(Agenzia DIRE) Roma - "Guardiamo al Regno Unito, anche noi in Italia, nelle prossime settimane, assisteremo ad un calo dei contagi, poi ad una diminuzione dei ricoveri e delle terapie intensive, che però non scenderanno subito ma anzi potranno crescere ancora un po' per poi ridursi, e vedremo questa discesa anche sui decessi. Siamo nel plateau, viviamo ancora il picco ma non c'è più la crescita vista nei giorni scorsi". A dirlo è Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute che, interpellato dalla Dire, spiega la situazione della pandemia in Italia.
Per quanto riguarda i guariti che crescono più in fretta e il numero di decessi che è però sempre molto alto, Sileri specifica: "É possibile che il numero dei guariti, che sale in fretta, sia dovuto sia ai vaccini che ad una minore cattiveria del virus: anche la durata dei ricoveri, come ci indicano i report, sembra essere più breve per le persone vaccinate. Con la variante Omicron ci si infetta prima ma il ciclo della malattia, per gli immunizzati, è sicuramente più ridotto. Rispetto ai decessi invece, dobbiamo ricordare che sono probabilmente legati a pazienti che si erano infettati con la variante Delta, persone già presenti in terapia intensiva prima che la variante Omicron dilagasse. Nell'ambito però di questi decessi, vi sono anche persone contagiate con la variante ad oggi maggiormente prevalente, ovvero Omicron, ma sono persone per lo più non vaccinate", precisa il sottosegretario.
"In questa fase- propone Sileri- possiamo anche discriminare tra chi decede per ragioni legate al virus e chi muore invece per altre ragioni, pur con un tampone positivo. Questa distinzione è oggi necessaria, anche in relazione alle persone testate positive ma che restano completamente asintomatiche per tutta la durata della positività. In questo ci aiuterà l'Istituto superiore di sanità, che analizzerà le cartelle cliniche di coloro che sono deceduti per Covid o con Covid". Il report dell'Iss sulle morti è infatti atteso nelle prossime ore, come anticipa il sottosegretario, che aggiunge: "Da uno degli ultimi report dell'Istituto emerge come un terzo dei ricoveri riguardi persone positive ma ospedalizzate per altre ragioni, è ipotizzabile che questo si traduca anche per i decessi. Al momento però, confrontando anche i dati degli altri Paesi, il nostro conteggio delle persone che decedono è analogo a quello che fanno gli altri vicini europei", chiarisce il sottosegretario.
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