Sentenza Petruzzelli, Decaro: “Chiesto l’intervento del Governo”


BARI - Dopo una rapida interlocuzione avvenuta in queste ore tra il sindaco Decaro e il ministro alla Cultura Dario Franceschini, è stato fissato un primo incontro sulla vicenda Teatro Petruzzelli previsto a Roma martedì 23 novembre.

Questo pomeriggio, dopo una sommaria lettura delle due sentenze della Corte d’Appello di Bari in merito alla vicenda della proprietà del teatro e della validità del Protocollo del 2002 e viste le rilevanti questioni applicative, il sindaco Antonio Decaro ha chiesto un incontro urgente al Governo.

“La prima delle due sentenze - dichiara il sindaco di Bari - condanna la famiglia Messeni Nemagna al pagamento di circa 45 milioni di euro, oltre gli interessi legali in favore dello Stato, per l’enorme sforzo finanziario sostenuto dalle amministrazioni pubbliche per la ricostruzione del Teatro Petruzzelli e, contemporaneamente, pone il problema della restituzione dell’immobile alla famiglia.

Senza voler discutere la sentenza che merita di essere approfondita dalla difesa del Comune, è ovvio che l’applicazione della stessa può determinare la sospensione delle attività della Fondazione e delle manifestazioni culturali già programmate nel teatro Petruzzelli.

Questo nonostante l’enorme debito accertato che gli eredi hanno nei confronti dello Stato.

Nel contempo la seconda sentenza cancella il protocollo del 2002 che - tra l’altro - prevedeva un corrispettivo annuale a carico pubblico per l’uso del teatro dopo la ricostruzione.

Appena appreso del contenuto delle sentenze, ho chiesto un incontro urgente al Governo per affrontare la questione. La condanna al pagamento degli eredi e la cancellazione del Protocollo del 2002 purtroppo non evitano l’obbligo del Comune e della Fondazione di riconsegnare il teatro che è stato interamente ricostruito con soldi pubblici.

La nostra città ha già sofferto per troppi anni l’assenza del suo palcoscenico più prestigioso, e oggi questa pronuncia rischia di riportare Bari indietro di trent’anni, privandola non solo di una programmazione culturale finalmente all’altezza delle sue ambizioni, ma anche di una realtà che in questi ultimi anni è diventata un simbolo indiscutibile della nostra rinascita.

È arrivato il momento, così come da me più volte auspicato, di definire una volta per tutte l’intera vicenda con l’impegno del Governo”.

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