua la Coldiretti – sull’intero sistema agroalimentare con oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti nell’anno della pandemia. La drastica riduzione dell’attività – conclude la Coldiretti – pesa infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.