Emiliano a Roma per la Conferenza delle regioni: “Sul PNRR con senso di responsabilità aiutiamo il Governo a superare una difficile sfida"


BARI - “La storia dell’Unione Europea è una storia innanzitutto di piani strategici e investimenti tra la stessa Europa e le regioni. Il PNRR, anche per questione di tempi, forse non è riuscito, almeno in Italia, a creare una sinergia tra Unione Europea, Stato Italiano e Regioni. Ma le Regioni, con grande senso di responsabilità, in questo momento stanno cercando di aiutare il Governo Italiano a uscire nel migliore dei modi da questa sfida non facile. Quindi, nonostante qualche riserva sul livello non elevato di coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, stiamo cercando di andare avanti”.
Lo affermato Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, nonché vicepresidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (presieduta da Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia), riunitasi in seduta straordinaria a Roma nella sua sede istituzionale.

Durante l’incontro, a cui ha partecipato il Presidente del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea, Apostolos Tzitzikostas, si è dibattuto sul ruolo delle Regioni nel Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) e sul ruolo della Conferenza per il Futuro dell’Europa.

“È molto importante il Comitato delle Regioni in questo momento – ha proseguito Emiliano - perché l’Unione Europea è una costruzione molto originale, nella quale gli stati nazionali, attraverso i governi, hanno un peso molto rilevante, certe volte maggiore del Parlamento Europeo e della Commissione; quindi la spinta dal basso che assicurano le città e le regioni è molto importante.

Per esempio lo è nella battaglia sul clima, che ai governi nazionali, come abbiamo visto a Glasgow, non interessa quanto ai cittadini. Come Comitato delle Regioni, noi siamo coloro che portano la voce dei cittadini che vogliono costruire una vita di migliore qualità, più giusta e soprattutto con una prospettiva di uguaglianza che consente a tutti i cittadini del mondo, non solo a quelli europei, di vivere pienamente i propri diritti”.

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