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La produzione in Italia di lenticchia – sottolinea la Coldiretti – è di circa 5,5 milioni di chili e particolarmente ricercate sono quelle Castelluccio di Norcia IGP, la cui produzione era stata duramente colpita dal terremoto ma anche quelle inserite nell’elenco delle specialità tradizionali nazionali come le lenticchie di S.Stefano di Sessano (Abruzzo), di Valle agricola (Campania), di Onano, Rascino e Ventotene (Lazio), molisane (Molise), di Villalba e Ustica (Sicilia) o umbre quali ad esempio quelle di Colfiorito. L’accoppiata vincente – continua la Coldiretti – è con ben 6 milioni di chili di cotechino e zampone consumati proprio a fine anno con gran parte della produzione nazionale che è certificata come Cotechino e Zampone di Modena Igp, riconoscibili dal caratteristico logo a cerchi concentrici gialli e blu con stelline dell’Unione Europea, ma si rileva anche una apprezzabile domanda di cotechini e zamponi artigianali, anche acquistati direttamente dai contadini nelle fattorie e nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica.
Addio invece alle mode esterofile del passato come il consumo di frutta fuori stagione importata dall’estero anche fa registrare un crollo del 20% rispetto alle feste di fine anno di cinque anni fa. Non è un caso che il 95% dei commensali nelle case e fuori quest’anno preferisce prodotti nazionali per la qualità ma anche per sostenere l’economia ed il lavoro per aiutare il Paese a superare le difficoltà generate dalla pandemia.
Con la preoccupazione per la risalita dei contagi e la diffusione della variante Omicron, solo il 14% dei cittadini ha deciso – rileva la Coldiretti – di festeggiare fuori al ristorante, in trattorie e agriturismi mentre l’83% festeggiano nelle case e un 3% decide all’ultimo momento. E’ boom però per le consegna a domicilio favorita – sottolinea la Coldiretti – dall’impennata del numero di italiani in isolamento o in quarantena, senza dimenticare quanti organizzano pranzi e cene nelle case perché non dispongono di green pass rafforzato necessario per mangiare fuori in agriturismi e ristoranti.
Una opportunità colta dagli agriturismi dove hanno scelto di consumare il cenone circa 200mila ospiti ma secondo Campagna Amica sono state anche adottate numerose e diversificate iniziative per la consegna a domicilio, dal menu a sorpresa a quello scontato, dall’agribag fino al kit fai da te con gli ingredienti base per la preparazione di ricette contadine per quanti hanno deciso di cimentarsi personalmente in cucina.
Con lo stop a veglioni, concerti in piazza e discoteche, la festa di fine anno si sposta a tavola dove al cenone saranno destinati 99 euro in media a famiglia, con un balzo del 52% rispetto allo scorso anno segnato da uno stretto lockdown. A tavola si prevede una presenza media di 6,3 persone – conclude Coldiretti -, quasi il doppio rispetto allo scorso anno (3,7 persone) condizionato dal limite di massimo due ospiti non conviventi, ma sono molto lontane le tavolate da quasi 9 persone del periodo pre pandemia.