Rubrica a cura di Christian Montanaro - Secondo gli aborigeni scattare una foto significa rubare l’anima del soggetto immortalato.
Non sono ferrato in matematica e nutro quindi delle perplessità sulla equazione fotografia=sortilegio.
Amando di più l’arte, preferisco credere che l’anima riceva invece forti emozioni da un sapiente scatto fotografico.
Una ulteriore conferma mi è giunta dal “World Press Photo Bari”, tappa locale della celebre mostra internazionale di fotogiornalismo “World Press Photo Exhibition” - edizione 2021 - che sino al 21 novembre prossimo sarà ancora di scena nel Teatro Margherita.
Apprezzatissimo dagli utenti (finora si sarebbero registrati oltre 3 mila ingressi) non ha tradito le attese neanche nel sottoscritto.
Nonostante l’elaborato piatto di spaghetti alla assassina con cozze e polpo con cui poco prima avevo sfidato il mio stomaco stesse provando ripetutamente a mandarmi in letargo prima del tempo.
Nulla di tutto questo e pisolino rimandato. Perché gli scatti dei fotografi della manifestazione sono stati così suggestivi da ridestare di colpo le mie palpebre, attivando i chakra della mia innata curiosità ed inducendomi ad indagare sui perché ed i percome di quegli stessi scatti.
Camminando qua e là ed imbattendomi nelle numerose sezioni che animavano questa manifestazione.
E potendo ammirare così la grande varietà di genere e, soprattutto, la grande intensità delle immagini fotografate. Tutte diverse tra loro, ma egualmente incisive.
Dall’incontrollata invasione di locuste (3° premio – sezione Storie – genere Natura) alla nuotata di un leone marino in California verso una mascherina (1° premio – soggetti singoli – genere Ambiente).
Dal ritratto di Ignat, un trasgender russo, vittima di bullismo in Russia, per via di un emendamento del 2020 che ha previsto come il matrimonio sia solo quello tra un uomo e una donna (1° premio – soggetti singoli – genere Ritratti) al riconoscimento della importanza della Pet-Therapy con la presenza di un cavallo in una clinica (2° premio – soggetti singoli – attualità ).
In questo tour mondiale della manifestazione (che ha toccato oltre 100 città ) a destare particolare commozione è stato lo scatto del fotografo danese Mads Nissen (non a caso premiato con il “World Press Photo of the year 2021”), che ha immortalato il primo abbraccio post-covid tra la paziente ottantacinquenne Rosa Luzia Lunardi e la sua infermiera Adriana Silva Da Costa Souza presso una casa di cura a San Paolo in Brasile nella cosiddetta “tenda dell’abbraccio”. In quel Brasile dove soltanto nel 2020 si sarebbero registrati oltre 7,7 milioni di casi con 195.000 morti.
Surreale, ma di non minore interesse lo scatto di Karolina Jonderko, dal titolo “Rinati” su bambole davvero iperealistiche.
Da menzionare anche il fotografo barese, ma romano di adozione, Antonio Faccilongo, vincitore della “World Press Photo Story of the year 2021”. La prima volta per un italiano. Le sue immagini documentano l’attività dei detenuti palestinesi che, impediti nei contatti fisici all’esterno, contrabbandano sin dal 2000 il proprio liquido seminale allo scopo di avere una propria progenie.
Ma la verità è che scegliere un solo scatto diventa assai difficile, essendo tutti oggettivamente belli e particolari.
Si può solo consigliarne la visione. Perché, come diceva il noto fotografo e gallerista Alfred Stieglitz: “nella fotografia c’è una realtà così sottile, che diventa più reale della realtà ”.
Fotografie a cura di Rosella Cuscito
*Christian Montanaro è un avvocato, giornalista pubblicista e scrittore barese. Fortemente eclettico, ha lavorato in tutti gli ambiti legati al mondo della comunicazione, passando indifferentemente dalla radio alla tv e scrivendo per numerose testate giornalistiche cartacee e telematiche. Ha realizzato diversi cortometraggi e pubblica frequentemente libri. Tra le sue precedenti pubblicazioni ricordiamo: “Campioni a chi?” (Società Editrice Dante Alighieri), in due diverse settimane del 2012 il secondo e-book più letto sul circuito Ultimabooks; “Bestseller - l’incubo riNcorrente (Mario Adda Editore), menzione d’onore per la narrativa edita alla prima edizione del concorso letterario nazionale “Bari Città Aperta”; “L’Allenatrice” (Mario Adda Editore”), quinto classificato per la narrativa sportiva alla seconda edizione del concorso letterario nazionale “Bari Città Aperta”. Per Giornale di Puglia cura già la rubrica 'Tutto a Norma'.