LIVALCA - Non era difficile prevedere che un colto deputato per sei legislature, oltre che parlamentare europeo per una e con un curriculum di governo di tutto rispetto, si lasciasse sfuggire la ghiotta occasione di intervenire sulla prossima elezione del Presidente della Repubblica. Stiamo parlando di Pino Pisicchio: politico per passione, professore ordinario di diritto pubblico comparato per professione, giornalista per vocazione e scrittore per la necessità di esternare il bagaglio di esperienze maturate; il tutto viene fatto non dimenticando le origini ‘sindacali’ di cui è depositario nel dna (Natura non facit saltus).
Oggi alle ore 18,00 presso l’Hotel Excelsior (via G. Petroni, 15, l’ex Jolly Hotel) viene presentata la sua ultima fatica editoriale - come numero di produzione ritengo siamo sui componenti una squadra di calcio - dal titolo «QUIRINAL GAMES. Come si elegge un Presidente. Forse» (nuova PALOMAR Editrice, 2021 Bari, pp. 112, € 14,50) che richiama quello che avverrà a fine gennaio del nuovo anno nell’aula di Montecitorio.
Il libro rivela il talento satirico di Pisicchio, di cui aveva già dato buona prova in precedenza, e la sua non comune abilità nell’esporre fatti e personaggi di un ambiente che ha frequentato a lungo. Sembra quasi che l’autore non si consideri assente, ma un protagonista in permesso ‘prolungato’. Tra le tante situazioni veritiere che vengono introdotte nel racconto vi è quella non trascurabile - che forse è quella per cui non andremo mai a votare prima della scadenza naturale - che la prossima volta la ‘forza lavoro’ del Parlamento sarà ridotta a 600. Piccole ‘chicche’ vengono disseminate lungo il percorso della rapida narrazione il cui inizio parte in questo modo: Camera dei Deputati, corridoio dei Presidenti. Roma venerdì 21 gennaio 2022. “La cosa curiosa è che in questa partita del Colle i grandi elettori delle Stelle potrebbero dare le carte con i numeri che hanno in Parlamento e invece dovranno fare la parte di quelli che vanno a guardare le carte degli altri…” Bruno Verba, settantacinque anni tenuti con qualche difficoltà tra denti tremuli, ex deputato e agli albori della seconda Repubblica ricordato per la decorata attitudine alla transumanza destra-sinistra, para-lobbista e mediatore d’affari (suoi), in realtà senza un preciso mestiere…”.
Dopo questo inizio scoppiettante mi sembra sacrosanta e doverosa la precisazione fatta dell’editore che puntualizza come i personaggi protagonisti del racconto siano tutti frutto di pura fantasia e pertanto ogni riferimento a persone realmente esistenti è da considerarsi assolutamente casuale.
Nella mia velocissima lettura ho notato la presenza di tangentopoli, lo stile dipietrino, Villa Rosebery, il conte senatore Carlo Gagliano Val d’Elsa, lo chardonnay Terre Siciliane IGT della tenuta Rapitalà, onorevole Vincenzo Sperindeo, ‘se vengo eletto la faccio diventare Ministro’, il Piano Marshall associato al PNRR, Claudio Raspi e tanti altri. Il tutto in concomitanza con nomi reali come i Presidenti De Nicola, Einaudi, Gronchi, Segni, Saragat, Leone, Pertini, Cossiga, Scalfaro, Ciampi, Napolitano e Mattarella e politici come Draghi, Monti e Amato, oltre che il ‘nostro’ Aldo Moro.
Il parto della ‘fantasia’ del professore Pisicchio si chiude con queste parole “….schivando capannelli di deputati impegnati a indovinare il responso della sibilla. Che, purtroppo, non era da quelle parti”.
Chiaramente tornerò in seguito sul libro, nell’eventualità che leggendolo attentamente possa interpretare meglio le indicazioni-previsioni, qualora ci fossero, dell’autore. Lo stesso Pisicchio ammette che il racconto è frutto di fantasia, il tutto calato, però, in un contesto vero e autentico come quello che stiamo vivendo dall’inizio dell’autunno.
Ultimamente mi sono occupato dei fratelli Antonio e Onofrio Petruzzelli e di quei palchi costruiti con alberi di quercia di Slavonia, storica regione della Croazia, e leggendo il libro di Pisicchio scopro che anche le parti nobili che impreziosiscono i palazzi, frequentati dal nostro per ‘lavoro’ e volere del popolo, sono in legno di massello di Slavonia. Che sia un segnale affinché il futuro Presidente della nostra Repubblica, magari perché grande estimatore dei Teatri e del Petruzzelli in particolare, possa, in maniera non ufficiale ma ‘affettuosa’, invitare le parti in causa a trovare una soluzione che approdi ad una definizione equa…in appena sette anni (Cicerone «Salus populi suprema lex esto»).
Stasera, per i noti motivi che gli amici sanno, non potrò ascoltare le giudiziose- equilibrate considerazioni espresse dal penultimo direttore (in carica) de «La Gazzetta del Mezzogiorno», Giuseppe De Tomaso, riconosciuto maestro della parola garbata (ricordo ancora in maniera piacevole la perizia con cui si accostò al primo ‘giallo’ scritto da Pisicchio e la leggerezza con cui trattò anche allora la storia ambientata sempre nei palazzi del potere) e la verve non comune, frutto di intelligenza ‘made in Napoli-Bari’ ma esportabile in tutto il mondo, con cui Antonio Stornaiolo si accosterà al suo ruolo di animatore-conversatore(fu Vito Maurogiovanni a condurmi Antonio per la pubblicazione della sua tesi di laurea, poi le cose andarono diversamente perché la storia è fatta di piccole coincidenze, ma fin da allora Tata, con mia grande meraviglia, smentì Orazio «Nemo sua sorte contentus» e candidamente disse “Io resterò a Bari”).
Direttore Ferri non considerare ‘voli pindarici’ questi piccoli promemoria, come ti ho anticipato a voce potrei scrivere molto cartelle su alcuni libri dell’onorevole Pisicchio, ma mi limiterò a tornare ad occuparmi di quest’ultimo ‘sfornato’ entro la fine dell’anno… sono convinto di trovare la ‘chiave’ che mi porti a capire il messaggio, solo in apparenza criptico, di colui che partito sui banchi del nostro glorioso liceo ‘Flacco’ con “Partiti di carta” non si è più fermato alternando… “Mass media e democrazia” ad un “Centro di gravità permanente”, “L’errore del mattarellum” al “Sud dell’Est”, “I bianchi” a “La sera andavamo ai Santi Apostoli”, “Il voto acerbo” alla “Mela dolce”, “Le regole per eleggere” ad una “Ecloga civile”, “Alle origini dell’antipolitica” a…non sarà certo Levante a stabilire se trattasi di “Utopie leggere”.