ROMA - Dall’inizio dell’autunno si contano lungo tutta la Penisola piu’ di 6 nubifragi al giorno tra bombe d’acqua, tempeste di vento, e tornado che hanno provocato morti, feriti e danni. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento alla nuova perturbazione con l’allerta meteo della protezione civile arancione in Veneto e gialla su Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, sul versante nord-orientale della Sicilia e sull`intero territorio della Sardegna.
Sono evidenti anche in Italia – sostiene la Coldiretti – gli effetti dei cambiamenti climatici con l’autunno 2021 che fa segnare fino ad ora un aumento del 39% di eventi i estremi rispetto allo scorso anno. Si tratta di un brusco cambiamento dopo una estate generalmente siccitosa che aveva favorito il divampare degli incendi con oltre 170mila ettari di bosco andati a fuoco. A pagare un conto salato in autunno – continua la Coldiretti – è l’agricoltura con la fase conclusiva della vendemmia e l’inizio della raccolta delle olive mentre nei terreni si raccolgono gli ortaggi autunnali e bisogna effettuare le tradizionali semine primaverile ostacolate dal maltempo.
Siamo di fronte – precisa la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi con danni per oltre 2 miliardi di euro nel 2021, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. Alla perdita del raccolto stagionale infatti si aggiungono in molti casi danni destinati a durare nel tempo come per le piante da frutto divelte dalla furia delle acque per le quali – conclude la Coldiretti – occorreranno anni prima che possano tornare a produrre.