CERIGNOLA (FG) - «Educazione finanziaria come strumento per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne». Da Fratelli d'Italia, Antonia Corcella e Laura Raffaeli esortano l'amministrazione comunale ad intraprendere un percorso di consapevolezza femminile secondo quanto indicato dall'Anci. L'obiettivo dell'indipendenza finanziaria resta tra i primi aspetti di un rapporto malato e della possibilità di denunciare il partner violento.
«Nella spirale della violenza, quella economica è l’innesco più subdolo usato per isolare una donna – interviene Raffaeli - : si manifesta con crescente intensità con limitazione dell’attività lavorativa, impedimento di conoscere il reddito familiare, di avere una carta di credito o un bancomat, di usare il proprio denaro e il costante controllo su quanto e come si spende, fino al ricatto economico in fase di separazione e il mancato pagamento dell’assegno di mantenimento. Sono tutte forme di violenza economica, un insieme di atti finalizzati a mantenere la vittima in una condizione di subordinazione e dipendenza».
La denuncia del partner violento deve poi essere seguita dall'allontanamento della donna dalla casa coniugale e fortunatamente a Cerignola i passi in avanti verso strutture di accoglienza sicura ci sono. Ma le difficoltà economiche incidono pesantemente anche sulla vita dei figli. «Lo scorso 8 novembre 2021 – osserva Corcella – ,l’INPS ha illustrato la disciplina della misura denominata “Reddito di Libertà”, rivolta alle donne vittime di violenza in condizione di povertà, con particolare riguardo all’autonomia abitativa e al percorso scolastico e formativo dei figli. La richiesta deve essere presentata direttamente dalla cittadina interessata al Comune competente per residenza. È chiaro che tale misura, da sola, non è sufficiente».
L’Associazione nazionale dei Comuni italiani (la Commissione Pari opportunità, Servizio civile, Politiche giovanili e Sport), nel Piano strategico nazionale antiviolenza sulle donne e minori per il prossimo triennio, oltre a concentrarsi sul reddito di libertà, ha invitato i Comuni di tutta Italia a dare priorità ai progetti che promuovono la ripresa dell’autonomia delle donne che hanno subito violenza. «Chiediamo all’amministrazione – invitano le donne di Fratelli d'Italia - di mettere in campo quelle politiche e quelle risorse necessarie, volte ad implementare progetti e percorsi di educazione finanziaria per le donne vittime di violenza, al fine di prevenire e contrastare la violenza economica, nonché di favorire l’autonomia, l’empowerment e l'integrazione lavorativa delle donne, nella fase di uscita dall’esperienza di violenza. Donne finanziariamente più consapevoli possono affrontare meglio le sfide quotidiane legate alle scelte finanziarie ed essere più pronte a riconoscere e gestire eventuali situazioni di violenza economica».
La denuncia del partner violento deve poi essere seguita dall'allontanamento della donna dalla casa coniugale e fortunatamente a Cerignola i passi in avanti verso strutture di accoglienza sicura ci sono. Ma le difficoltà economiche incidono pesantemente anche sulla vita dei figli. «Lo scorso 8 novembre 2021 – osserva Corcella – ,l’INPS ha illustrato la disciplina della misura denominata “Reddito di Libertà”, rivolta alle donne vittime di violenza in condizione di povertà, con particolare riguardo all’autonomia abitativa e al percorso scolastico e formativo dei figli. La richiesta deve essere presentata direttamente dalla cittadina interessata al Comune competente per residenza. È chiaro che tale misura, da sola, non è sufficiente».
L’Associazione nazionale dei Comuni italiani (la Commissione Pari opportunità, Servizio civile, Politiche giovanili e Sport), nel Piano strategico nazionale antiviolenza sulle donne e minori per il prossimo triennio, oltre a concentrarsi sul reddito di libertà, ha invitato i Comuni di tutta Italia a dare priorità ai progetti che promuovono la ripresa dell’autonomia delle donne che hanno subito violenza. «Chiediamo all’amministrazione – invitano le donne di Fratelli d'Italia - di mettere in campo quelle politiche e quelle risorse necessarie, volte ad implementare progetti e percorsi di educazione finanziaria per le donne vittime di violenza, al fine di prevenire e contrastare la violenza economica, nonché di favorire l’autonomia, l’empowerment e l'integrazione lavorativa delle donne, nella fase di uscita dall’esperienza di violenza. Donne finanziariamente più consapevoli possono affrontare meglio le sfide quotidiane legate alle scelte finanziarie ed essere più pronte a riconoscere e gestire eventuali situazioni di violenza economica».