Torna in libreria Grazia Galante con filastrocche e indovinelli di San Marco in Lamis


VITTORIO POLITO
- Torna nuovamente in libreria Grazia Galante con il suo nuovo volume “Filastrocche, Scioglilingua, Brindisi, Indovinelli, di San Marco in Lamis” (Andrea Pacilli Editore).

L’autrice arricchisce la sua produzione letteraria con l’ennesimo volume relativo alla ricerca di storie e tradizioni di San Marco in Lamis, patria dell’indimenticato Joseph Tusiani (1924-2020), scrittore, docente di letteratura italiana, poeta, traduttore famoso.

Il testo di Galante è un’accurata e meticolosa ricerca che fa emergere un patrimonio a rischio di estinzione che va portato a conoscenza delle giovani generazioni per evitarne la dispersione.

Il testo di Grazia Galante è arricchito e impreziosito con disegni realizzati dal prof. Giuseppe Ciavarella che ha saputo riprodurre con maestria gli scorci della cittadina garganica, ma anche arnesi e utensili della civiltà contadina prodotti a San Marco in Lamis, alcuni dei quali presenti solo nella memoria degli abitanti in età avanzata.

La pubblicazione, come le precedenti emerge “dalla convinzione che una comunità guarda al passato per affrontare il futuro e che non può sostenere questa sfida senza il rispetto delle proprie radici” e soprattutto del dialetto che rappresenta la parte predominante e importante di questo testo.

Filastrocche per far divertire i bambini, per imparare le vocali, per imparare numeri e operazioni aritmetiche, per ironizzare personaggi, mestieri e costumi di un tempo, per canzonare persone, per denunciare ingiustizie sociali, per scongiuri e magie, sull’alimentazione, sugli animali, ecc. Per finire ai numerosissimi scioglilingua, brindisi, indovinelli, ecc.

Ferdinando Pappalardo, italianista, già docente dell’Università di Bari, che firma la prefazione, sottolinea come “Nelle filastrocche soprattutto, i cultori di storia sociale vedranno documentate le rivalità municipalistiche da sempre presenti nelle nostre terre, la faglia che attraversa le comunità dividendole fra signori e contadini prima, e poi fra galantuomini e braccianti, fra i ceti agiati e la gran massa di coloro che stentano a sbarcare il lunario, che nutrono invidia pure verso gli artigiani”.

Tra le più recenti pubblicazioni di Grazia (e Michele) Galante, ricordo il “Dizionario del dialetto di San Marco in Lamis” (Levante). Una poderosa opera che si avvale della prefazione di Tullio De Mauro e della postfazione del compianto Joseph Tusiani.

Il testo è arricchito da numerosi disegni di Giuseppe Ciavarella e di foto di Giuseppe Bonfitto.
E, poiché siamo ad inizio d’anno, mi piace riportare un brindisi ripreso dallo stesso testo:

Quistu vine jè bbèlle e galante

Quistu vine jè bbèlle e galante

e alla saluta de tutte quante.

(Questo vino è bello e galante, e alla salute di tutti quanti).

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