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ROMA - Il caro delle bollette energetiche ha fatto raddoppiare i costi di produzione delle stelle di Natale nei vivai che in alcuni casi sono stati costretti a smettere di produrle determinando un vistoso calo dell’offerta, tanto che in certe zone risultano introvabili. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che per le Stelle di Natale sono richiesti fra i 15 e i 20 gradi all’interno delle serre e con le temperature che vanno sotto zero è necessario compensare facendo lavorare al massimo le caldaie con un vero e proprio salasso per i vivaisti.
Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ il fiore simbolo del Natale è ricercato quest’anno dal 49% degli italiani che non vogliono rinunciare a decorare le proprio case, ma difficoltà nella produzione sono sensibili anche per altre piante e fiori tradizionali delle feste. Il rincaro dei costi energetici – continua la Coldiretti – si trasferisce sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori rendendo insostenibile la situazione. A rischio è un settore da primato per il Made in Italy con 27mila imprese e circa 200mila posti di lavoro nella filiera del florovivaismo che – sostiene la Coldiretti – sta cercando di risollevarsi dopo aver pagato un prezzo pesantissimo alla crisi causata dalla pandemia.
I prezzi delle Stelle di Natale variano a seconda delle dimensioni, del vaso e possono andare dai 5 fino ai 150 euro per le varietà più strutturate o a quelle ad alberello. Per ottimizzare l’acquisto e far sopravvivere le stelle di Natale alle feste, la Coldiretti ricorda che la pianta è ancora viva anche dopo la perdita delle foglie ed che è molto importante mantenerla durante il periodo di “stasi” all’ombra, lontana da luoghi dove possa ricevere luce artificiale (lampadine, televisioni) perché si tratta di una pianta “brevidiurna” che fiorisce in conseguenza di un adeguato periodo trascorso con un basso numero di ore di luce. Durante il periodo primaverile – informa la Coldiretti – sarà opportuno effettuare una potatura abbastanza vigorosa e portarla in terrazzo per riporla nelle case verso ottobre/novembre in un ambiente poco luminoso (8 ore max di luce al giorno) al fine di facilitare la crescita di nuove foglie (che assumeranno il caratteristico colore rosso) e di nuovi rami. Un ultimo piccolo accorgimento – conclude la Coldiretti – per far rifiorire la stella di Natale è la concimazione, quest’essenza predilige concimazioni a base di potassio e fosforo, soprattutto nel periodo autunno invernale. Così facendo l’anno successivo si potrà avere ancora la stella di Natale, scientificamente chiamata Euphorbia pulcherrima (dal latino bellissima), facendo fruttare gli acquisti fatti durante queste festività .