Fuori dai confini nazionali – sottolinea la Coldiretti – i consumatori più appassionati diventano gli americani che scavalcano i “cugini” inglesi con un aumento del 44% in quantità, mentre oltremanica si “fermano” a una crescita del 12% che testimonia comunque come l’amore dei britannici per le bollicine italiane sia più forte anche della Brexit.
In posizione più defilata sul podio si trova la Germania – spiega la Coldiretti – che rimane il terzo consumatore mondiale di spumante italiano ma che con la difficile situazione pandemica fa segnare un incremento solo del 2% degli acquisti in volume.
Nella classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo ci sono tra gli altri il Prosecco, l’Asti e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese, tanto che proprio sul mercato transalpino si registra una crescita record delle vendite del 16%.
Ma lo spumante italiano – aggiunge la Coldiretti – piace molto anche nel Paese di Putin, visto l’incremento del 52% in Russia nonostante le tensioni causate dal perdurare dell’embargo su una serie di prodotti agroalimentari Made in Italy. E un aumento in doppia cifra si riscontra anche in Cina (+29%) e in Giappone, con +18%.
Sul successo delle bollicine tricolori nel mondo pesa però – sottolinea la Coldiretti – la contemporanea crescita delle imitazioni in tutti i continenti a partire dall’Europa dove sono in vendita bottiglie dal Kressecco al Meer-Secco prodotte in Germania che richiamano palesemente al nostrano Prosecco che viene venduto addirittura sfuso alla spina nei pub inglesi. E si attende la decisione finale della Commissione Europea sulla domanda di registrazione della menzione tradizionale Prosek, il vino croato che nel nome richiama proprio la star degli spumanti tricolori causando un grave danno di immagine. All’estero – ricorda la Coldiretti – finisce circa circa il 75% della produzione nazionale di bollicine.
L’andamento della domanda è positivo anche in Italia dove con le feste di fine anno verranno stappate 85 milioni di bottiglie, con un aumento del 35% rispetto allo scorso anno, secondo un’analisi Coldiretti. In crescita tutte le principali denominazioni, da quelle con metodo classico, come Trento, Oltrepo’ Pavese e Franciacorta a quelle a metodo italiano, come Asti e Prosecco o provenienti dalle altre regioni che in questi ultimi anni hanno visto un aumento significativo delle produzioni di bollicine, dall’Abruzzo alla Sicilia, passando per Toscana, Marche, Lazio e Umbria.